Home | Rubriche | Parliamone | Sport e cultura, cavalli di battaglia del futuro Trentino – Di Nadia Clementi

Sport e cultura, cavalli di battaglia del futuro Trentino – Di Nadia Clementi

Nostra intervista esclusiva all’assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile, Tiziano Mellarini

image
Tiziano Mellarini è nato ad Ala il 10 novembre 1954, coniugato con due figli. Dipendente della Provincia Autonoma di Trento, si è messo in evidenza per il particolare attivismo nell'ambito dell'associazionismo sportivo-sociale regionale e per la sua passione politica.
Ha ricoperto le cariche di presidente dell'Unione Sportiva Alense per oltre dieci anni, consigliere regionale della Federazione Gioco Calcio per otto anni e segretario della Sezione Alpini di Ala.
Dal 1983 al 1995 ha rivestito vari incarichi in seno all'amministrazione comunale di Ala, dapprima come assessore, come vicesindaco e nel 1995 è stato eletto sindaco, carica che ha ricoperto fino al settembre del 2003. Assessore alle attività economiche del Comprensorio della Vallagarina dal 1995 al 2000, dal 1999 al 2003 è stato presidente dell'Azienda di Promozione turistica di Rovereto e della Vallagarina.
È stato membro della RUC e del Consorzio dei Comuni e dal settembre 1995 al settembre 2003 ha ricoperto la carica di presidente del Comitato del Distretto Sanitario della Vallagarina. Per molti anni ha anche fatto parte del Consiglio di Amministrazione della Cassa Provinciale Antincendi.
Nella 13ª legislatura è stato assessore all'agricoltura, commercio e turismo della Provincia Autonoma di Trento. È consigliere di amministrazione ENIT - Ente Nazionale del Turismo, presidente di Trentino Spa e presidente del Comitato organizzatore dei Campionati mondiali di sci nordico 2013 in Val di Fiemme.
Nelle ultime elezioni provinciali di ottobre 2013 è stato eletto nelle file dell’Unione per il Trentino con 6.679 preferenze.

Come si vede, questa volta siamo partiti dal curriculum dell’intervistato, perché è proprio la storia di Tiziano Mellarini a essere la parte portante della presente intervista.
Dopo aver ottenuto i risultati più importanti per il turismo trentino, gli è stata affidata la carica di Assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile con le seguenti competenze: tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare; usi e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche; manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali; toponomastica; interventi provinciali per lo sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di cooperazione e vigilanza sulle cooperative.
Funzioni delegate in materia di servizi antincendi; prevenzione rischi e protezione civile ad esclusione di quanto riservato al Presidente della Provincia; attività sportive e ricreative con relativi impianti e attrezzature.
Un cambiamento piuttosto importante, dunque, che abbiamo deciso di approfondire per cercare di capire cosa cambierà nei nuovi settori che gli sono stati affidati.
 

 
Assessore Mellarini, vorremmo cominciare con un argomento molto particolare.
Lei aveva pensato di candidare il Trentino a ospitare le prossime Olimpiadi invernali, così facendo ha sollevato un polverone dove sono stati certamente più numerosi i detrattori che i sostenitori.
Tra questi ultimi il nostro direttore Guido de Mozzi, uno dei pochi che hanno abbracciato in pieno l’idea. Vuole cogliere l’occasione per spiegare ai nostri lettori le ragioni di tale iniziativa?
«Tutto aveva preso avvio in occasione della 26ª edizione delle Universiadi Invernali Trentino 2013, che avevano visto 7.990 accrediti, 3.100 atleti e tecnici, 52 Nazioni partecipanti, 2.100 volontari, 116 giudici internazionali in campo, oltre 500 giornalisti e operatori media e oltre 500 ore di diretta TV.
«La proposta di eventuale candidatura si basava sull’esistenza di un patrimonio di impianti di straordinario livello di cui il Trentino è dotato e sulla capacità organizzativa dimostrata con tanti eventi mondiali organizzati in molteplici discipline invernali.
«Un’opportunità straordinaria - al di là che essa venisse accolta favorevolmente o meno - per promuovere e creare curiosità e interesse, per parlare del Trentino, per far conoscere le sue strutture di alto livello e la sua efficienza organizzativa derivante anche dall’esperienza dei tre Mondiali di Fiemme e da tante altre manifestazioni internazionali.
«Insomma era un modo per dire al mondo come siamo strutturati e per precisare che la nostra efficienza è caratterizzata da un’organizzazione eco sostenibile concepita e gestita in modo tale da ridurre al minimo gli impatti ambientali, sociali ed economici in tutte le fasi della sua realizzazione.»
 
