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Il vino: storia, cultura, religione – Di Giuseppe Casagrande

La vite e il vino nella simbologia cristiana e nella cultura materiale del Nord-Est. In Friuli una tavola rotonda con la testimonianza di Albino Armani

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Albino Armani, 30 anni di ricerca per salvaguardare le varietà ancestrali della Vallagarina.

Albino Armani nasce sul Monte Baldo, in quella striscia di terra ancora oggi poco conosciuta, la Vallagarina, che separa il Veneto dal Trentino, storico collegamento tra il mondo mediterraneo e quello alpino.
Dal 1607, la famiglia Armani è legata a doppio filo a questo territorio.
«Io sono di questa valle. Come un sasso, come una pianta, appartengo a questa terra» – confessa Albino Armani. – Una terra che proprio sull’antica componente agricola e sul saper fare - approccio che ancora oggi caratterizza ogni aspetto aziendale e produttivo - ha fondato la propria ricchezza.»
 

Le viti centenarie del Vigneto della memoria di Albino Armani in Vallagarina.
 
 Il vino è storia, identità, tradizione, paesaggio e come tale va rispettato  
Dalla vigna alla cantina, per Albino Armani, da sempre, il vino è tutto tranne che una bevanda. È storia, identità, tradizione, cultura, paesaggio, e come tale va rispettato, valorizzato e protetto, perché parte integrante del patrimonio sociale e culturale.
Domani, giovedì 2 marzo, alle ore 18.30, presso lo spazio «L'Ultimo Mulino» di Fiume Veneto (Pordenone) Albino Armani si racconterà in una tavola rotonda intitolata «Il vino e il suo significato storico, culturale e materiale in Veneto e Friuli» al fianco di altri due grandi esponenti della viticoltura del Nordest italiano: Alberto D’Attimis e Alberta Bulfon, figlia del mitico Emilio Bulfon, l'Indiana Jones della viticoltura friulana, che a Valeriano ha strappato a morte certa delle vere e proprie «reliquie», antichi e storici vitigni di cui si era persa addirittura la memoria.
 

Albino Armani con i nuovi gioielli friulani Flum e Piligrin Terre di Plovia.
 
 La simbologia cristiana della vite e del vino nella cultura del Nord-Est  
Questo incontro si inserisce nell’ambito del convegno «La simbologia cristiana della vite e del vino nella cultura del Nord-Est» organizzato dall’associazione culturale Noria e condotto dal professor Giuseppe Virgilio, con la moderazione di Emilio Mordini.
A chiusura dei lavori, il pubblico intervenuto potrà godere di un rifresco «al fogolar» e conversare con i relatori della serata, degustando un calice di buon vino offerto dai tre vignaioli.
 

L'azienda vitivinicola di Emilio Bulfon a Valeriano (Pordenone).
 
Secondo Albino Armani, le scelte degli agricoltori o di chi, più in generale, produce reddito dal proprio territorio giocano un ruolo fondamentale nella valorizzazione dello stesso.
È doveroso mostrare un atteggiamento responsabile in ogni aspetto produttivo, e quindi anche nella proposta enologica, e una visione più ampia di sostenibilità ambientale, che parli sì di buone pratiche agronomiche, ma anche di salvaguardia e di «sostegno» vero e proprio di tutto il territorio, verso un obiettivo comune di chi condivide e vive uno stesso luogo.
«Per possedere questo concetto di sostenibilità credo sia fondamentale appartenere a un territorio e sentirlo tuo» – sostiene Albino Armani.
 

Emilo Bulfon con la moglie Noemi e i figli Alberta e Lorenzo.
 
 Armani: 30 anni di ricerca per salvaguardare le varietà ancestrali della Vallagarina  
Da oltre trent’anni la famiglia Armani si dedica alla ricerca, alla selezione e alla salvaguardia di alcune varietà ancestrali autoctone della Vallagarina che erano a rischio di estinzione, come il Casetta (Foja Tonda nel dialetto del posto, coltivata anticamente nei territori di Dolcè, Ala e Avio) o la Nera dei Baisi, con l’obiettivo di restituire identità a questa «terra di mezzo».
Un lavoro lungo ed appassionato – oggi testimoniato dalla preziosa Conservatoria (un vigneto che ospita al suo interno 13 varietà locali oggetto di studio e di tutela) – svolto in collaborazione con importanti istituti di ricerca come la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e che ha portato a grandi risultati: dal 2002, infatti, il Foja Tonda è stato reinserito tra i vitigni ammessi alla coltivazione (con iscrizione al catalogo nazionale delle viti) e dal 2007 riconosciuto DOC Terra dei Forti.
 

La Chiesa di Santa Maria dei Battuti, uno dei simboli di Valeriano (Pordenone)_InPixio_InPixio.
 
 A Valeriano nell'Alta Grave Friulana il progetto «Terre di Plovia»  
Un’attrazione per le uve indigene che si estende oggi anche nell’Alta Grave Friulana, a Valeriano, e che dà vita al più recente progetto «Terre di Plovia», dove l’azienda ha portato il suo modo di lavorare rispettando e valorizzando l’identità ampelografica – che vanta vitigni storici e poco conosciuti come lo Sciaglin, il Piculit Neri e l’Ucelut – e la cultura vitivinicola locale.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe casagrande – g.casagrande@ladigetto.it

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