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Ecoopera: l’economia circolare per la formazione ambientale

Alla Manifattura di Rovereto il seminario dell’Eco Innovation Academy, che aiuta funzionari pubblici e professionisti del green a districarsi in materia ambientale

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Imparare a gestire le risorse che abbiamo a disposizione non sarà solo un «optional» per l’economia, ma diventerà un nuovo paradigma su cui confrontarsi.
Emilio Genovesi, uno dei massimi esperti in Italia di economia circolare, disegna a Rovereto scenari nuovi e suggestivi per lo sviluppo come l’economia circolare.
Di economia circolare si è parlato nel primo di una serie di corsi dedicati alla green economy, organizzati da Ecoopera insieme a Trentino Sviluppo, che faranno parte di una vera e propria «Accademia» di formazione ambientale riservata a imprese, professionisti e pubblica amministrazione.
«Vogliamo affiancarci ai progetti di una economica green di Trentino Sviluppo – ha detto il direttore di Ecoopera Luca Laffi - per offrire un surplus sull’aspetto ambientale e approfondire in vari ambiti le opportunità per le nuove aziende in campo ambientale, sia dal punto di vista della normativa che delle grandi opportunità che questa economia sta portando anche in Trentino.»
Per Michele Tosi di Trentino Sviluppo «la partnership con Ecoopera è molto importante perché aggiunge un tassello significativo al nostro incubatore dedicato alla green economy che è il Progetto Manifattura, ovvero la formazione specifica in ambito ambientale che finora mancava.»


 
 L’economia circolare come nuovo paradigma 
Il seminario inaugurale di oggi, in particolare, ha approfondito anche il Pacchetto Economia Circolare recentemente varato dall’Unione Europea per ridurre lo spreco di beni di consumo e quindi l’impatto ambientale generato dalla produzione di rifiuti.
«L’impiego frenetico e compulsivo delle risorse – ha affermato Emilio Genovesi, di Material ConneXion, la maggiore organizzazione internazionale che si occupa di materiali innovativi - combinato con l’accelerata pressione demografica e un utilizzo poco efficiente delle risorse, non sarà più sostenibile.
Siamo quindi di fronte non a singoli fenomeni acuti, ma a problematiche croniche che determinano uno scenario permanente con cui la nuova economia sarà necessariamente obbligata a fare i conti. Che non necessariamente porteranno al modello teorizzato come decrescita felice
Occorre quindi superare lo schema produco-consumo-dismetto attraverso un modello che punta a rimettere nel ciclo produttivo la massima quantità di risorse possibile.
Cinque le strategie principali individuate dagli esperti: la filiera circolare, il recupero e riciclo, l’estensione della vita di un prodotto, lo sviluppo di piattaforme di condivisione e il passaggio da prodotti a servizi.
Tra i relatori anche altri esperti come Luigi Bistagnino, docente al Politecnico di Torino, un’autorità nel campo del «design sistemico», e Gianluca Baldo, dello Studio LCE, esperto nell’analisi del ciclo di vita dei prodotti.

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