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Chi si prendeva cura dei nostri atleti? – Di Nadia Clementi

Ne abbiamo parlato in un'intervista esclusiva fatta al dottor Yeltay Rakhmanov medico ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020

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Le Olimpiadi 2020 ci hanno riservato un’infinità di sorprese, positive e purtroppo anche negative; quello che rimane vivo in noi sarà comunque il ricordo della felicità impressa sui volti di tutti i nostri atleti, una medaglia che, per ciascuno di loro, ha significati diversi, uniti da un unico comun denominatore, la volontà di esserci.
Una medaglia olimpica è il raggiungimento dei più alti traguardi di ogni atleta. Vedere i nostri ragazzi con il Tricolore sulle spalle ha un significato che va ben oltre lo sport, oggi più che mai, ci hanno fatto capire come la coesione sia la forza per poter ambire ad arrivare in alto.
Dietro a ognuno di questi atleti ci sono uomini e donne che hanno costruito i successi lavorando dietro le quinte: preparatori atletici, tecnici delle singole discipline, terapisti e fisioterapisti, medici e psicologi.
Tra questi abbiamo incontrato il dottor Yeltay Rakhmanov, abilitato all'esercizio della professione di medico chirurgo in Italia, che ha aderito a far parte del team medico dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020 come medico volontario.
 
In Trentino Alto Adige, Yeltay ha fatto il tirocinio post-lauream per l'abilitazione alla professione di Medico-Chirurgo presso l’ospedale di Tione di Trento e ha lavorato come ricercatore alla MAGI Group che si occupa di ricerca e diagnosi delle malattie genetiche e rare.
Il dottor Yeltay Rakhmanov ha conseguito la laurea in medicina presso la Marat Ospanov State Medical University del Kazakistan occidentale nel 2008.
Ha iniziato la sua carriera come ricercatore universitario presso il Dipartimento di medicina sociale e gestione dell'assistenza sanitaria.
Poi ha vinto il Lane Kirkland Fellowship Program, per condurre una ricerca presso Poznan University of Medical Sciences, Polonia.
 
Yeltay ha lauree in «Attività Fisiche Adattate e Preventive» e in «Medicina e Chirurgia» (Università dell'Aquila, Italia) con successiva abilitazione (Università di Verona, Italia).
La prima laurea specialistica è stata sostenuta dalla borsa di studio Erasmus Mundus TOSCA - trasferimento di valori, competenze e conoscenze europee nei paesi dell'Asia centrale.
Grazie alla supervisione del Professor Guido Macchiarelli e del Professor Marco Valenti, ha coordinato il progetto su «Sviluppo dello Sport Preventivo e Adattato in Kazakhstan da prospettive mediche, sociali e legali» in collaborazione con JSC «Center for International Programs» amministratore del Borsa di studio internazionale «Bolashaq» del Presidente del Kazakistan.
Con la professoressa Leila Fabiani, ha lavorato alla sua tesi su «Prontezza organizzativa e sociale per implementare l'iniziativa Esercizio su prescrizione nelle strutture sanitarie dell'area del Lago d'Aral della Repubblica del Kazakistan».
 
Yeltay ha conseguito il dottorato di ricerca in «Medicina dello sport» presso il Tongji Medical College, Huazhong University of Science and Technology, Wuhan, Cina.
Ha condotto la sua ricerca sulla «Differenziazione condrogenica delle cellule staminali precartilaginee» presso il Centro di medicina biologica e rigenerativa dell'ospedale Tongji nel team del professor Hongbo You.
Durante i suoi studi di dottorato è stato anche coinvolto in attività cliniche in reparti ospedalieri, ambulatori dove si è interessato principalmente alla riabilitazione di traumi sportivi e al recupero dopo terapia con cellule staminali per difetto della cartilagine.
Otre alle sue esperienze ricerche e cliniche, Yeltay si è impegnato come docente-volontario presso la Wuhan Union Hospital e il Tongji Hospital, International Students' Surgical Society of China, dove ha fatto lezioni sulla riabilitazione dei traumi sportivi e organizzato giornate di carriera nel dipartimento di Ortopedia, Medicina dello Sport, Medicina Rigenerativa.
 
Nel 2016-2017, insieme alla Fondazione Ari Ari, Polonia, ha lavorato al Progetto «Sviluppo della riabilitazione in aree isolate dell'Asia Centrale».
In questo progetto, dove ha preparato un programma di apprendimento a distanza in Ippoterapia e manuali per l'applicazione di ambienti di apprendimento virtuali nella riabilitazione, in particolare, l'implementazione della pratica della teleriabilitazione nelle regioni isolate dell'Asia centrale.
Prima di entrare a far parte di NUSOM, Yeltay ha lavorato come ricercatore, ricercatore in visita presso il Gruppo MAGI, dove è stato coinvolto in attività di ricerca, educative e di internalizzazione e ha supervisionato attività educative/di ricerca per ricercatori in visita.
Yeltay ha partecipato ai seguenti progetti di ricerca «Meccanismi genetici, epigenetici delle attività fisiche in individui con obesità genetica», «Miglioramento della qualità della vita dei pazienti con malattie genetiche e rare».
Questi progetti sono stati realizzati in collaborazione con European Biotechnology Thematic Network Association e Alliance for Health Promotion e supportati da contributi della Provincia Autonoma di Trento e dalla Commissione Europea.
 