E allora restiamo nel campo dello sport, per sapere che cosa può aspettarsi il Trentino dalla sua amministrazione.
«L’attenzione costante a tutte le realtà e alle società sportive locali, specchio di quell’associazionismo sportivo pulito che fa aggregazione sul territorio e da catalizzatore dei nostri giovani.
«In secondo luogo la promozione dello sport e la sua sinergia con il mondo della scuola quali portatori di valori formativi e costitutivi della crescita dei ragazzi.
«In terzo luogo continuare quell’attività che vede lo sport farsi vettore della promozione del nostro territorio.»
 
Ci sono tre settori che non sono considerati soddisfacenti dai nostri lettori. Il calcio, i tuffi e il golf. Cominciamo dal calcio, che in Trentino stenta a decollare. Cosa potrebbe fare l’ente pubblico per riavviare il settore?
«Si tratta di tre situazioni molto diverse fra loro e nelle quali l’ente pubblico può incidere con un diverso grado di intervento. Senza entrare nel merito delle singole gestioni delle varie società, per quanto riguarda il calcio va detto che negli anni la Provincia ha fatto molto per assicurare alle società infrastrutture e condizioni  ambientali idonee a esprimere al meglio le proprie potenzialità. Se qualcosa non ha funzionato, non si può pensare che, tanto per fare una battuta, non sia la Provincia a fare società e allenatore.
«Riguardo al golf, si tratta di una disciplina importante e anche con ricadute a livello turistico che la Provincia ha sviluppato negli anni scorsi, pur tenendo conto del forte impegno a livello di utilizzazione del territorio e urbanistico che queste strutture richiedono.
«Per quanto riguarda i tuffi, si tratta di un settore molto peculiare che richiede strutture dedicate la cui sostenibilità va valutata con attenzione anche a fronte dell’attuale momento di congiuntura.» 
 
 
 
C’è qualche altro campo nello sport in cui pensa di dare un impulso particolare?
«Credo che lo sci sia da sempre un cavallo di battaglia del Trentino sia in termini di praticanti che di grandi eventi organizzati, contribuendo a rafforzare un movimento che ha numeri e qualità anche grazie alla regia e all’impulso della FISI trentina.» 
 
Passiamo alla Cultura, che è una delle sue nuove competenze. Conoscendola, ci saranno grandi novità con riorganizzazione e integrazione delle strutture e delle iniziative esistenti. Può anticiparci qualcosa?
«Proprio nel senso di una maggiore sinergia immagino il futuro prossimo del mondo della cultura trentina.
«Il fare rete, il fare assieme, il ricercare una promozione comune sono da una parte una scelta motivata dalla contrazione delle risorse, dall’altra una strada che hanno già percorso con successo realtà affini al Trentino, ma non solo.» 
 
Il Trentino ha un certo numero di musei. Sappiamo che ha in programma la riduzione dei finanziamenti (spending review). Riusciremo lo stesso a mantenere gli stessi standard qualitativi?
«Non è ovviamente Mellarini che vuole ridurre i finanziamenti ai Musei, che oggi occupano il 60% del bilancio della cultura provinciale, ma un’esigenza di riequilibrio e di razionalizzazione della spesa che tocca trasversalmente tutti i settori dell’amministrazione pubblica e verso la quale anche la cultura non può rimanere immune.»
 
MART, MUSE, Castello del Buonconsiglio. Può spendere due parole per spiegare come si svilupperanno?
«I musei rappresentano un patrimonio importante per il sistema cultuale del Trentino e come ogni patrimonio di valore va non solo salvaguardato ma sviluppato. Per fare questo, però, va superata quella fase che ha visto e vede in parte tutt'ora i musei in competizione fra di loro. Non solo va superato quel dualismo tra i Musei della provincia e gli altri musei di rilevanza provinciale (il Museo italiano della guerra di Rovereto, La Fondazione Museo civico di Rovereto, il Museo Diocesano e il Museo dell'Alto Garda). 
«Per rendere sostenibile l'attività di questi enti e la loro funzione è necessario pensare ai musei come a un sistema vero e proprio, partendo dalla riorganizzazione di servizi, al coordinamento delle attività e ad una programmazione concordata.»
 
