I nostri amici a quattro zampe/ 22 – Di Fabrizio Tucciarone

Cosa sono i ferormoni nel gatto? E a cosa servono?

>
Nei carnivori i «feromoni» sono escreti da differenti strutture ghiandolari distribuite nell’epidermide e nelle mucose attorno agli orifizi naturali.
Solo pochissimi feromoni sono stati, a oggi, identificati e collegati a una precisa funzione comportamentale.
Anche per quanto riguarda il gatto, i feromoni evidenziati sono stati classificati riguardo alle strutture secernenti e in ragione della loro azione.
Riconosciamo quindi feromoni di adozione, di appagamento, di «strutturazione del territorio», di allarme e sessuali.
Alla nascita, il gattino è ricoperto da un feromone disciolto nel liquido amniotico che persiste per circa tre giorni e provoca l’attaccamento della madre al piccolo.
Questo feromone definito «di adozione» può innescare le cure maternali anche in una gatta (appartenente al gruppo «sociale») che non ha partorito poiché nella specie felina i piccoli sono spesso allevati «in nursery».
Dal terzo-quarto giorno successivo alla nascita, nella femmina allattante le ghiandole sebacee della linea intermammaria secernono feromoni definiti «di appagamento», le Apaisine, che nel gatto sono chiamate C.A.P. (Cat Appeasing Pheromone).
Queste secrezioni favoriscono la nascita del legame di attaccamento tra il gattino e la madre.
 
I feromoni escreti dalle ghiandole interdigitali sono deposti durante l’effettuazione delle graffiature e delimitano principalmente i campi di isolamento (ad esempio le zone di riposo) e di eliminazione.
 
I feromoni «di allarme» agiscono sia sull’individuo sia li ha emessi sia sui congeneri.
Sono deposti in occasione di uno stress violento (ad esempio durante una visita sanitaria) e sono secreti da ghiandole poste a livello dei cuscinetti plantari e dei sacchi anali.
La percezione di questi feromoni provoca sia nei conspecifici sia in animali appartenenti a specie differenti (ad esempio il cane) l’evitamento della zona marcata, tachicardia – tachipnea, midriasi e tremori.
Inoltre i feromoni di allarme emessi dalle ghiandole presenti a livello dei cuscinetti plantari sono legati a una proteina dotata di elevata adesività.
È necessario detergere accuratamente il tavolo da visita e il trasportino con acqua calda e sapone neutro in modo da eliminarli in modo definitivo, altrimenti durante la visita successiva o in seguito all’introduzione nel trasportino dopo qualche tempo, lo stato emozionale del gatto sarà immediatamente perturbato.
 
Negli anni ’90, grazie agli studi effettuati da Pageat sulla relazione esistente tra i feromoni facciali F3 e le marcature urinarie, nasce la feromonoterapia. Inizialmente i feromoni facciali erano raccolti grazie allo sfregamento con garze sul viso del gatto e collocati laddove erano presenti le marcature urinarie.
Il Medico Veterinario può avvalersi della feromonoterapia senza l’ausilio farmacologico oppure in associazione a psicofarmaci.
In occasione dell’adozione del gattino, della tinteggiatura delle mura domestiche, di un trasloco, di una vacanza in albergo o in appartamento, dell’inserimento di un nuovo animale, della nascita di un bambino o dell’arrivo di un ospite è possibile utilizzare i feromoni facciali d’identificazione frazione F3 (diffusore) collocandoli nella stanza maggiormente frequentata dal gattino/ gatto adulto. Il prodotto dovrà essere lasciato in sede giorno e notte.

Dott. Fabrizio Tucciarone
(Veterinario alla TrentoVet)