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Il mio primo cammino (1ª puntata) – Di Elena Casagrande

Da Saint Jean Pied de Port (Francia) a Santiago de Compostela (Galizia)

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Verso Carrión de los Condes.

Correva l'anno 2005.
Finalmente era arrivato il momento: quello di percorrere a piedi il «mio» Cammino di Santiago.
Non avevo voluto andarci nel 2003, con la Pastorale Giovanile della Diocesi di Trento che, allora, frequentavo, malgrado il bravissimo don Marco Saiani (oggi impegnato in ben altri compiti di servizio, accanto al nostro Vescovo) avesse organizzato un viaggio per i giovani con alcune tappe in bus ed altre a piedi.
Il fatto è che volevo percorrerlo tutto a piedi e, possibilmente, da sola.
 
Non avevo avuto la possibilità di andare a Santiago de Compostela nella prima (a parte le edizioni «zero» del 1984-1985) Giornata Mondiale della Gioventù del 1989, con Giovanni Paolo II, ma mi era rimasta in testa la fotografia della conchiglia (la «concha») di San Giacomo, vista su un articolo del Touring di quell'anno.

E sapevo che... prima o poi, anch'io avrei utilizzato (magari per bere? ne sapevo davvero poco!) e portato con orgoglio la mia «concha», simbolo per eccellenza dei pellegrini giacobei. Bene, era l'agosto del 2005 ed era arrivato il mio momento di partire, zaino in spalla.
Questi i ricordi di quel mio primo pellegrinaggio a piedi di Saint Jean Pied de Port (Francia) a Santiago de Compostela (Galizia): 764 chilometri.
 

Credenziale.
 
2 agosto 2005 - 26 agosto 2005.
«L'Europa è nata peregrinando e la sua lingua è il Cristianesimo» (Goethe)  
Sul treno che mi sta portando a Bayonne, da dove raggiungerò Saint Jean Pied de Port - la porta di Francia - incontro due ragazzi italiani, con tanto di zaino pesante al seguito.
«Anche voi a Santiago?» – Chiedo ai due giovani.
«No, noi andiamo al mare, a San Sebastiàn» – mi rispondono.
Li guardo delusa e penso... ai tanti viaggi che, anch'io ho intrapreso senza curarmi veramente della meta che avrei raggiunto.
 
Senza accorgermene avevo già assunto la mentalità del pellegrino.
Il pellegrino (così si chiama infatti il fedele che da più di mille anni si reca a Santiago di Compostela, a rendere omaggio alla tomba dell'Apostolo S. Giacomo) non ha in mente nient'altro che la meta del suo «camino»: Santiago de Compostela.
È la meta che fa il viaggio e la meta è il viaggio.
 

Mesetas.
 
 Quanti italiani sul trenino che porta a Saint Jean Pied de Port  
Sul trenino che arriva a Saint Jean Pied de Port (Francia), da cui parte la prima tappa per raggiungere Roncisvalle, ci sono tanti italiani... questi sì tutti diretti a Santiago (almeno nelle speranze di ciascuno).
Si parla del peso ideale dello zaino, dei lunghi giorni di marcia che ci attendono, delle calzature più adatte, delle guide per il cammino...
Nell'aria si respira l'attesa delle gioie grandi, attese, sperate.
Cominciare questo pellegrinaggio è una grazia. Anche chi lo inizia per motivi sportivi o culturali e riesce ad arrivare da San Giacomo, sicuramente finisce per viverne anche la dimensione spirituale e religiosa.

A tutti, lungo il «Camino», succede infatti qualcosa di «strano», di profondo, di inaspettato...che inevitabilmente dà una svolta alla vita di ciascuno... Basta saper ascoltare lo Spirito, che parla attraverso le persone che ci troviamo accanto, semplicemente perché «messe» lì, in quel preciso momento: è lo «strano cammino di Santiago».
A tutti capita di essere messi alla prova; chi da dolori muscolari, da tendiniti, dalle vesciche ai piedi; chi dalle proprie paure.
Ma, se si superano questi momenti, la tenacia di proseguire è sempre più forte di qualsiasi dolore.
 

Pirenei francesi.
 
 La prima tappa verso Roncisvalle: che emozione!  
La prima tappa verso Roncisvalle, la ricordo con commozione, per il segno di croce che un'anziana signora francese mi ha fatto sulla fronte, quando sono partita da Saint Jean, dopo avermi rilasciato una delle ultime «Credencial» o «Carnet de Pèlerin» della giornata (è il documento d'identità del pellegrino che dà accesso ai rifugi e agli albergue de peregrinos) augurandomi di cuore: «Buon Cammino».
 
Quel «Buen Camino» sentito centinaia di volte.
«Buen Camino» in Spagna, l'avrei sentito centinaia di volte.
Si risponde: «Egualmente».

Le altre tappe in Navarra le ricordo per le difficoltà di salute che ho dovuto affrontare e per gli splendidi riti che, quasi ogni sera, hanno accolto noi pellegrini, nelle chiese dei paesini raggiunti lungo il cammino.
La lavanda dei piedi a Puente La Reina; la S. Messa della fiesta di Estella e la benedizione ai pellegrini di Los Arcos.
 

Seconda credenziale.
 
 Gli splendidi vigneti della Rioja e l'ospitalità ai pellegrini  
L'attraversamento della Rioja, coi suoi verdi vigneti, mi rimane nel cuore per gli amici incontrati lungo il cammino, per le loro parole e i loro racconti, per la splendida Chiesa templare del Santo Sepolcro di Torres del Rio e la cattedrale di Santo Domingo della Calzada e, soprattutto, per l'ospitalità di don Ignacio di Grañon, che ospita i pellegrini nella chiesetta del suo piccolo paese, ne registra i nomi su un grosso libro, per pronunciarli in Chiesa - ogni sera - ed accompagnarne, così, il pellegrinaggio, fino al raggiungimento della mèta.

Elena Casagrande.

(La seconda puntata sarà pubblicata mercoledì prossimo 23 marzo.)

Alto del Perdón - dopo Pamplona.

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valentina 16/03/2022
Grazie Elena, mi fai venire voglia di partire ....
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Emilian Epure 16/03/2022
Grazie Elena ! Complimenti ! Bellissimi viaggi, foto stupende !
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Cecilia 16/03/2022
Grazie Elena di questi splendidi ricordi.
Io ero fra quelli che lo hanno percorso a tratti nel 2003 con don Marco.
Attendo le prossime puntate perché so che hai molto da raccontare.
Chissà che non riusciamo un giorno a percorrerlo tutto con Ivano e i nostri bambini.
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