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Cartoline di Bruno Lucchi: Viterbo, novembre 2019

Ecco una storia da raccontare e da ascoltare. Certamente da non perdere!

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Oltre duemila chilometri in tre giorni.
Levico Terme - Saint Paul de Vence, in Costa Azzurra.
Dopo una notte di riposo, appuntamento di lavoro in una Galleria d'arte nel centro storico.
Cena, e ripartenza. Destinazione: Viterbo.
Fortunatamente mi piace viaggiare.
Preferibilmente senza il diluvio universale che mi ha accompagnato lungo tutto il percorso.
Lo scopo del viaggio ha certamente alleviato la fatica: assistere alla registrazione del programma Rai Che Storia è la Musica, ideatore, conduttore e direttore d'orchestra il maestro e amico Ezio Bosso.
«Da non perdere!» È l'imperativo che mi sono imposto, dopo aver avuto la fortuna di partecipare alla registrazione della prima puntata, a Busseto.
 
Ascoltare
Come nel Teatro della città natale di Giuseppe Verdi, anche all'interno dello splendido Teatro dell'Unione di Viterbo, divieto assoluto di fare foto durante il programma.
Peccato. Devo tenere la mia Nikon a riposo nella rigida custodia.
Pongo tutta la mia attenzione all'ascolto.
Mi tuffo felicemente nella Musica dell'Europe Philarmonic Orchestra.
In questi due giorni di prove comprendo perché, Ezio, si sia innamorato del verbo «ascoltare».
Nel fruscio impercettibile che c'è dentro una nota, dentro una vibrazione perfetta, c'è il mondo.
«In ogni singola nota c'è una storia da raccontare e da ascoltare.»
(E.Bosso)
 
Concerto visivo.
Non ero mai stato a Viterbo.
D'obbligo, nelle pause di registrazione, visitare la città, una volta sede della Corte Pontificia e, ancor oggi, ultima tappa della Via Francigena che porta alla città eterna: Roma.
È novembre.
Il meteo svolge doverosamente il proprio compito di stagione: pioggia, pioggia, pioggia.
Nelle orecchie mi risuona ancora la «Patetica» di Caikovskij.
Negli occhi ecco specchiarsi un concerto visivo, come fosse controcanto.
Dinamica immaginaria, la mia.
Corso Italia, l'inizio dolce - dove pare tutti si conoscano - con un crescendo pianissimo, lentamente ma con brio proseguo; via Roma prosegue forte nel suo susseguirsi di negozi, bar, ristoranti, poi via San Lorenzo fortissimo, fino al finale in levare, da lasciare col fiato sospeso:
Il Palazzo dei Papi con a fianco la Loggia, pagina visiva e sonora in sei movimenti.
I palazzi si susseguono con un ritmo musicale preciso.
Armonie da ascoltare con gli occhi. Nessuna dissonanza.
Variazioni, tonalità diverse, accordi, armonie architettoniche. Suoni contemporanei.
Viterbo si presta ad analogie musicali, le cerca, le suggerisce. Le regala.
La Fontana di Nettuno gocciola a ritmo contento.
Anche la pioggia, fastidiosa, fa musica sui tetti.
Gradini scavati come scala musicale mi accompagnano alla Casa di Valentino della Pagnotta dove la tensione dei due archi esplode in un allegro gioioso.
 
Tempo condiviso.
Il cielo grigio monocromo non permette alla cara Nikon di catturare l'aria serena che vibra nelle vie.
Varcare la soglia del borgo antico è come entrare in un universo compositivo rubato al tempo.
Un'orchestra di pietre le strette vie.
Porte corrose cantano con il loro cigolio. Finestre vissute nel loro aprirsi suonano. Decine di scale antiche. Portici dalla cassa acustica ideale per concerti all'aperto. Piccole logge dalla risonanza perfetta.  Armonie antiche a disposizione di tutti.
 
Si è fatto tardi. Di corsa ritorno al Teatro, è di nuovo tempo di registrazione. Incontro Ezio sulla soglia d'ingresso, lo ringrazio per la bellezza del concerto. Sorridendo, dice: «Bruno, la Musica tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere tempo condiviso».
 
È vero.
Penso alle mie Cartoline, sono - forse - un po' musica anch'esse.
Tempo condiviso.
Con voi.
 
Bruno Lucchi.



























 Bruno Lucchi 
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
info@brunolucchi.it
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737
www.brunolucchi.it
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