Cartoline di Bruno Lucchi: «E il Racconto prese Forma»
Il Racconto ha inizio da un nulla. Nulla. Non esisteva niente. Poi un filo...
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Il Racconto ha inizio da un nulla. Nulla. Non esisteva niente.
Poi un filo. Un filo di voce. Di luce. Poi altri fili si aggiungono a quel primo filo.
È un aggomitolare di parole. Una creazione. Una fioritura di parole.
Racconto da custodire. Il Racconto diventa storia. Sacra. Parole dove tutto è contenuto.
Memorie raccontate, scambiate. Parole antiche sussurrate al cuore, gridate nel deserto, versate nei torrenti, soffiate nei secoli dal vento.
Il Racconto poi si infittisce: storie di roveti ardenti, di esodi, di pianti di donne, di sogni, di idoli, di torri costruite per essere distrutte, di promesse di profeti. Di giardini che cantano l'amore. Racconti di Dio.
Racconti di umanità narrati ed ascoltati, iscritti nelle pietre, trascritti in rotoli di pelle finimente conciate.
Mille storie consegnate di generazioni in generazioni.
Poi, a distanza di migliaia di anni, per ispirazione divina, nel grembo di una Donna carica di preghiere, viene donato un Racconto nuovo. Un uomo alato regala sorrisi e parole che accendono gli occhi e l'anima.
È primavera in terra.
Siamo nel cuore del Racconto. È altro il luogo dove Dio ama scrivere. È nel grembo di Donna. È scrivere nella vita dell'uomo.
Le sue non sono pagine finite. Un lampo di creatività. Un altro.
…e il Racconto prese forma
con le doglie di un parto,
con il vagito di un Bimbo.
Nel silenzio di una notte.
…e il Racconto prese forma
quella notte di duemila anni fa,
su un giaciglio di ruvida paglia
in un nido di fasce ornate di stelle e di fiori.
Per cura di mani umane.
Gianni Sicoli
Queste parole del carissimo Gianni, nel Natale 2018, nella ricorrenza del centenario dell’ultimo Natale della Grande guerra, raccontava la Buona Novella, nella mostra «Parole scavate» al forte delle Benne a Levico terme.
Le stesse sculture che oggi sono alla Spectrum Kirche a Passau e accompagnano i disegni che interpretano i versetti del vangelo, nella mostra pastorale degli artisti della diocesi in Baviera.
Elemento in comune dei disegni: una stella che brilla e illumina la scena, raccontano della Natività, dell’Annunciazione, del Battesimo di Gesù e del Martirio di Santo Stefano.
Così scrive l’amica Carmela Perucchetti nel prezioso catalogo che accompagna la mostra, «Zum Licht/Verso la luce», visitabile fino al 2 febbraio:
Dare Luce
Con le dieci chine che vanno a illustrare i vangeli del Natale lo scultore Bruno Lucchi torna alla mai sopita passione per la grafica, che da sempre accompagna silenziosamente la sua ricerca di nuove forme ed espressività.
Nella continuità di un percorso narrativo nitido e concentrato sui dati essenziali, l’artista trentino va ad evidenziare due elementi ricorrenti, una sorta di trait d’union interiore: la presenza costante di una Luce («Veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo», Gv, 1,9) in forma di astro raggiato, ad indicare nell’Incarnazione la dimensione verticale che unisce cielo e terra, e la presenza della figura angelica, un soggetto particolarmente caro all’artista che lo ha realizzato in più versioni nella sua opera scultorea.
Paesaggi e sfondi fittamente decorati, al limite dell’irreale, incorniciano i personaggi evidenziandone gesti ed atteggiamenti, in un insieme compositivo che ben «illustra» il testo sacro nella sua accezione latina originaria in lustrum, mettere in luce, ovvero chiarire attraverso l’immagine il significato della parola.
Questo il compito primario ed insostituibile della figurazione del sacro, capace, come magistralmente espresso nella riflessione sull’arte di san Paolo VI, di dare visibilità all’ineffabile.
Carmela Perucchetti
Bruno Lucchi Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento info@brunolucchi.it +39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 www.brunolucchi.it https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/ https://www.instagam.com/lucchibruno/ |
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