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Mal di schiena, che fare? – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con il dottor Paolo Torneri, fisioterapista specializzato in terapia manuale

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Oggi parliamo di mal di schiena che è un disturbo molto comune e colpisce a ogni età. I fattori che possono scatenarlo sono tanti, tra i più diffusi il peso eccessivo e la sedentarietà forzata, diventata stile di vita in questo anno di pandemia prolungata e di smart working.
Se da un lato il «lavoro agile» abbatte drasticamente i tempi di spostamento da casa al luogo di lavoro e permette di gestire allo stesso tempo esigenze di natura domestico-familiare e necessità lavorative, è anche vero che stare seduti davanti a uno schermo tutto il giorno, senza disporre di sedie e scrivanie da ufficio, può causare problemi derivanti da una postura scorretta. Cosa fare per risolverli?

A volte è necessario modificare delle abitudini, altre volte si può ricorrere alla fisioterapia e alle tecnologie di cui dispone. In ogni caso per affrontare il proprio mal di schiena è fondamentale individuarne la causa.

Sembra semplice a dirsi ma di fatto non lo è, e nella maggior parte dei casi serve rivolgersi ad uno specialista della colonna vertebrale per individuarla.
Le cause dei dolori alla schiena infatti sono molteplici e a seconda del tipo di mal di schiena si adottano diversi approcci per curarla.

In alcuni casi è un dolore temporaneo, in altri può diventare cronico. I dati sul mal di schiena sono leggermente diversi da fonte a fonte, ma per farci un’idea, possiamo dire che ne soffrono circa il 25% dei lavoratori.

Il mal di schiena è infatti la terza causa di assenza dal lavoro dopo la normale influenza e le malattie a carico delle prime vie respiratorie.

Negli individui con più di 50 anni la percentuale di chi ha dolori alla schiena si alza molto, oscillando tra il 60 e l’80%.

Per capire quando è necessario rivolgersi ad uno specialista abbiamo intervistato il dottor Paolo Torneri Fisioterapista specializzato in Terapia Manuale ed Esercizio Terapeutico a Verona, collabora come ricercatore all'Università di Verona presso il centro di ricerca di Neuroscienze.

 Chi è il dott. Paolo Torneri  
Il Dott. Torneri è un fisioterapista specializzato in terapia manuale, esercizio terapeutico e nel trattamento del dolore co-fondatore del FisioScience Medical
Si laurea in fisioterapia presso l’Università degli Studi di Verona con il massimo dei voti, subito dopo vince una borsa di studio come ricercatore promossa dall’Università degli studi Di Verona, ampliando la sua competenza nell’ambito delle neuroscienze e della ricerca sperimentale.
Collabora inoltre alla didattica del medesimo corso di laurea, nell’insegnamento dedicato alla riabilitazione muscoloscheletrica.
Subito dopo la laurea, comincia con il lavoro di fisioterapista come libero professionista specializzandosi nella valutazione e nel trattamento dei dolori muscoloscheletrici e nella gestione dei pazienti neurologici.
Insieme ad altri 4 colleghi, nel 2019, fonda FisioScience, una realtà formativa nata sui social network che negli ultimi tre anni si è ampiamente stabilita come uno dei punti di riferimento formativi (sia in presenza che a distanza – online) nell’ambito della fisioterapia, della riabilitazione, del dolore, della medicina e della ricerca scientifica.
Oggi, insieme a tutto il gruppo, che oggi conta più di 20 colleghi, FisioScience è uno dei punti di riferimento divulgativi e informativi più ricercati dai professionisti sanitari.
È autore insieme a diversi professionisti e colleghi di FisioScience (che nel frattempo diventa la prima casa editrice indipendente nell’ambito della fisioterapia), di un libro specialistico sul dolore dal titolo Scienza e Clinica del Dolore. Un approccio basato sulle moderne neuroscienze.

Dottor Torneri, il mal di schiena è un disturbo sempre più frequente e trasversale nella popolazione. Quali possono essere le cause?
«Il mal di schiena al quale facciamo solitamente riferimento, viene definito non-specifico ed è quello maggiormente presente nella popolazione (circa il 95%).
«Sebbene, come si può capire dal termine non-specifico, non si riesca a dare la colpa ad una struttura specifica per l’insorgenza di questa patologia, possiamo dire che nella maggioranza dei casi insorge quando i movimenti e le attività che la persona compie durante il giorno superano la capacità dei muscoli della schiena di tollerare quella determinata quantità di carico.
«Spesso avvengono di fronte a nuove attività o a cambiamenti repentini nella frequenza o intensità di queste ultime.»
 
