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Prosit con Follador Prosecco 1769 – Di Giuseppe Casagrande

Quest'anno la famiglia di Col San Martino festeggia una storia lunga 255 anni, da quando nel 1769 Giovanni Follador destinò a vigneto le proprie terre

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Il brindisi di Maria Cristina, Michele, Emanuela e Francesca Follador.

Era il 1769 quando il Doge Alvise IV della casata patrizia dei Mocenigo riconobbe e attestò la superiorità dei vini prodotti dall’antenato Giovanni Follador, che in quell’epoca destinò a vigneto tutte le proprie terre. Territorio, famiglia, convivialità: secondo questi valori profondamente radicati, nove generazioni di viticoltori hanno condiviso un legame pofondo e autentico con il Prosecco, fino a comporre con umiltà una storia lunga oltre due secoli grazie ad un prodotto d’eccellenza conosciuto in tutto il mondo.
Quest’anno, in occasione della storica ricorrenza del 255° anniversario, la famiglia Follador brinda e festeggia l'importante traguardo in pompa magna stappando una bottiglia speciale di Prosecco.
 

 
 Gianfranco Follador e l'esclusivo metodo di vinificazione del Prosecco 
Nel corso del tempo, la passione per l’eccellenza e l’intraprendenza proiettata all’innovazione hanno guidato la famiglia alla realizzazione di obiettivi ambiziosi. Una pagina importante di questa storia è stata scritta da uno dei discendenti, Gianfranco Follador, tra i primi Spumantisti del Valdobbiadene che ideò l’esclusivo Metodo Gianfranco Follador®.
Questa speciale tecnica di vinificazione prevede specifici passaggi nella fase iniziale e l’impiego di attrezzature adatte alla crio-macerazione, per estrarre dalle bucce le molteplici proprietà e donare struttura e personalità ad ogni bottiglia.
 

 
  Il prestigioso riconoscimento al «The Champagne & Sparkling Wine World» 
Una visione che ha portato l’azienda a competere con i migliori vini italiani e internazionali, fino al raggiungimento del titolo di «Miglior Prosecco» al The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2020, il più prestigioso concorso dedicato ai raffinati champagne e spumanti provenienti dai cinque continenti.
Tale riconoscimento ha acceso un faro sulla maestria e il saper fare di una discendenza cresciuta fra le vigne, custode di tradizioni antiche e rituali intramontabili, tipici di un Territorio circoscritto: il Conegliano Valdobbiadene Docg.
 

Il giornalista Giuseppe Casagrande festeggia con Maria Cristina Follador.
 
  L'emozione della vendemmia nel racconto di Maria Cristina Follador 
«Fin da bambini, abbiamo vissuto ogni anno da vicino tutti i riti annuali legati alla viticoltura: il germogliamento, la fioritura, la maturazione degli acini e finalmente la vendemmia, il momento di massimo lavoro, ma anche di festa» racconta Cristina Follador, direttore vendite e marketing dell’azienda.
«Il vino è nel nostro Dna e con questa lunga tradizione di vignaioli alle spalle abbiamo tutti scelto con grande naturalezza il nostro percorso.»
 

 
  Oggi sono 4 fratelli (nona generazione) i testimoni di questo patrimonio storico 
Terra d’incanto, tra le Dolomiti e Venezia, le colline di Col San Martino, a Valdobbiadene, sono riconosciute Patrimonio dell’Umanità e godono di una cultura che le rispetta e valorizza con massimo impegno. I filari ricamati con precisione hanno dato vita a un paesaggio culturale unico nel suo genere, in cui sorgono borghi storici di grande suggestione e panorami emozionanti, come quello dominato dalle Torri di Credazzo, sotto le quali si estende una parte dei vigneti di proprietà della famiglia Follador.
Oggi i testimoni di questo patrimonio storico sono quattro fratelli: Michele, Cristina, Francesca ed Emanuela, la nona generazione. Sono loro i testimoni di questo patrimonio storico e gli ambasciatori nel mondo del Prosecco Follador Docg 1769.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]

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