È pensabile una gestione comune dei musei del Trentino?
«Certo, non solo è pensabile una gestione associata dei servizi ma è necessario attuarla in tempi brevi e certi.» 
  
Passiamo alle attività culturali. Sappiamo che anche in questo campo i tagli saranno inevitabili. Cosa ha in serbo per il Centro S. Chiara?
«Si sta lavorando per definire la nuova funzione che non può che essere quella di un ente a servizio di tutta la provincia e, quindi, divenire il braccio operativo delle politiche della Provincia nel settore dello spettacolo.» 
 
È favorevole o contrario a produzioni di spettacolo locali, o almeno con lo Stabile di Bolzano?
«La produzione culturale deve essere al centro delle politiche culturali nei prossimi anni. Dobbiamo fare in modo che i soggetti culturali che operano in questo territorio possano cimentarsi nella produzione di qualità e di eccellenza capace di competere anche fuori dal Trentino.
«Da questo punto di vista la collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano è un valore aggiunto che si esplica attraverso la messa a disposizione delle proprie competenze e delle propria rete di relazioni.»
 
È pensabile che il Teatro Zandonai venga gestito dal S. Chiara?
«È in corso un confronto con il comune di Rovereto proprio sulle modalità di gestione e di programmazione migliori per dare al teatro Zandonai quale ruolo che gli spetta. Molto dipende, però, dalla posizione del Comune di Rovereto.
«La soluzione a questa questione, però, non riguarda solo Rovereto ma un possibile modello da estendere a molti altri teatri che hanno una rilevanza sovracomunale dipenderà anche dal riconoscimento dei vari territori nei confronti del nuovo ruolo del Centro servizi culturali S. Chiara.»
 
Lei è favorevole o contrario al ruolo del «Coordinamento Teatrale»?
«È evidente che il ruolo del Coordinamento Teatrale va definito all’interno delle nuove funzioni affidate al Centro Servizi Culturale Santa Chiara, salvaguardando il lavoro e la funzione fin qui garantiti (rapporto con il territorio).»
 
Anche le associazioni culturali devono attendersi tagli che si avvicinano al 50%?
«È un dato di fatto che le risorse della cultura provinciale sono negli ultimi anni in forte calo. Occorre quindi l’assunzione di una comune responsabilizzazione da parte delle centinaia di associazioni a far sposare accanto alla significativa vivacità e verve organizzativa la crescita di una maggiore vocazione all’autofinanziamento che diventa strumento indispensabile, accompagnato alla qualità complessiva della produzione, altro elemento da cui non si può più prescindere.
«Più che di un taglio del 50% parlerei di nuovi criteri che privilegino la qualità dei progetti, coerenti con le politiche cultuali della Provincia.»  
 

  
Protezione Civile. Il Trentino ha una grande immagine in tal senso, basti pensare a L’Aquila, alla Liguria, alla Val Padana. Pensa che l’impegno resterà immutato anche fuori del Trentino?
«È importante preservare gli investimenti nella sicurezza e nella prevenzione. Alla nostra Protezione civile va dato atto di aver dimostrato negli anni una gestione virtuosa delle risorse.
«La tempestività e l'efficienza con le quali opera nelle situazioni di emergenza - ultima delle quali l’alluvione in Bosnia Erzegovina - sono valori sostanziali che devono sempre essere supportati da adeguati investimenti in mezzi e formazione.»
 
Il volontariato è un fiore all’occhiello del nostro territorio. Può dire due parole sul futuro dei Vigili del Fuoco e sul Soccorso Alpino?
«Sono due ambiti riconosciuti per la solidarietà, la generosità, la professionalità e lo spirito di sacrificio. Punti di riferimento importanti per il cittadino nei momenti difficili, svolgendo una funzione essenziale nelle operazioni di soccorso ed assistenza alla popolazione nell’ambito del più ampio sistema della protezione civile.
«Per la gente, sapere che ci sono, è già di per sé motivo di serenità. Un movimento sano, con tante nuove leve che stanno garantendo un ricambio generazionale senza strappi, ma anzi integrato in quello spirito di appartenenza che fa unanimemente apprezzare il volontariato trentino.»
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Tiziano Mellarini - ass.ccspc@provincia.tn.it  

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande