Premiato il volume di Ivano Asperti – Di Giuseppe Casagrande
In 400 pagine ha riportato alla luce, con schede storiche di rigorosa esattezza, oltre 290 vitigni territoriali: dal Trentino alle Cinque Terre, dal Friuli a Pantelleria

Un esempio di viticoltura eroica: le vigne di Sassello Inferno e Sfursat della Valtellina.
Un premio meritatissimo. Qualche settimana fa avevamo recensito il volume di Ivano Asperti sui vitigni rari e antichi dell'antica Enotria (ampio spazio aveva dedicato anche al Trentino Alto Adige). Di ieri è la notizia che la giuria del Gourmand World Cookbook Awards ha assegnato alla monumentale opera un premio speciale. In concorso vi erano 1.558 volumi provenienti da 227 Paesi e regioni del mondo: 1.393 nella sezione Food Culture e 165 nella sezione Drink Culture. La premiazione avrà luogo a Umea, in Svezia, il 2 giugno prossimo.
Il volume «Vitigni, vini rari e antichi» (Cinquesensi editore) di Ivano Asperti, scrittore di vino e commissario degustatore nei concorsi enologici nazionali, ha richiesto, come avevamo scritto, un lungo periodo di studio, selezione e assaggi. Un'opera ponderosa la sua, costruita con la pazienza di un ricercatore attento e con l’entusiastica determinazione di chi è mosso, prima di tutto, dalla passione.
Coltura eroica della Valle d'Aosta con migliaia di muretti a secco.
Quei piccolissimi fazzoletti di terra strappati al mare e alla montagna
Un libro prezioso che andrà a integrarsi alla già nutrita biblioteca relativa alla viticoltura e alla civiltà del vino.
Dedicato ai curiosi, a chi ama il vino, a tutti coloro che mantengono salde le radici, le tradizioni e guardano avanti fieri, consapevoli del proprio passato, il volume si propone come riferimento di consultazione e approfondimento per gli operatori del settore, stimolando altresì altri vignaioli di nicchia a proporsi in termini più riconosciuti e visibili.
Nelle oltre 400 pagine Ivano Asperti riporta alla luce, con schede storiche e tecniche di rigorosa esattezza, oltre 290 vitigni territoriali, alcuni dei quali coltivati in piccolissimi fazzoletti di terra in ogni latitudine e longitudine del Bel Paese: una ricchezza storico viticola italiana, che una nicchia di coltivatori di frontiera sta coraggiosamente tentando di salvaguardare e di proporre all’attenzione di una nuova economia sempre più attenta alla salvaguardia dei prodotti identitari e di filiera.
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - g.casagrande@ladigetto.it
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