Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – I dati

Presentati i numeri del fenomeno in provincia di Trento: aumentano le denunce - Il profilo delle vittime e dei carnefici

Oggi in provincia sono stari presentati i dati relativi alle violenze sulle donne, che per la prima volta possono essere raffrontati con l’anno precedente in quanto queste rilevazioni sono cominciate proprio nel 2011.
Relatori Luca Comper, dirigente del Servizio politiche sociali, e Cristiano Vezzoni ricercatore dell’Università di Trento (insieme nella foto).
Consigliamo di aprire tramite questo link le risultanze della ricerca e di seguire con noi il ragionamento che sviluppiamo.
La situazione appare pesante per una serie di motivi che vedremo, ma dimostra anche che la nostra Provincia ha imboccato una strada importante per il controllo e di conseguenza per il contrasto al fenomeno.
 
Anzitutto i numeri, che si rifanno alle denunce depositate esclusivamente da donne per violenze subite solo per opera di uomini.
Ma già qui in Trentino è avanti con i lavori, perché per avere la disponibilità di queste cifre ci è voluto un preciso accordo sottoscritto dall’allora assessore Lia Giovanazzi Beltrami, le Forze dell’ordine e la Procura della Repubblica. Come dire che nel resto del Paese questi numeri non sono disponibili né aggregati né disaggregati.
 
Ed ecco i primi dati. Le denunce del 2012 sono state 574, contro le 504 del 2011.
Il che, ci viene fatto notare, con ogni probabilità dimostra che sono aumentate le denunce e non le violenze. Questo a significare che l’opera di persuasione fatta per invitare le donne a denunciare le violenze subite sta portando i suoi frutti. Momento fondamentale per debellare il fenomeno in quanto la pubblicizzazione del delitto spaventa il maschio più delle conseguenze di giustizia.
Questo perché, e anche qui i dati parlano chiaro, le violenze nascono principalmente in casa.
Ma prima di scendere in questi dettagli, vediamo come si distribuiscono i reati sul territorio provinciale osservando la Tabella 4.

Come si può vedere, le denunce sono più numerose in città che in valle.
Ma anche in questo caso c’è motivo di ritenere che non siano inferiori i reati in periferia, quanto piuttosto il calo della cultura della denuncia.
 
Nelle due tabelle che seguono, vediamo invece i dettagli sulle tipologie delle denuncianti e dei denunciati.

Per quanto riguarda i colpevoli, le tabelle 7 e 8 che riportiamo qui di seguito non lasciano dubbi: tra partner, ex partner e altri familiari, si arriva al 50 percento dei responsabili.
Fa pensare invece che le molestie sul luogo di lavoro siano solo del 3%: forse la denuncia è troppo dannosa per la donna vittima di stalking o altre molestie…
Interessante vedere come siano in diminuzione i delitti commessi da «sconosciuti», altra conferma che cala la paura a sporgere denuncia.

Nelle altre tabelle presenti nella ricerca, si possono conoscere i dettagli sull’attività svolta per assicurare aiuto alle vittime.
Consigliamo di prenderne visione perché dimostrano come il sistema di rete tra Provincia e forse dell’ordine non si occupi solo di prevenzione e repressione ma anche di sostegno vero e proprio delle vittime.