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Il 21 novembre di 100 anni fa moriva Francesco Giuseppe

L’impero Austro Ungarico gli sopravvisse solo di due anni: l'Ottocento finì con lui

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Francesco Giuseppe nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, figlio maggiore dell'Arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena e di sua moglie Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera.
Nel 1835 era salito al trono imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, il quale però era debole di mente e non aveva avuto figli.
Presagendo la successione, l'Arciduca Francesco Carlo (che era il primo in linea di successione dopo il fratello imperatore), rifiutò e la scelta di successione ricadde perciò su Francesco Giuseppe, allora giovane arciduca di appena 5 anni, che venne perciò cresciuto dalla madre con l'intento un giorno di farne l'erede al trono austriaco.
 
Alla giovane età di tredici anni, Francesco Giuseppe intraprese la carriera militare, venne nominato colonnello e fu da questo momento che iniziò ad indossare quella caratteristica uniforme grigio-verde che lo contraddistinguerà in molti dei suoi ritratti ufficiali e di vita quotidiana.
A seguito della rinuncia del Cancelliere Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni del 1848, il giovane Arciduca Francesco Giuseppe venne proposto per la successione allo zio, che era ormai in procinto di abdicare.
Francesco Giuseppe si diresse sul fronte italiano, aiutando il Feldmaresciallo Radetzky nella sua campagna partita da Milano il 29 aprile di quell'anno, ricevendo il proprio battesimo del fuoco il 6 maggio 1848 nella Battaglia di Santa Lucia.
 
Dal momento che Vienna era in tumulto, il giovane imperatore venne richiamato a Innsbruck, nel Tirolo, dove si era rifugiata la famiglia imperiale, e qui fece per la prima volta la conoscenza di sua cugina Elisabetta di Baviera (che poi diverrà sua moglie.
Dopo la vittoria conseguita sugli italiani a Custoza nel luglio del 1848, la corte tornò a Vienna e Francesco Giuseppe con essa. Vienna era però ancora in tumulto e così dopo poco tempo, la corte si trasferì ad Olomouc in Moravia.
Il 2 dicembre 1848, lo zio Ferdinando abdicò e alla rinuncia di suo padre Francesco Giuseppe, fino ad allora chiamato semplicemente Franz, poté assurgere al trono imperiale austriaco adottando il nome di Francesco Giuseppe: il primo in memoria del nonno e il secondo in memoria dell'antenato Giuseppe II, uno dei massimi riformatori dell'Impero.
 

 
Francesco Giuseppe dovette ben presto fronteggiare nuove battaglie in Italia, con re Carlo Alberto di Savoia che nel marzo del 1849 incominciò delle ostilità per accogliere il desiderio dei lombardi di essere annessi al Piemonte piuttosto che all'Austria.
Ben presto, però, la sorte militare propense per Francesco Giuseppe e le sue giubbe bianche austriache, Carlo Alberto venne battuto in maniera decisiva da Radetzky nella Battaglia di Novara e forzato ad abdicare al suo trono.

Nel 1854, approssimatosi il tempo delle sue nozze, per Francesco Giuseppe si prospettava una scelta fra le migliori principesse delle alte corti europee: per lui erano stati proposti nomi come Elisabetta Francesca d'Asburgo-Lorena, Anna di Prussia.
Queste opportunità, effettivamente, avevano più che altro un carattere prettamente politico e come tale erano state suggerite dalla madre Sofia.
L'Arciduchessa, vedendo l'Imperatore sempre più restio al matrimonio, optò per una cugina prima di Francesco Giuseppe, Elena di Baviera, figlia maggiore di sua sorella e del duca Massimiliano in Baviera.
Ma il carattere imprevedibile e l'amore irrefrenabile di Francesco Giuseppe fecero ricadere, contro ogni previsione, la scelta sulla sorella sedicenne di Elena, Elisabetta (meglio conosciuta come Sissi.
I due si sposarono il 24 aprile 1854 nella chiesa degli agostiniani di Vienna e da quel momento Elisabetta si dimostrò sempre una figura importante nelle scelte di Francesco Giuseppe, soprattutto nel mutato atteggiamento verso l'Ungheria.
 

Incoronato Re d'Ungheria.
 
Nel 1954, il mancato intervento nella Guerra di Crimea isolò l'Austria in Europa e soprattutto permise al Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II di Savoia di aumentare la sua influenza con Francia e Inghilterra.
Grazie alla cessione di Nizza e della Savoia e forse anche all'aiuto dato in Crimea, il Regno di Sardegna ottenne a sua volta l'aiuto della Francia di Napoleone III, nel 1859, per attuare la seconda guerra di indipendenza.
L’andamento della guerra fu disastroso e, dopo la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino, si vide costretto a firmare l'Armistizio di Villafranca che sanciva la cessione della Lombardia al Regno di Sardegna.
Ma riuscì a mantenere sotto il controllo dell'impero asburgico il Veneto nonostante le pressioni diplomatiche dei Savoia, i quali furono costretti a ratificare il trattato poiché l'imperatore francese aveva fretta di concludere la guerra in modo da non attirare critiche verso la propria politica estera.
 
Le sconfitte del 1866 indussero Francesco Giuseppe a occuparsi dei territori orientali del suo Stato e soprattutto del mai risolto problema dell'Ungheria.
Nel 1867 sotto l'influsso dell'imperatrice e del conte Andrássy si arrivò ad un compromesso (Ausgleich) con l'Ungheria, che divideva l'impero in due territori: la Cisleitania e la Transleitania (rispettivamente «al di qua» e «al di là» del fiume Leita), che mantenevano in comune il monarca, il ministro degli esteri e il ministero della guerra. Da allora lo Stato retto dalla monarchia asburgica venne chiamato Austria-Ungheria.
 

La famiglia di Francesco Giuseppe nel 1861.
 
Durante gli anni settanta del secolo l'Austria-Ungheria fu impegnata a livello internazionale in diverse alleanze quali il Dreikaiserbund (Alleanza dei tre imperatori) con l'Impero tedesco di Otto von Bismarck e l'Impero russo nel 1873; dalla Duplice alleanza con l'Impero tedesco nel 1879, divenuta nel 1882 Triplice alleanza con l'adesione del Regno d'Italia.
Nel 1878 all'Austria-Ungheria fu affidata l'amministrazione fiduciaria della Bosnia-Erzegovina, secondo quanto previsto dal Congresso di Berlino dello stesso anno.
Questa amministrazione fiduciaria, come molti presagivano, divenne poi un'annessione, approvata con un atto unilaterale dell'Impero risalente al 1908.
La decisione contribuì sostanzialmente all'allontanamento sempre più marcato della Russia, già in rotta di collisione con l'Impero Asburgico da anni, e dell'Italia, che seppur alleata non venne nemmeno informata della imminente annessione, particolare che fornirà al Regno d'Italia un appiglio diplomatico cui aggrapparsi nel denunciare la Triplice alleanza al momento dello scoppio della prima guerra mondiale.
 
L’imperatrice Elisabetta (Sissi, nella foto) venne uccisa nel 1898 dall'anarchico italiano Luigi Lucheni, e Francesco Giuseppe portò questo enorme peso per tutto il resto dei suoi giorni.
L'assassinio dell'erede al trono Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo per mano dell'irredentista bosniaco Gavrilo Princip che faceva parte della Mlada Bosna (Giovane Bosnia) il 28 giugno 1914, è considerato oggi l'evento scatenante della prima guerra mondiale, ma per Francesco Giuseppe rappresentò l'ennesimo evento luttuoso che lo colpì in quei duri anni.
In realtà la situazione europea dopo la morte di Bismarck si era evoluta verso la formazione di alleanze contrapposte, in seguito alla preoccupante aggressività della politica estera germanica.
E l'Austria che si gettò a capofitto nell'aggressione alla Serbia era un'Austria che alle spalle poteva contare solo sull'appoggio tedesco, e che oltretutto non era capace di vedere quali sarebbero state le conseguenze di una guerra con la Serbia, che secondo lo Stato Maggiore asburgico avrebbe potuto essere limitata allo scenario balcanico.
 

Francesco Giuseppe nel 1885.

Con l'ultimatum umiliante, inviato a Belgrado, Vienna dette inizio a una serie di automatismi con la mobilitazione generale russa, seguita dall'ultimatum tedesco alla Russia di sospendere la mobilitazione (rifiutato) e conseguente messa in atto tedesca del Piano Schlieffen con scoppio della guerra, che non si fermarono finché tutte le maggiori potenze europee non si ritrovarono in guerra.
Francesco Giuseppe, ormai ottuagenario, era piuttosto restio a firmare l'atto di guerra alla Serbia, ma non ebbe scelta a causa delle forti pressioni dell'esercito e della diplomazia che sostenevano la necessità dell'intervento.
Il vecchio imperatore firmò, ammonendo i presenti con la celebre frase « La guerra! Lor signori non sanno cos'è la guerra! Io lo so... da Solferino» e lasciò la conduzione del conflitto ai militari, rifiutandosi di intervenire nelle decisioni delle strategie belliche.
 
