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Presentati al Centro Sperimentazione Laimburg i primi risultati

E sono stati degustati i primi vini sperimentali del Progetto FESR PinotBlanc

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A poco più di un anno dall’inizio del progetto PinotBlanc, nell’ambito di una serata informativa, il Centro di Sperimentazione Laimburg ha presentato i primi risultati riferiti al primo anno di ricerca.
I ricercatori del team del progetto guidati dal responsabile Florian Haas hanno presentato i dati preliminari sulle dinamiche di coltivazione, hanno spiegato le caratteristiche di crescita dei vitigni e hanno presentato i primi risultati relativi al processo di vinificazione.
In questa occasione sono stati inoltre degustati i primi vini sperimentali ottenuti dal progetto.
All'evento hanno partecipato i proprietari dei otto siti di sperimentazione su cui si svolgono le indagini del progetto, nonché gli enologi ed i responsabili per la viticoltura delle cantine cooperative di Appiano, Termeno, Nalles e Terlano.
«Il progetto PinotBlanc è molto importante per l'economia del vino perché, di fronte ai cambiamenti climatici, abbiamo necessità di saperne di più sul comportamento in alta quota di questa varietà leader in Alto Adige. Dal progetto PinotBlanc e dalle conoscenze che ne deriveranno ci aspettiamo di ricevere importanti informazioni riguardo alle raccomandazioni future sulla coltivazione», ha sottolineato Willi Stürz, enologo della Cantina Termeno, una delle aziende partner del progetto.
 
 Il progetto PinotBlanc 
Il Pinot Bianco si caratterizza per il contenuto relativamente alto di acidità e da aromi fruttati freschi.
Lo stile tipico del Pinot Bianco altoatesino risente negativamente del riscaldamento globale.
Nelle Alpi, tra il 1920 e il 2010, la temperatura media è aumentata di 1,9 ° C e tra il 1980 e il 2010 l’inizio della maturazione del vitigno si è spostata di una media di due o tre settimane in anticipo.
A causa delle temperature più elevate la gradazione alcolica aumenta e l'aroma fresco e floreale, caratteristica tipica di questa varietà, scompare. Inoltre, diminuisce il contenuto di acido, che è invece essenziale per il Pinot Bianco altoatesino, perché la quantità appropriata di acido è correlata con l'impressione sensoriale di freschezza.
Lo scopo del progetto PinotBlanc è studiare come poter aumentare la qualità del Pinot Bianco e promuovere questa varietà nella viticoltura alpina.
Il progetto triennale PinotBlanc è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) nell'ambito del programma Investimenti per la crescita e l'occupazione 2014-2020.
 
 Miglioramento della qualità attraverso l'uso mirato di diverse altitudini 
Una possibile strada, per garantire e potenzialmente aumentare la qualità del Pinot Bianco potrebbe essere quella di coltivare in luoghi più alti e più freschi.
Secondo il responsabile del progetto Florian Haas, vista la presenza delle Alpi l’Alto Adige avrebbe la possibilità di sviluppare la viticoltura ad altitudini più elevate e produrre vini molto complessi attraverso il taglio di uve provenienti da siti montanti con uve provenienti da siti a valle.
Per questo gli scienziati del progetto stanno analizzando i componenti più importanti del Pinot Bianco e la loro dipendenza dall’altitudine e dal momento della vendemmia.
I risultati influenzeranno in futuro il sito, le tecniche di coltivazione e vinificazione del Pinot Bianco altoatesino. I ricercatori si attendono promettenti scoperte riguardo agli effetti di una coltivazione più elevata del Pinot Bianco.
Ampliare l’areale di coltivazione delle varietà verso altitudini più elevate aprirebbe la possibilità non solo di contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico, ma anche di sviluppare una stilistica tipica e inconfondibile di Pinot Bianco, spiega Ulrich Pedri, responsabile del settore di Enologia presso il Centro di Sperimentazione Laimburg.
In questo modo, è convinto l’esperto, il potenziale di qualità di questo vitigno bianco potrebbe essere sfruttato meglio e si promuoverebbe la competitività internazionale dell'industria vinicola altoatesina.
I primi risultati del progetto confermano le ipotesi dei ricercatori: per i vini Pinot Bianco ottenuti da uve coltivate ad altitudini più elevate, a parità di concentrazione di zucchero, sono stati misurati valori di acido più elevati.
Si tratta delle prime indicazioni, quindi, che la coltivazione in altitudine risulta effettivamente vantaggiosa per mantenere lo stile caratteristico del Pinot Bianco.
 
 Il primo ciclo di sperimentazione 
I ricercatori hanno analizzato otto parcelle ad altitudini diverse comprese tra 600 e 700 metri sopra il livello del mare in quattro comuni altoatesini (Appiano, Termeno, Nalles e Terlano).
Hanno raccolto dati sulla temperatura dell’aria e del suolo, sulle caratteristiche e la composizione di terreno, foglie e uva, nonché sulle dinamiche di crescita del vitigno.
Nella cantina sperimentale del Centro Laimburg, sono convogliate le uve di due vendemmie per essere microvinificate con metodi standardizzati, al fine di analizzare i differenti composti responsabili per la definizione della qualità del vino.
I ricercatori del settore Enologia, diretto da Ulrich Pedri, hanno ottenuto così 45 vini sperimentali per un totale di 1.500 litri, ora in fase di maturazione. I vini saranno lasciati in maturazione ancora per due mesi.
A maggio 2018 verranno filtrati e a giungo è prevista l’analisi sensoriale da parte di un panel di esperti appositamente addestrato sul Pinot Bianco, per valutarne caratteristiche e qualità specifiche.
In seguito nel Laboratorio per Aromi e Metaboliti del Centro di Sperimentazione Laimburg, diretto da Peter Robatscher, verrà analizzato lo spettro di aromi e altri composti che determinano la qualità del vino di ogni campione.
Lo scopo è definire quale mix di fattori agronomici e metereologici influenza lo spettro di aromi tipico del Pinot bianco.
«La combinazione di dati agronomici, chimici, enologici e sensoriali che raccogliamo e analizziamo ci permettono di dare ai coltivatori viticoli consigli concreti e oggettivi per sviluppare e migliorare il Pinot Bianco e mantenere l’Alto Adige sempre competitivo a livello internazionale», spiega il responsabile del progetto Florian Haas.
 
 Stretta collaborazione con l’industria viticola altoatesina 
Al progetto PinotBlanc lavorano in cooperazione ricercatori dei gruppi di lavoro Fisiologia e Tecniche Colturali del settore Viticoltura, Tecnologia e Trasferimento Conoscenze del settore Enologia e il Laboratorio per Aromi e Metaboliti del Centro di Sperimentazione Laimburg.
Nello sviluppo e nell’esecuzione del progetto il Centro di Sperimentazione Laimburg lavora a stretto contatto con il Consorzio Vini Alto Adige, con l’Associazione cantinieri Alto Adige, con l’Associazione enologi enotecnici italiani (Assoenologi - sezione Alto Adige); oltre a questo sono coinvolti nel progetto diverse cantine sociali e produttori.

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