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Schützen: tre nomi, un’unica storia – Di Maurizio Panizza

A Palazzo Trentini apre oggi una rassegna del tutto originale che rivela come le milizie popolari volontarie abbiano per secoli difeso la nostra terra

Se ancora oggi qualcuno pensa che gli Schützen siano in Trentino il frutto di una ben riuscita invenzione a fini nostalgici o folkloristici, visitando la mostra che si apre oggi a Palazzo Trentini dovrà per forza ricredersi.
Non solo per il fatto che la Provincia apre le porte ad una storia fin qui poco raccontata, ma soprattutto perchè questa «storia» è qui ottimamente documentata con inequivocabili testimonianze d’epoca, manoscritti, disegni e fotografie che attraverso un percorso espositivo porterà i visitatori a ritroso fino al 1468.
È quello, infatti, l’anno in cui per la prima volta il nome degli Schützen, chiamati anche Sizzeri o Bersaglieri Tirolesi, compare su di un manoscritto che sancisce un accordo fra il Principe Vescovo di Trento e il Conte del Tirolo per l’affidamento di un primo contingente, seppur ancora ridotto, di Schützen.
 
Altri avvenimenti segneranno in seguito l’impegno attivo sul territorio del Tirolo meridionale (l’attuale Trentino) da parte dei bersaglieri, compresa la battaglia del 10 agosto 1487 vinta dalle truppe tirolesi sul più numeroso esercito della Repubblica di Venezia, guidato da Roberto da Sanseverino.
Così come accadde nel secolo successivo, esattamente nel 1511, quando con il «Landlibell» stipulato a Innsbruck dall’Imperatore e Conte del Tirolo Massimiliano Primo d’Asburgo e i principi vescovi di Trento e Bressanone fu sancita l’istituzione degli Schützen come corpo di difesa del Tirolo.
Con tale accordo di fatto venne ratificata la difesa dei confini tirolesi, con un patto di confederazione perpetua che legava i due principati vescovili con la contea del Tirolo.
 
Da lì in poi, nei secoli successivi la storia degli Schützen si identificherà indissolubilmente con la difesa territoriale del Tirolo e vedrà, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’ardua resistenza sul fronte meridionale da parte degli Standschützen, volontari civili troppo giovani o troppo anziani per entrare nelle file dell’esercito regolare.
Ora, dopo più di un anno di lavoro rigoroso e sistematico, la rassegna dedicata agli Schützen è dunque pronta per farsi scoprire grazie a chi ha curato questo progetto.
Il coordinamento è di Federico Maraner, non nuovo a lavori di ricostruzione storica; la ricerca è di Marco Ischia, mentre i testi sono ancora di Ischia, Roberto Bazzanella e Romina Zanon.
 
Una parte significativa, che dà il senso di un’identità ancora attuale, è stata invece affidata all’obbiettivo del fotografo trentino Luca Chistè che ha saputo fissare volti e momenti di una «storia» che ora, dopo essere stata riscoperta, non deve più essere dimenticata.
La rassegna rimarrà aperta con ingresso gratuito fino al 25 giugno, dal lunedì al venerdì con orario 9.30 - 18.30, al sabato dalle 9.30 alle 12.30.

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