Giovani in azione: Michela Tomasini – Di Astrid Panizza
Una trentina ai Caraibi: la sua vita e la sua passione per la naturopatia
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«In realtà arrivare qui ad Antigua è stato quasi un imprevisto, o forse più semplicemente doveva andare così.»
Comincia con queste parole la chiacchierata via Skype con Michela Tomasini, 30 anni, originaria di Mori, ma da due anni in trasferta ai Caraibi con il suo compagno, Corrado, e Aliseo, il loro bambino di due anni e mezzo.
«Sia io che il mio compagno abbiamo preso questa decisione con serenità, come una cosa naturale. Del resto lui fa l'istruttore di kitesurf e si divideva già tra il Lago di Garda d'estate e diversi Paesi esteri durante l'inverno.
«A quel tempo – prosegue Michela – quando abbiamo iniziato a frequentarci, ero iscritta alla scuola di Naturopatia e quindi la mia idea era quella di finire e poi specializzarmi e trovare un lavoro, insomma costruirmi un futuro in Italia.
«Poi sono rimasta incinta e per me quello è stato un fulmine a ciel sereno: mi sono vista crollare addosso i progetti che mi ero costruita e che alimentavano la mia voglia di imparare.
«La fortuna è stata che il mio compagno è riuscito a darmi la forza di cui avevo bisogno in quel momento, e di questo lo ringrazierò per sempre.
«Lui è molto più riflessivo e calmo rispetto a me e mi ha fatto capire che il nostro bambino sarebbe arrivato per unirci e per farci stare assieme, non per squilibrare la nostra esistenza.
«Ed è stato proprio da lì che abbiamo iniziato a pensato di andare a vivere in un posto che poteva andare bene a tutti e tre. In realtà, non avevamo nulla da perdere.»
Quindi vuoi dire che non è stato difficile lasciare tutto e partire?
«Aspetta, ti spiego. Mentre ero in gravidanza ho concluso gli studi alla scuola di Naturopatia Riza e quel periodo mi ha aiutato molto perché mi ha dato la possibilità di un'introspezione e ho capito quanto sia necessario che una mamma si dedichi al proprio bambino nella maniera più personale possibile.
«Poi è nato Aliseo, che abbiamo chiamato così per via dei venti che toccano i Caraibi. La decisone di partire, l’abbiamo presa nel 2017, qualche mese dalla sua nascita, dopo avere preparato tutto per il nostro trasferimento ad Antigua.
«In quel momento, io ho fatto la scelta di dedicarmi completamente al mio bambino e per me quella è stata la cosa più bella liberarmi dalle classiche convenzioni e dai condizionamenti sociali.
«In Italia, purtroppo, abbiamo lasciato le nostre famiglie, basi solide su cui fare comunque riferimento. L'indole mia e di Corrado è sempre stata quella di viaggiare e dunque quest'opportunità è stata in fondo la realizzazione di un sogno.
«Ai Caraibi, infatti, lui ha la possibilità di lavorare tutto l'anno e quindi, perché non far crescere il piccolo Aliseo tra il sole e le onde del Mar dei Caraibi?
«Con il piccolo ho imparato molto ad ascoltare il mio cuore, innanzitutto, e guardo a lui per capire di cosa ha realmente bisogno. I bisogni dei più piccoli sono pochi. Se c'è amore e c'è la famiglia, il bambino è tranquillo. Noi qui viviamo benissimo.»
Ma alla fine sei riuscita a conciliare l’attenzione per Aliseo con la tua passione per la naturopatia?
«Direi che non ho mai smesso, nonostante l’impegno che comporta un bambino piccolo. Dopo la scuola ho continuato con l'interesse verso la naturopatia perché per me abbracciare questa disciplina significa anche seguire uno stile di vita.
«Durante la quarantena, poi, ho trovato un po' più di tempo per me ed ho capito allora che era il momento per creare qualcosa di più e così è arrivata la mia pagina Facebook e ora sto creando anche un sito web.
«È stato il momento giusto per abbattere i timori che prima potevano esserci dettati dalla tecnologia e dalla lontananza perché una persona come me, dall’altro lato dell’Atlantico, si può proporre solamente in forma digitale per l'Italia, ma adesso con l'avvicinamento al mondo virtuale dato dal virus ho preso familiarità con la tastiera del pc e così si è concretizzata la possibilità di trovare persone che abbiano voglia di una consulenza, seppure per il momento online.»
Come si può spiegare in poche parole la nauropatia a qualcuno che non la conosce?
«È una prevenzione, un ricercare dal mondo naturale le possibili situazioni a malesseri e conflitti di natura psicologica ed emotiva di una persona.
«Qualche esempio che posso farti è prepararsi al meglio all'inverno con cicli di depurazione naturali in autunno e rimedi che aiutino a rinforzare il sistema immunitario, oppure facendo la stessa cosa in primavera in vista della stagione delle allergie.
«Il punto focale è mettere al centro la persona intesa come un tutt'uno. Infatti, non si agisce sul sintomo, ma sulla causa.»
«È un settore davvero ampio – racconta Michela – e la mia strada, quella attraverso la quale posso riuscire a capire meglio le persone, passa sicuramente anche dall'essere mamma, quel ruolo che da due anni a questa parte è il mio mondo a 360 gradi.
«Se per esempio viene da me una mamma in difficoltà, che ha bisogno di capire se stessa e il suo bambino, bene, io in quel momento ritorno indietro nel tempo perché oltre ad aver studiato a scuola, quella sua esperienza l'ho vissuta anch’io sulla mia pelle e ricordo me in quella sua stessa situazione.»
«È importante che le persone capiscano che la naturopatia non è una soluzione rapida, ma richiede tempo e pazienza e che la risposta è molto soggettiva, diversa da persona a persona. Un lavoro d’introspezione accurata che coinvolge aspetti fisici e psichici e suscettibile di risultati che toccano tutto l'essere umano.
«Mi preme tuttavia sottolineare che la naturopatia non può sostituirsi in toto alla medicina tradizionale: è compito del naturopata capire fin dove ci si possa spingere con i metodi naturali. Ci sono infatti delle situazioni in cui i medicinali non possono essere sostituiti, come per esempio in caso di malattie importanti.»
Dopo due anni che sei qui ad Antigua, tornando indietro rifaresti tutto quanto allo stesso modo?
«Assolutamente sì. Questo è un sogno realizzato perché viaggiare e scoprire posti nuovi è sempre stato il desiderio mio e di Corrado. Sinceramente, consiglio a tutte le persone di qualsiasi età, di viaggiare tanto e di conoscere il mondo. Aiuta ad aprire il cuore e la mente. E non è vero che servono tanti soldi, piuttosto, il più delle volte serve tanto coraggio e voglia di mettersi in discussione per uscire dalla propria zona di comfort. Quando poi si parte, il senso del viaggio verrà da sé.
Astrid Panizza – a.panizza@ladigetto.it
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