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Un vino, un’azienda/ 5 – Di Gianni Pasolini

Il Santacolomba 2014 della Cantina Sociale di Trento: biologico e biodinamico perché di «Vitigno resistente»

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In un mondo sempre più attento (giustamente) alla qualità di ciò che si mangia e si beve, il consumatore finale sceglie sempre più volentieri prodotti ottenuti da coltivazioni biologiche, sia di filiera alimentari che nelle produzioni enologiche.
Soprattutto per gli amanti del vino, Biologico e Biodinamico sono due termini comuni nel nostro lessico quotidiano, e sempre più spesso, i vini prodotti in questo modo, attirano l’attenzione di più appassionati.
Ma più che parlare di una moda del momento, possiamo definirla una nuova consapevolezza, rispettosa sia del consumatore che della natura stessa, coltivando viti con trattamenti ad impatto zero in termini di chimica e pesticidi, ottenendo comunque vini che non hanno nulla da invidiare alle produzioni tradizionali.
Esistono, però, anche vitigni che per caratteristiche biologiche, non necessitano di trattamenti classici perché non vengono aggrediti da queste malattie fungine: si chiamano «Vitigni resistenti».
Il vitigno Bronner ne è un chiaro esempio ed è la base del «Santacolomba», il bianco prodotto dalla Cantina Sociale di Trento, in assaggio per noi questa settimana.
Desta subito curiosità l’etichetta, con il disegno di una bambina, e viene spontaneo approfondire cosa vuole simboleggiare questa scelta.

 Ci viene così spiegato 
L’etichetta è nata per esigenza di appartenenza. Non potendoci manifestare negli usuali dogmi territoriali, abbiamo ideato un nome di fantasia che di fantasia non è.
Santacolomba esiste ed intorno alla sua collina, e lungo il suo Rio si trovano le prime zone dove inizialmente queste uve sono state coltivate.
Il disegno sulla bottiglia desidera esprimere una sensibilità speciale, come quella dei bambini verso il mondo e come quella che noi adulti dovremmo riservare loro, il nostro futuro, a cui auguriamo di certo una prossima Madre Terra meno chimica della nostra.

Una filosofia aziendale che tende quindi a voler preservare la vite e la terra, producendo un vino rispettoso della natura e libero da componenti chimiche.
Il risultato è un vino che si presenta in calice di un bel giallo oro brillante, di buona consistenza.
Al naso si percepisce subito una nota molto fresca, con uno spettro agrumato molto intrigante che leggeri sentori balsamici, quasi mentolati.
In bocca è secco, con una acidità davvero vibrante e queste caratteristiche che lo associano a pompelmo e cedro, stimolano con gusto una bevuta davvero gustosa che chiude con un floreale che ricorda delicatamente la lavanda.
Chiama volentieri un abbinamento con preparazioni di pesce crudo marinato con erbe aromatiche ed anche formaggi semi stagionati affinati magari con erbe e fiori.
Un risultato davvero incoraggiante per la viticoltura trentina che punta sempre più con interesse e convinzione ad una produzione rispettosa del territorio e della natura, valorizzando diversità viticole con vini di assoluta qualità.
 
Gianni Pasolini
www.vinotube.it

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