Come viene classificato il dolore alla schiena e quando si tratta di una vera e propria patologia?
«Le linee guida internazionali sulla gestione del mal di schiena dividono questa problematica in tre categorie: non specifico (quello più comune, circa il 90-95 % dei casi), sindromi radicolari (la famosa sciatica e le stenosi del canale, nel 5-10%) e patologia spinali specifiche (< 1%, come fratture, tumori, infezioni).
«Seppure il dolore possa essere elevato e disabilitante in tutte e tre le situazioni, i casi che devono preoccupare e che necessitano di essere mandati d’urgenza ad uno specialista, sono quelli che appartengono all’ultima categoria.»
 
Lo smart working e una più diffusa sedentarietà, contraddistinta magari da posture o sedute sbagliate, ha potuto acuire il problema?
«Dobbiamo innanzitutto fare chiarezza su una cosa: la scelta della postura con cui si fa smart working non è di per sé un problema, né può essere definita causa di mal di schiena.
«Tuttavia, sappiamo che il nostro corpo ha bisogno di movimento e variabilità, per cui stare nella stessa posizione per ore potrebbe non essere così salutare per la nostra schiena.
«Inoltre, questa condizione lavorativa è spesso associata ad un alto tasso di inattività, il che come spiegato sopra, rende la schiena meno preparata a tollerare attività più intense.
«Il consiglio che posso dare è quello di cercare di alternare diverse posizioni durante il lavoro e quando possibile di fare dell’attività fisica.»
 
Quando è bene non sottovalutare il mal di schiena e recarsi dallo specialista?
«Il mal di schiena non-specifico ha un decorso naturale (guarigione spontanea) nell’85% dei casi in 4-6 settimane, se il disturbo non passa è giusto affrontare il problema e sottoporsi a una visita specialistica.»
 
Nel vostro ambulatorio quanti accessi e che casistica avete registrato in questo lungo periodo di lockdown?
«Gli accessi sono rimasti prevalentemente gli stessi del periodo pre lockdown. Solitamente mi capita di vedere 1-2 casi di mal di schiena al giorno con origine diversa: come ad esempio per spondilolistesi o debolezza al rachide.»
 
Come viene diagnosticato il mal di schiena?
«La diagnosi si basa sull’anamnesi, ovvero sulla raccolta delle informazioni che riguardano i sintomi del paziente e la loro evoluzione, seguita poi dall’esame obiettivo, dove si cerca di vedere quali sono le difficoltà del paziente.
«Il mal di schiena viene solitamente definito come un dolore che parte dall’arcata costale inferiore e può irradiare nella coscia fino al ginocchio.»
 
Qual è la differenza tra dolore acuto e cronico: quanto dura il mal di schiena?
«Solitamente vengono fatte due distinzioni: una temporale e una basata sulla manifestazione del sintomo. Per quanto riguarda il criterio temporale, il dolore viene definito cronico quando dura per più di tre mesi, ma la definizione è abbastanza approssimativa.
«Se ci riferiamo invece a come si comporta il dolore, possiamo definire il dolore cronico come un dolore che non ha una coerenza con lo stimolo meccanico al quale viene sottoposta la struttura interessata e differisce dal dolore acuto nel quale c’è una chiarezza tra stimolazione e risposta dolorosa.»
 
Mal di schiena e sensazione di malessere può essere la spia del Covid?
«Ho letto qualche studio a riguardo, sembrerebbe che in alcuni casi come sintomi da Covid possa essere incluso il mal di schiena.
«Tuttavia, una valutazione approfondita dovrebbe essere in grado di far luce su questa, valutando come si manifesta il dolore, quali movimenti o attività lo peggiorano o alleviano e dando uno sguardo generale alla condizione di salute del paziente.»
 
Anche i ragazzi e i giovani sempre di più soffrono di mal schiena, la causa secondo lei è dovuta al cambiamento delle abitudini?
«Nonostante ci siano sempre più conoscenze a livello scientifico sul mal di schiena e sulle modalità di trattamento, l’incidenza è rimasta invariata negli anni, questo significa che qualcosa ci sta sfuggendo forse.
«L’attività fisica è riconosciuta come fattore protettivo contro l’insorgenza del mal di schiena e sicuramente, un livello minore di attività presente nella popolazione adolescienziale attuale, potrebbe complicare le cose.»
 