Il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell'Organizzazione mondiale della sanità alla 71ª Assemblea mondiale della sanità, maggio 2018, Ginevra Svizzera.
 
Yeltay, di cosa ti stai occupando in questo periodo?
«Prima di tutto, grazie per la Sua disponibilità ad intervistarmi. Attualmente sono in Kazakistan, lavoro come il ricercatore della Nazarbayev University School of Medicine e vice-direttore della laurea specialistica in Medicina dello Sport e Riabilitazione. Il nostro ateneo è un'Università moderna e in rapido sviluppo situata nel cuore dell'Eurasia - città di Nur-Sultan, la capitale della Repubblica.»
 
In che modo la tua esperienza internazionale, anche italiana, trentina e altoatesina, ti hanno aiutando a raggiungere i tuoi obiettivi di carriera?
«In larga misura, le mie esperienze educative e lavorative mi hanno aiutato a comprendere le sfide, le tendenze nella medicina dello sport e nella riabilitazione.
«Durante i miei studi presso l'Università degli Studi dell'Aquila ho osservato dall'interno come stanno portando avanti l’onestà accademica, trasparenza, fiducia reciproca, scambio di informazioni e idee tra studenti e docenti.
«Ho avuto modo di lavorare su progetti che mi hanno permesso di applicare le mie conoscenze teoriche di gestione sanitaria, medicina sportiva, medicina fisica e riabilitazione. Ad esempio, per prepararmi alle mie lezioni su Fisiologia, genetica ed endocrinologia dello sport, La gestione e riabilitazione dell'atleta infortunato, sono preziose le mie precedenti esperienze alla MAGI, Gruppo di Traumi Sportivi dell’ospedale di Wuhan-Tongji.
«Per la promozione della salute, i progetti internazionali, l'esperienza con Alliance for Health Promotion e i progetti congiunti con l'Organizzazione mondiale della sanità sono una grande vantaggio. Competenze organizzative e gestionali che ho acquisito in Polonia, sto utilizzando nella gestione del programma di specialistica in Medicina dello Sport e Riabilitazione
 
«Inoltre, la mia esperienza internazionale mi ha aiutato a comprendere meglio le peculiarità del lavoro in un ambiente multiculturale. A mio parere, questi attributi sono importanti per una persona che vuole lavorare in un'istituzione multiculturale come Nazarbayev University, dove l'80% dei professori sono stranieri.
«Per quanto riguarda i contenuti multiculturali in ambito clinico, la mia esperienza presso l'Ospedale di Tione di Trento ne è l'esempio migliore. Lì ho svolto il mio tirocinio durante la stagione sciistica, dove vengono ricoverati i pazienti con lesioni sciistiche provenienti dalla vicina Madonna di Campiglio.
«Sono stato in grado di parlare con i pazienti in tutte le lingue che conosco, anche la mia lingua madre, il kazako. Il diverso sistema sanitario, la varietà dei protocolli di trattamento che praticano il paese d'origine dello straniero, il background culturale, le barriere linguistiche pongono difficoltà nel lavorare con i pazienti stranieri.
«Nonostante il breve periodo in cui ho lavorato all'Ospedale di Tione di Trento, ho potuto utilizzare questa esperienza nella mia ultima esperienza ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.»
 

Con il Dott. Bauyrzhan Toktarbay, studente della laurea specialistica in Medicina dello Sport e Riabilitazione del Nazarbayev University al villaggio Olimpico 2021.

Raccontaci della tua esperienza ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.
«Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e il Comitato Organizzativo di Tokyo 2020 hanno reclutato volontari medici e infermieri internazionali per fornire supporto nella fornitura di servizi sanitari per atleti e altre parti interessate dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.
«Il CIO e Comitato Organizzativo hanno ricevuto più di 200 domande e selezionato 19 medici, 3 infermieri e 1 psicologo clinico. I membri dell'équipe medica erano rappresentanti dei seguenti paesi: Argentina (1 medico); Bermuda (1 psicologo); Germania (2 infermieri); Gran Bretagna (1 medico); Giordania (1 medico); Kazakistan (2 medici); Maurizio (1 medico); Norvegia (1 medico); Sudafrica (2 medici); Spagna (1 medico); Sri Lanka (1 medico); Svizzera (1 medico); USA (8 medici).
«Prima e durante i Giochi Olimpici e Paralimpici, abbiamo frequentato il Programma Accademico Olimpico di Medicina dello Sport e Fisioterapia dello Sport. Il programma accademico ha coperto i moderni approcci per la prevenzione, la diagnostica, il trattamento e la riabilitazione degli infortuni legati allo sport; adattamento al nuovo ambiente, tutelando la salute e le prestazioni degli atleti; procedure sul campo di gioco; Il consenso del CIO sulla salute mentale e un nuovo strumento di screening del CIO; attuazione delle nuove modifiche dell'Agenzia mondiale antidoping da gennaio 2022 e così via.»

