Home | Rubriche | Da una foto una storia | Un rio, la metafora della vita – Di Maurizio Panizza

Un rio, la metafora della vita – Di Maurizio Panizza

Il Rio Cavallo (in cimbro Rosspach), che nel basso Trentino scende da Folgaria verso Calliano

image

>
Non è l’Adige e neppure il Po, né può essere la Senna, oppure il Danubio. Ma la sua è un’acqua nuova, limpida, trasparente e pura come una giovinetta.
È un’acqua speciale, questa, che ci scivola fra le dita, perché è un’acqua fresca e viva di montagna.
Scorre via scattante, quasi dispettosa, perdendosi fra quei massi e fra quei ciottoli che con pazienza ha saputo arrotondare in secoli di vita, sparendo poi alla vista per un momento, per apparire di nuovo poco più sotto, quasi per incanto.
È un’acqua cheta che tuttavia, soprattutto in passato, in qualche caso sapeva anche essere rabbiosa.
L’acqua, infatti, è un elemento di natura al quale non si comanda, che forma e che trasforma il paesaggio circostante. Eppure, voglio convincermi che quest’acqua è la stessa di un tempo.
 

 
Mi emoziono pensando che tutto è rimasto come allora, come quando dal Castello di Beseno occhi di bambino guardavano giù, osservando dall’alto quella piccola strada d’acqua.
Ne sono certo, la via è sempre la stessa: i salti nel vuoto, le brusche interruzioni, l’acqua che poi si distende e che dopo riprende corsa, che si lancia nel nulla, che si infila rapida in misteriosi antri oscuri… Ogni cosa è rimasta come allora.
Poi da lontano, curiosamente tutto sembra in discesa, ma non è proprio così.
Come in una metafora della vita, anche l’acqua, dopo avere conosciuto l’alto e il basso, il bene e il male, sa ritornare sui propri passi e risalire il monte per poi riprendere nuovamente il suo cammino.
 

 
Pensando a tutto ciò, come un antico viandante sto camminando piano sulle sponde del torrente così come si percorrono le strade della vita.
È un continuo e gradevole trovare e ritrovarsi, un’altalena del tempo che abbraccia i secoli della nostra Storia.
Perché questo - dobbiamo pur dirlo - non è un posto qualsiasi: qui i passi si perdono tranquilli e uno dopo l’altro ti portano in un luogo magico, quasi senza tempo.
Questo, ricorda, è il Rio Cavallo, il posto giusto per chi sa ascoltare.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande