I nostri amici a quattro zampe/ 11 – Di Fabrizio Tucciarone
Cosa fare contro il «pappatacio», un pericoloso parassita del cane – La sua presenza in Trentino è confermata in prossimità del Lago di Garda e in zona Rovereto
Una nota pubblicità di medicinali per animali inserisce tra le malattie da prevenire anche i «pappataci», di cui si sa poco o nulla. Quindi abbiamo ritenuto utile spendere alcune parole su questa malattia, che è sostenuta da parassiti appartenenti ai protozoi. L'agente principale della leishmaniosi nelle aree mediterranee è un parassita in grado di colpire soprattutto il cane e, più raramente, anche gli esseri umani. Ma diamo la parola al nostro Fabrizio Tucciarone, che è un veterinario. |
La leishmaniosi è una malattia grave, spesso mortale per il cane, e che può colpire anche l’uomo (zoonosi). Proprio per questo, è importante conoscerne i sintomi e la prevenzione.
La leishmaniosi canina è la terza malattia trasmessa da vettori più importante al mondo, sia per diffusione che per gravità.
È ormai presente in quasi tutta la penisola e, purtroppo, se non diagnosticata e curata in tempo, è spesso mortale per il cane: benché esistano dei farmaci e delle cure per tenere sotto controllo i sintomi e l’evolvere dell’infezione, dalla leishmaniosi il cane non può guarire del tutto.
La malattia è causata da un microorganismo della famiglia dei protozoi, la Leishmania infantum, che si trasmette al cane attraverso la puntura di un insetto, il flebotomo o pappatacio (Phlebotomus perniciosus), noto anche come «mosca della sabbia».
Di fatto però assomiglia più ad una piccola zanzara, sia per l’aspetto affusolato che per il fatto che punge succhiando sangue.
La Leishmania è un parassita piuttosto particolare perché, per svilupparsi e moltiplicarsi, ha bisogno di avere a disposizione sia il corpo di un flebotomo sia quello di un mammifero come il cane: le femmine del flebotomo per deporre le uova devono pungere il cane e succhiarne il sangue.
Se questi è infetto, le Leishmanie si trasferiscono nello stomaco dell’insetto dove si sviluppano e si moltiplicano diventando infettanti.
Così, quando il pappatacio portatore pungerà un cane sano, potrà trasmettere il parassita attraverso il morso.
La leishmaniosi è una zoonosi, ovvero può colpire anche l’essere umano. La trasmissione diretta da cane a uomo non è possibile perché, anche in questo caso, il vettore necessario è sempre il flebotomo.
Infatti, i cani fungono solo da ospite «serbatoio» di Leishmania infantum. Proprio per questo motivo è importante trattare con un antiparassitario esterno con attività repellente anche i cani già leishmaniotici, così da impedire ai flebotomi di pungerli ed infettarsi. Il trattamento dei cani con prodotti repellenti riduce indirettamente il rischio di malattia anche nell’uomo.
Il Trentino, a differenza di altre regioni italiane come per esempio del centro e sud, non è endemica.
Questo significa che la Leishmania non è sempre presente ma si ipotizza, attraverso alcuni studi epidemiologici, che possa essere presente in modo stagionale a causa dell’innalzamento delle temperature.
La presenza è sicuramente confermata in prossimità del Lago di Garda e in zona Rovereto.
Per questo, è buona prassi utilizzare sempre un antiparassitario repellente durante tutto l’anno.
Attualmente non esistono farmaci capaci di debellare al 100% il protozoo, e quindi di far guarire il cane interamente.
La cura, invece, ha lo scopo di stimolare il sistema immunitario del paziente e ridurre la replicazione del protozoo stesso, nonché mirata a gestire i sintomi e tenere sotto controllo la malattia.
Purtroppo la prognosi varia dalle condizioni ematobiochimiche iniziali e dalla risposta del paziente alla terapia. Per tale motivo è fondamentale agire con la prevenzione.
Per prevenire la leishmaniosi è importante ridurre al minimo la possibilità di puntura da parte dei flebotomi.
Per farlo, poiché esistono in commercio numerosi prodotti antiparassitari, è importante accertarsi che sul foglietto illustrativo sia indicato anche l’effetto repellente nei confronti dei flebotomi e l’attività di riduzione del rischio di trasmissione di leishmaniosi.
Si possono poi avere semplici ed utili accortezze
- Ridurre l’esposizione notturna del cane al parassita, evitando lunghe passeggiate serali e tenendo in casa durante la notte (i flebotomi sono più attivi dal crepuscolo all’alba);
- Proteggere l’ambiente con zanzariere a maglie fitte;
- Utilizzare insetticidi ambientali per uso domestico;
- A conclusione del programma di prevenzione sottoporre il cane ad esami sierologici annuali.
E nel Gatto? Nel gatto per fortuna la Leishmaniosi è molto rara e i sintomi sono principalmente cutanei.
Questo perché il gatto, si è visto attraverso diversi studi, essere resistente all’infezione grazie ad un sistema immunitario Th1 competente.
L’unica arma che resta a nostra disposizione è, quindi, la prevenzione.
Se volete contattarmi per maggiori informazioni sono sempre a disposizione per i consigli del caso: 0461 1840085.
Dott. Fabrizio Tucciarone
(Veterinario alla TrentoVet)
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