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Messaggio di Natale di don Daniele Laghi - Di Nadia Clementi

L'arciprete di Brentonico: «Dobbiamo essere buoni come un pezzo di pane... fresco»

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È già il secondo Natale che celebriamo in pandemia e mai come oggi, in un clima segnato da paure e disorientamento, abbiamo bisogno di ritrovare la forza della comunità e di relazioni generative di bene.
Il distanziamento fisico è un modo per volere il bene dell’altro, ma non implica come conseguenza quel distanziamento comunitario che è l’indifferenza.
 
Ritroviamo questo forte messaggio nel presepe dell’Oratorio del Santissimo, dell’omonima chiesa di via Santa Croce a Trento, che accanto alla Natività, pone il tema dell’accoglienza ai migranti, che troppo spesso trovano le frontiere chiuse dell’Unione Europea a sbarrare loro la strada verso un futuro lontano da guerre e povertà dei loro paesi d’origine.

Per riflettere sul vero senso del Natale abbiamo condiviso l’appello alla pace, all’inclusione a costruire un mondo equo, di don Daniele Laghi che quest’estate si è recato in Palestina.
Don Laghi è il parroco più amato e conosciuto in regione; dall’ottobre scorso guida l'Unità pastorale «Maria Regina del Baldo» che comprende le chiese di Brentonico, Castione, Cornè, Crosano, Prada e Saccone.
 

 
Quest’estate ho avuto la grazia di visitare la Palestina: Betlemme assieme ad altri luoghi santi cari al popolo cristiano e non solo, e pregare e celebrare la S. Messa. La terra di Gesù, ancora segnata da sangue, divisioni, muri, difficoltà ci consegna ancora l’appello alla pace, all’inclusione e all’incontro, a costruire un mondo più giusto ed equo.
In questo periodo ritorna in auge e sulla bocca e nel cuore di tutti il nome di questo paesello, sconosciuto al tempo dei romani, talmente piccolo da non finire neppure sulla mappa geografica dell’impero di allora.
Non è il centro della politica, né della cultura, né della religiosità… Ma il mondo intero si è fermato e ancora desidera fermarsi e stupirsi… perché Gesù ha scelto quel posto per venire al mondo ed essere il Dio-con-noi.
Dalla «casa del pane», questo vuol dire Betlemme, luogo della quotidianità, della fraternità e della fragranza del pane… ci viene nuovamente l’invito ad essere uomini e donne di comunione, provare ad essere buoni come un pezzo di pane, però fresco… che ha valore se condiviso, se spezzato… l’un con l’altro… come i Santi Re Magi (studiosi, attenti, sempre in ricerca…), come i pastori (semplici, umili, custodi del gregge…) siamo invitati a percorrere le nostre strade, diverse e uniche, carichi di sogni e attese, delusioni e croci, verso Betlemme.
 

Il presepe della Chiesa del Santissimo a Trento dedicato all’accoglienza.
 
Ogni tanto siamo spossati e stanchi come in questi due anni segnati dalla pandemia che ci ha portato a stare distanti, chiusi, a metterci delle maschere… ma anche a metterci in movimento nel cuore e nella vita per intraprendere strade e modi nuovi per ritornare a vivere… e ci ha fatto scoprire che la persona desidera incontri veri, reali, concreti, non su internet e i social… rimangono solo strumenti… ma desideriamo guardarci, stringere le mani, abbracciarci… l’uomo e la donna è fatto per la relazione, per l’incontro… è il significato profondo del Natale: l’incontro di Dio con gli uomini, ma anche gli uomini tra di loro… dove le differenze (di idee, di religioni, di culture, ) sono ricchezze se condivise e accolte… non basta accettare qualcosa o qualcuno.. bisogna porre nel cuore!
 

Gesù bambino avvolto dalla coperta benedetta da Papa Francesco il giorno della giornata mondiale del povero: ci ricorda che tutti noi siamo piccoli poveri cioè bisognosi di amore e di speranza come tanta gente in questo mondo.
 
Gli occhi del bambino Gesù vogliono incrociare ancora lo sguardo di tutta l’umanità, che ha tante possibilità, doni e talenti, ma spesso ripiegata su se stessa, egoista, disorientata e sovraccarica dell’IO… ci provocano a cambiare baricentro… ad uscire dall’io e andare e ripartire dal tu, non più, come invita il nostro Arcivescovo Tisi, a guardarsi le spalle, ma guardarci negli occhi e in avanti…
È ancora Tempo di Natale
partendo dallo sguardo dei bambini espressione di meraviglia, di vita e di semplicità: ci chiedono di cambiare rotta; di avere occhi nuovi non giudicanti ma più veri per saper guardare le persone come fratelli e sorelle, osservare e saper accogliere le sofferenze e le gioie.
L’estrema tenerezza dell’immagine della Natività di Betlemme con la ricchezza della luce d’amore che sprigiona, dalla semplice mangiatoia ci invita a non lasciarci travolgere dal male e dalla notte che sembrano eterne, ma ci infonde fiducia e forza per rialzarci e rimetterci in cammino con fiducia e speranza: mano che stringe un’altra mano, insieme… andiamo verso Gesù, come i pastori, carichi delle nostre storie, pieni di domande, di perché, di gioie e di lacrime… il Bambino Gesù guardandoci ci tocca il cuore e ci dice:
Non abbiate paura!»
Non abbiamo paura a fare un sorriso che parla di più che una parola!
Non abbiamo paura a guardare il mondo come lo guarda Gesù con amore e tenerezza!
Non abbiamo paura a tendere le mani e lasciarci aiutare!
Non abbiamo paura a tendere le mani ed essere strumenti di amore!
Guardando al Bambino di Betlemme, che tende le sue mani, lui come noi ha bisogno di tutto (dal calore, all’affetto, al cibo…), ma noi abbiamo più bisogno di Lui, ci abbraccia forte e ci invita a portarlo nel mondo e a farlo conoscere a tante persone: il vero Dio, il Dio-Amore.
La chiesa, mamma e maestra, ha questa grande missione!
 

Don Laghi, a destra, con l'amico carabiniere e padre Issa armeno.
 
Questa è la Chiesa che desideriamo tutti e insieme vogliamo costruire, in questo nostro territorio trentino:
Non più la Chiesa dei «numeri» o «dei nostri», ma di tutti;
una Chiesa più vicina che si fa prossimo, che cammina accanto invece di stare solo davanti; una Chiesa che si pone in ascolto e in silenzio, invece di dare giudizi o risposte a volte preconfezionate e fredde;
una Chiesa con occhi che guardano e si commuovono e con mani che stringono, accarezzano, rialzano;
una Chiesa che apre strade nuove per incontrare e lasciarsi incontrare e non alza più mura…
 
Ai credenti e non, ai piccoli e agli anziani, agli ammalati a tutti gli uomini e donne in cammino e in ricerca di senso per la propria vita…

Auguri sinceri di Buon Natale e Sante Festività! Don Daniele Laghi.

L’Arciprete di Brentonico Don Daniele Laghi - brentonico@parrocchietn.it
Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it 


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Maria Paola Detomaso 27/12/2021
Una bella lettera piena di spunti per far riflettere e si sente che sono sentimenti provati e vissuti con profonda convinzione e umanità.
Bravo Don Daniele.
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