Francesco Giuseppe morì a causa di una polmonite, al Castello di Schönbrunn la sera del 21 novembre 1916 a ottantasei anni, dopo sessantotto anni di regno.
I funerali si tennero il 30 novembre successivo con una processione lungo la Ringstrasse aperta da due palafrenieri con fiaccole, seguiti da uno squadrone di cavalleria e da una lunga fila di berline nere trainate da cavalli con i più alti funzionari dello Stato asburgico.
Infine il carro funebre, drappeggiato di nero, con la bara, trainato da otto cavalli neri.
A Francesco Giuseppe successe alla guida dell'Impero il pronipote Carlo I d'Austria, poi dichiarato da papa Giovanni Paolo II «beato», ma l'Impero, a seguito degli esiti della prima guerra mondiale, gli sopravvisse solo altri 2 anni.
 

Francesco Giuseppe nel 1914.

La sobrietà dell'imperatore era leggendaria: il suo pranzo, spesso consumato sulla scrivania, consisteva il più delle volte in un solo piatto di carne e verdura unitamente a un bicchiere di buona birra bavarese forte.
A cena, nella stagione calda, si accontentava di una porzione di yogurt con qualche fetta di pane integrale. Alla sua tavola usava servizi modesti, riservando quelli preziosi per le grandi occasioni di corte.
Di vizi ne aveva pochi e uno di questi era il fumo: da giovane i famosi sigari Virginia, quelli con la paglietta dentro, preferiti da tutti gli ufficiali dell'impero.
Più tardi, quando il medico glieli proibì, si dedicò a fumare sigari più leggeri.
Parco, ma non avaro, vestiva sempre la stessa divisa militare in linea con il suo spirito spartano e di attaccamento all'esercito.
 
Gran signore, riceveva tutti, ma non sopportava gli adulatori, come non poteva soffrire i chiacchieroni.
Egli stesso parlava poco, a voce bassa, ma chiara, usando con la stessa disinvoltura il tedesco e le altre principali lingue europee.
Francesco Giuseppe fu uomo tradizionalista e sempre legato al passato. Di lui si sa che in tutta la sua vita non usò mai il telefono (che verso la fine del secolo era ormai diventato strumento indispensabile del lavoro delle cancellerie e degli uffici di governo), al punto da non tollerarne nemmeno il suono.
Al sovrano non piacevano nemmeno le automobili e rimase sempre fedele alle carrozze e ai cavalli, salendo a bordo di un veicolo una volta sola, in presenza del re d'Inghilterra che era suo ospite.
Francesco Giuseppe era avverso alla maggior parte delle tecnologie moderne, vestendo sempre secondo le mode della sua adolescenza e non accettando mai di installare a corte un bagno con acqua calda corrente, dal momento che era legato al bagno in tinozza.
Una sola eccezione era rappresentata, nella sua vita, dal telegrafo, invenzione di cui faceva larghissimo uso.
 

 
Francesco Giuseppe fu un marito sempre innamorato di sua moglie, come riportano le cronache, e lo fu per tutta la vita con quella costanza e tenera indulgenza non rare negli Asburgo.
Dal 1883 egli iniziò tuttavia a frequentare l'attrice Katharina Schratt, relazione che si mantenne sempre e solo sul piano dell'amicizia e che venne favorita dalla stessa imperatrice Elisabetta, che iniziava a rendersi conto di come il marito avesse bisogno di distrazioni dalla sua vita così piena.
Francesco Giuseppe ammirava di Katharina le grandi doti artistiche e vi trovava tutto quello che la moglie Elisabetta non poteva o non voleva dargli in quanto era semplice, allegra, molto comprensiva, una brava e solida donna austriaca come piacevano all'imperatore, che non dava problemi, priva di quelle cupe complicazioni intellettuali e delle tempeste romantiche che rendevano poco riposante la compagnia della moglie.
In compagnia di Katharina e conversando con lei, l'imperatore trovava un momento di calma e di riposo dal suo duro lavoro.

Si ringrazia Wikipedia per le note e per le immagini.

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