«Il Professor Lars Engebretsen, è Responsabile delle attività scientifiche del Comitato Olimpico Internazionale e anche il relatore del Programma Accademico Olimpico di Medicina dello Sport e Fisioterapia dello Sport. Gli incontri si svolgevano online anche offline - presso la Sala Conferenze del Policlinico di Villaggio Olimpico.
«Abbiamo prestato servizio come medici volontari presso il policlinico del Villaggio Olimpico, centro di teleconsulto della struttura di isolamento per I pazienti COVID asintomatici, lievemente sintomatici del villaggio olimpico.
«Tra i membri del team di volontari c'erano specialisti di medicina dello sport all'inizio della loro carriera e specialisti esperti come il professor Michael Fredericson - Direttore della Fellowship di medicina sportiva non operativa presso la Stanford University il professor Tod Olin - Direttore del National Jewish Health Exercise & Performance Breathing Center, la professoressa Stephanie Tow - direttrice del programma di Medicina Sportiva Adattiva, Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione, the University of Texas Southwestern Medical Center, Medico capo squadra e classificatore medico nazionale, Paralimpiadi statunitensi di nuoto, la professoressa Hege Havstad Clemm - dall'Università di Bergen, Norvegia, il principale medico per i candidati olimpici norvegesi nel triathlon, consulente medico dell'organizzazione antidoping in Norvegia.»
 

 
In che modo venivano assistiti i pazienti positivi con quali cure?
«Uno dei compiti della delegazione internazionale di volontari medici era quello di fornire una migliore assistenza sanitaria a chi si trovava nell'hotel in quarantena. Abbiamo fornito controlli medici regolari (almeno due volte al giorno) con stratificazione del rischio tramite strumenti di teleconsulto.
«Abbiamo ricevuto molte richieste da pazienti relative a protocolli diagnostici, opzioni di trattamento, abitudini alimentari, strategie di ritorno allo sport. Poiché i pazienti erano asintomatici o con sintomi lievi, in caso di necessità, hanno ricevuto un trattamento sintomatico.
«Oltre al supporto medico, il Comitato Olimpico Internazionale ha fornito The Mentally Fit Helpline, un servizio gratuito e riservato di supporto per la salute mentale e il benessere a disposizione di tutti gli olimpionici e i paralimpici durante i Giochi. Se qualcuno ha bisogno di supporto, questo servizio era disponibile 24 ore al giorno in oltre 70 lingue.»
 
Come sono stati organizzati i servizi medici e le misure per prevenire la diffusione del coronavirus nell'organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020?
«Le misure per prevenire la diffusione del Cornovirus sono descritte nel Tokyo 2020 Playbook. Le attività svolte in Giappone si basano sulle linee guida in materia di salute e sicurezza del Comitato Olimpico Internazionale, sugli ordini dei medici primari dei Comitati Olimpici Nazionali Giapponesi e sui regolamenti del governo e delle autorità sanitarie giapponesi. Vengono prese rigorose precauzioni per proteggere atleti, allenatori, fornitori di servizi e cittadini locali.
«I partecipanti olimpici e paralimpici non sono autorizzati a lasciare il loro hotel o villaggio olimpico, ad eccezione dei test PCR giornalieri per il coronavirus. Solo i veicoli speciali vanno al sito della competizione. Gli atleti devono lasciare Tokyo 2 giorni dopo la fine della competizione.
«Pertanto, sono state adottate molte misure strategiche per prevenire il contatto di atleti e altre persone accreditate con la popolazione locale, per ridurre il rischio di diffusione della malattia. Grazie a questi enormi sforzi, il tasso di positività durante i giochi olimpici e paralimpici è stato di circa lo 0,02%.»
 
Cosa ti è rimasto di questa importante esperienza Olimpica?
«Prima di tutto, il controllo delle infezioni dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020 ha avuto successo e questa esperienza potrebbe essere utilizzata come guida per i futuri eventi sportivi su larga scala ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Pechino 2022 e oltre.
«In secondo luogo, questa è un'esperienza di apprendimento di grande impatto a livello personale e professionale. Sono stato testimone di come vengono prese le decisioni negli eventi a livello mondiale e di come queste decisioni vengono implementate.
«In terzo luogo, questa è un'opportunità di trasferimento di conoscenza ai miei colleghi, studenti. Fortunatamente, il Comitato di Selezione ha scelto 2 medici della stessa istituzione.
«Io e il dottor Bauyrzhan Toktarbay rappresentiamo l'Università di Nazarbayev, quindi questo fatto raddoppierà le possibilità di trasferire questa importante esperienza nella pratica kazaka.»

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Dott. Yeltay Rakhmanov - drrakhmanberdy@gmail.com

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