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A «Fa’ la cosa giusta!» anche il Museo degli usi e costumi

In bella mostra le pubblicazioni a tema etnografico curate e alcune splendide maschere in legno del carnevale alpino – Di Sandra Matuella

A «Fa’ la cosa giusta!» c’era anche lo stand del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige, con in mostra le pubblicazioni a tema etnografico curate dal museo e alcune splendide maschere in legno del carnevale alpino, con i relativi costumi coloratissimi, per la gioia di grandi e bambini.
Eccellente museo dell’uomo della montagna alpina, fondato nel 1968 da Giuseppe Sebesta nella sede della antica Prepositura Agostiniana di San Michele, è diretto da Giovanni Kezich ed è uno dei maggiori istituti europei di conservazione etnografica, dedicato alla cultura materiale e alla tecnologia del sistema agro-silvo-pastorale tradizionale.
Poi ci sono le lavorazioni artigianali del legno, del rame, del ferro, della ceramica, dei tessuti, e grande rilevanza hanno anche gli aspetti legati alla socialità e all’identità locale: costumi tradizionali, riti, musica e devozioni popolari.
 
Nel precedente articolo dedicato a «Fa’ la cosa giusta!», abbiano brevemente analizzato la storia di tre giovani imprenditori che per trovare la loro strada professionale hanno guardato al passato: Giulia e Leonardo della «Biocesta del Gusto», ispirandosi ai loro nonni e ai metodi tradizionali di agricoltura biologica, hanno avuto l’intuizione di collaborare con gli agricoltori del territorio per portare in negozio la tradizione del mercato in piazza della frutta e verdura fresca; Mattia per la sua azienda di biocosmesi «Tre Cime Monte Bondone», ha studiato le antiche pratiche legate alle erbe officinali e alle terme mentre Agitu per la sua azienda «La Capra Felice», fonde addirittura due tradizioni agro-casearie lontane, quella africana con quella mochena.
 
Il Museo degli Usi e Costumi di San Michele, che non a caso è vicino al prestigioso istituto agrario della Fondazione Mach, è quanto di più lontano da un museo-contenitore di oggetti inerti da contemplare, magari con un pizzico di nostalgia: la concezione evoluta che sta alla base di questa importante istituzione basata su percorsi dinamici all’interno di un ricco patrimonio di tradizioni, di partiche materiali unite a valori spirituali che connotano l’intero Arco Alpino, è tale al punto che potrebbe costituire, specie per chi è in cerca di ispirazione professionale, un prezioso scrigno dove trovare insegnamenti antichi e spunti concreti per aprire strade nuove.

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