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Trentini in azione: il Nucleo Elicotteri – Di Astrid Panizza

Nell’ultimo anno gli interventi sono stati circa 3.500: 600 di supporto tecnico e 2.900 di soccorso sanitario, di cui 500 in notturna

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Li sentiamo spesso volare sopra le nostre teste e al vederli ci chiediamo sempre dove sono diretti e chi stanno andando ad aiutare.
Sono loro, gli elicotteri di soccorso, che per primi raggiungono persone in difficoltà dopo la chiamata al 112.
Il Nucleo Elicotteri, però, non interviene solo in caso di incidenti, nella ricerca di dispersi o di persone travolte da valanghe, ma anche nel soccorso di persone colpite da infarto, nel trasferimento di pazienti da ospedale a ospedale, nello spegnimento degli incendi boschivi e in molti altri impieghi di supporto ai Servizi della Provincia.
 
Attivo dal 1959, il Nucleo Elicotteri fu istituito inizialmente dalla Regione Trentino Alto Adige, per poi passare, nel 1980, alla Provincia di Trento che ne affidò la gestione al Corpo permanente dei Vigili del Fuoco.
Il Comandante del Nucleo, Piergiorgio Rosati ci racconta che inizialmente il servizio era stato pensato per trasportare i feriti dal luogo dell'incidente, all'ospedale.
Oggi, invece, gli elicotteri di soccorso sono un vero e proprio «ospedale in volo», con equipaggi di 5 persone composti da pilota, tecnico, medico, infermiere, operatore del soccorso alpino e, in caso di soccorso valanghe, anche dal cinofilo con il suo cane.
 
D'estate, inoltre, c'è anche la presenza di un sommozzatore in caso di soccorso in acqua.
«In totale gli operatori impegnati nel soccorso – continua Rosati – sono circa novanta, divisi su tre turni, compreso quello notturno.
«In merito ai nostri mezzi, gli elicotteri destinati al soccorso di persone in difficoltà sono tre, mentre due sono invece quelli di supporto dedicati alla protezione civile per servizi vari.»
Per quanto riguarda il numero degli interventi di quest'anno, sono stati circa 3.500, di cui 600 di supporto tecnico e 2.900 di soccorso sanitario (tra i quali 500 in notturna).
 

 
Gli interventi notturni sono in fortissima crescita da quando, nel 2018, è stato introdotto il visore notturno che permette di volare con il buio.
D'inverno la media di interventi al giorno è di 5 e 3 per la notte.
D'estate, invece, il numero aumenta in maniera considerevole toccando i 20 interventi giornalieri e i 5 in media ogni notte.
In compenso i tempi di soccorso sono sempre molto rapidi. Infatti, da quando il 112 trasmette l'indicazione del luogo dell'incidente a quando l'elicottero si alza in volo, passano meno di 2 minuti, tempo in cui gli operatori prendono il necessario per quel tipo di emergenza e salgono a bordo.
 
«Il pilota, però, inizialmente non conosce la dinamica dell'accaduto a differenza del resto dell'equipaggio – ci racconta Davide Bruseghini, giovane pilota in carico al Nucleo dal 2019 – questo per evitare di incorrere in turbamenti psicologici. D'altronde, anche noi siamo umani.»
Fondamentale è pure il ruolo dei tecnici che si occupano sia della manutenzione meccanica dei mezzi a terra, che del soccorso vero e proprio e della sicurezza.
«Ogni bullone deve essere inserito correttamente – ci spiega il tecnico Fausto Zambelli, uno dei veterani del gruppo – precisione e pazienza sono imprescindibili in questo lavoro.
«È necessario prevenire ogni sorta di incidente che in volo potrebbe essere causato da qualsiasi piccola banalità e rivelarsi fatale.»
 
Si tratta, quindi, di un lavoro estremamente rigoroso svolto all’interno di un team costantemente aggiornato, che rende ogni persona dell'equipaggio un tassello vitale e responsabile per la riuscita dell'operazione.
«E quando poi riceviamo lettere di ringraziamento dalle persone che abbiamo soccorso, ci si riempie il cuore di gioia – conclude il Comandante – è il grazie più grande che possiamo ricevere.»

Astrid Panizza – a.panizza@ladigetto.it


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