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Domenica disinnesco della bomba a Borgo Sacco di Rovereto

Gli specialisti dell’Esercito sono pronti a neutralizzare la bomba d’aereo rinvenuta – La città sarà evacuata dalle 8.30 alle 12.30 nel raggio di 2.000 metri

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Il terrapieno costruito attorno alla bomba da bonificare.

Domenica 15 novembre gli artificieri del 2° Reggimento genio guastatori alpini di Trento provvederanno alla bonifica di una bomba trovata nel cantiere dell’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto.
Si tratta di una bomba d’aereo di fabbricazione americana del peso di 1.000 libbre, pari a quasi 500 kg, contenente 250 kg di esplosivo.
Il Commissariato del Governo di Trento ha predisposto, d’accordo con i comuni di Isera e Rovereto, l’evacuazione degli abitanti nella giornata di domenica 15 novembre per un raggio di 900 metri dall’ordigno, ma sono previste disposizioni restrittive anche le zone limitrofe coinvolte (nel raggio di 1.950 metri dall'ordigno).
Il primo settore è quello che, in caso di scoppio, potrebbe essere raggiunto da schegge della bomba e da possibili crolli provocati dalla deflagrazione.
Il secondo è quello che potrebbe comunque soffrire di danni indiretti (vedi grafico a pié di pagina).
In questa maniera la popolazione non correrà rischi di sorta, così come i passeggeri dei treni e gli automobilisti della statale e dell’Autobrennero.
L’evacuazione della città comincerà alle 8.30 (con un segnale di sirena della torre civica), il ritorno alle case sarò possibile dopo le 12.30 (con due fischi di sirena), se tutto andrà per il verso giusto.
  

La conferenza stampa condotta dal col. Luigi Musti, comandante del 2° Genio guastatori di Trento.
 
L’operazione è denominata Turris per via del terrapieno che è stato costruito attorno all’ordigno per ridurre l’eventuale impatto da deflagrazione. È costituito da una piramide di Hesco-Bastion, fatti da gabbie di rete riempiti di ghiaia e terra in modo da assorbire e veicolare verso l’alto la violenza dell’esplosione.
La bomba ha due spolette, una davanti e una dietro, che sono state attivare nella caduta verso il suolo. Poiché le spolette sono a percussione, se non è esplosa vuol dire che la bomba è finita a terra orizzontalmente, magari deviata dalle altre esplosioni del bombardamento.
Ora gli artificieri hanno provveduto a versare liquido scrostante nella filettatura delle spolette, in modo che domenica possano provvedere a svitarle, prima una e dopo l’altra.
Si tratta di mettere alla spoletta dei morsetti con un cavetto di acciaio arrotolato. I cavetti verranno portati all’esterno della piramide di contenimento mediante percorsi guidati, fino alla postazione degli artificieri.
Al Via, tireranno i cavi fino a svitare del tutto le spolette. Poi sfileranno i detonatori.
Il pericolo maggiore si verifica quando mettono il morsetto alle spolette, perché sono a contatto diretto con la bomba, ma anche quando verranno svitate non sarebbero protetti abbastanza dagli hesco bastion.
L’operazione durerà circa un’ora e mezza.
Una volta liberata dalle spolette, la bomba sarà innocua. Verrà fotografata e studiata dagli esperti, dopodiché verrà portata in una cava di Pilcante. Sarà depositata in una buca di 8 metri e verrà fatta brillare.
 
I possibili effetti provocati da un'esplosione accidentale. 

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