I farmaci antinfiammatori per quali casi vanno assunti e per quanto tempo?
«Seppure non consigliati dalle linee guida sulla gestione del mal di schiena acuto, i farmaci antinfiammatori possono rivelarsi degli alleati da non sottovalutare nei casi di dolore molto inteso e soprattutto quando necessità lavorative o sportive, purtroppo, non consento una corretta gestione del problema. Di certo, l’assunzione dovrebbe essere limitata il più possibile ed in una finestra temporale ridotta.»
 
Come si interviene sul mal di schiena cronico quali sono le cure più efficaci?
«Il mal di schiena cronico necessità molto spesso di un approccio multidisciplinare, che coinvolge altre figure professionali come psicoterapeuta e algologo.
«Le linee guida attuali sconsigliano l’utilizzo di terapie passive e sollecitano l’utilizzo di un approccio attivo, basato sull’esercizio, che cerca di esporre gradualmente il paziente hai movimenti di cui ha paura o dei quali sente dolore.
«Un altro tassello fondamentale, è quello dell’educazione, che deve fare in modo di aiutare il paziente a comprendere il suo problema e favorire l’aderenza al trattamento attivo.»
 
Per quali casi invece è necessario ricorrere all'intervento chirurgico?
«L’intervento chirurgico viene consigliato solitamente nei casi di mal di schiena correlato a deficit neurologici (quindi non nel comune mal di schiena), in modo particolare quando il trattamento conservativo (fisioterapia) non sembra dare risultati.»
 
Cosa possiamo fare per prevenire il mal di schiena?
«L’unico rimedio efficace per prevenire il mal di schiena è l’esercizio fisico. Non esiste un esercizio migliore di un altro, ma ci sono differenti attività, dalla corsa, alla palestra, alla camminata che si sono rivelate efficaci in ambito preventivo.»
 
Il mito del materasso duro e il cuscino anticervicale, assumono la loro importanza per la prevenzione del mal di schiena?
«In base a quello che ci siamo detti in precedenza, potete ben capire che questi strumenti non possono rappresentare causa o cura del mal di schiena.
«Molto spesso, con riferimento al cuscino anti cervicale, le persone lamentano di non sentire benefici, perché il problema non è di certo nella notte, ma nel totale delle attività svolte nelle 24 h.»
 
Cosa pensa dei supporti come busti e plantari nell’adulto?
«Possono essere relativamente utili i busti in un primo momento, dopo un evento traumatico quando è necessario mettere a riposo e in sicurezza la struttura. Vanno gradualmente tolti, per riabituare la schiena a lavorare al pieno della sua capacità muscolare.
«Il plantare è un argomento molto delicato, diciamo che spesso c’è un po’un abuso, e vengono somministrati per qualsiasi problema. Alla luce dei più autorevoli studi scientifici, possiamo dire che non ci sono evidenze di efficacia dei plantari nel mal di schiena.»
 
Alcuni studi rivelano come la mal occlusione dentale possa influire nei problemi alla colonna vertebrale, è vero?
«Invito tutti i colleghi e non ad avere uno sguardo critico nei confronti degli studi pubblicati. Riguardo all’argomento sono state pubblicate diverse cose, i risultati più solidi ci dicono come la mal occlusione dentale difficilmente possa essere causa di mal di schiena.»
 
Quali sport o attività non dovrebbe mai fare chi soffre gravemente di problemi alla schiena e quali invece sono indicati?
«Non ci sono sport non indicati e sport che invece dovrebbero essere fatti in generale. La persona dovrebbe comprendere bene qual è il suo livello di attività ed in base a quello determinare il tipo di attività alla quale si può sottoporre.
«Nessuno è limitato verso un determinato tipo di sport, la cosa importante è cominciare in modo graduale ad approcciarsi ad una nuova attività sportiva.»
 
Come ultima domanda, quali sono gli esercizi quotidiani contro il mal di schiena?
«Sicuramente, stare attivi ed in movimento a livello generale, è di per sé un buon modo per limitare le problematiche come il mal di schiena.
«Per quanto riguarda degli esercizi specifici, potete allenarvi in modo globale, con esercizi come squat semplificati (sedersi ed alzarsi dalla sedia) e l’esercizio del ponte con due o con una gamba sola.»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Paolo Torneri - ptorneri@gmail.com - FisioScience Medical

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