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Sport e turismo, al passo con i tempi – Di Nadia Clementi

Intervista a Floriano Omoboni, giornalista sportivo ed esperto di sport business

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Lo sviluppo tecnologico e la trasformazione digitale di questi ultimi anni, hanno prodotto enormi cambiamenti, costringendo i manager della comunicazione - oggi parliamo di quella in ambito sportivo - a intraprendere e attuare nuove strategie per ottenere un maggiore coinvolgimento da parte di fans, appassionati, tifosi e soprattutto intercettare nuove fette di pubblico.
Per meglio comprendere tali dinamiche e avere un quadro generale innovativo, abbiamo intervistato Floriano Omoboni giornalista sportivo ed esperto di sport business.
Amante e conoscitore della montagna, conduttore e produttore di trasmissioni televisive di sport e di turismo, Floriano Omoboni nasce a La Spezia il 6 giugno 1957.
Fin da giovane coltiva la passione per lo sport. Studia all’Isef di Perugia, si diploma in Educazione Fisica a Firenze per poi insegnare nelle scuole superiori a Milano.
 
Da vero appassionato vive lo sport in tutte le sue forme: dall’insegnamento all’abbigliamento sportivo, dalle pubbliche relazioni al professionismo in alcune discipline, fino a al giornalismo sportivo, ruolo che lo vede ora protagonista in diverse trasmissioni televisive.
Nel 1986 lancia sul mercato un brand destinato a diventare fra i più famosi in questo campo: Dimensione Danza. Floriano Omoboni inizia poi a interessarsi al mondo televisivo, dove inizia una collaborazione in qualità di conduttore di trasmissioni sportive, prima in Odeon Tv e poi nella prima paytv sportiva Tele+.
Nel 1995 fonda GTO2000, società specializzata nella produzione di programmi televisivi.
Tutte le trasmissioni televisive da lui realizzate e condotte abbracciano un universo variegato: si va dagli sport invernali come lo sci alpino, alla mountain bike, dallo sci di fondo, allo sci alpinismo, passando per tutte le specialità in cui il mare fa da protagonista come la vela, la motonautica e lo sci nautico.
 
 
 
Neve e montagna, in particolare quella del Trentino Alto Adige, sono passioni che trovano spazio nel suo programma Ski Magazine che da 24 anni tiene incollati allo schermo migliaia di appassionati della neve e degli sport invernali (vedi).
Il format fa parte del palinsesto di Sportoutdoor.tv, la multipiattaforma tv/web nata nel 2014 come lente d’ingrandimento su tutto il mondo che ruota attorno alle discipline sportive all’aperto e al turismo nelle più belle località di montagna del Paese.
 
Ski Magazine va in onda su Sportitalia (Canale 60 del Digitale Terrestre), sul canale dedicato di Samsung TV Plus, Rakuten TV e su decine di tv locali italiane e internazionali.
Ogni settimana, per 23 puntate, Ski Magazine racconta tutto il meglio dal mondo della montagna, con interviste a campioni olimpici, approfondimenti sulle competizioni in corso e racconti dal territorio insieme ai protagonisti che rendono unica l’ospitalità nelle valli alpine italiane.
Con il contributo di campioni di ieri e di oggi come Alberto Tomba, Giorgio Rocca, Federica Brignone, Dominik Paris e Sofia Goggia, vengono raccontate e commentate le gare e i campionati più importanti della stagione di sci alpino, sci di fondo e sci alpinismo.
 
La particolarità del format, che lo rende diverso dalle altre trasmissioni sportive è che il racconto non si limita all’approfondimento sportivo, ma allarga lo sguardo sul territorio, includendo informazioni utili, consigli e proposte per scoprire e vivere al meglio l’esperienza nelle più belle località alpine d’Italia, in particolare nel territorio del Trentino Alto Adige, unendo così sport, turismo e promozione del territorio.
Nel corso della sua carriera nel campo sportivo c'è stata anche una piccola incursione nel mondo del cinema: nel 1985 Omoboni è stato infatti protagonista nel film di Enrico Oldoini Lui è Peggio di Me, con Renato Pozzetto e Adriano Celentano.
 

 
Floriano Omoboni, lei è tra i migliori cronisti sportivi italiani, come è stato possibile realizzare tutto questo? Quali sono state le esperienze lavorative passate e presenti che l’hanno fatta crescere maggiormente?
«Quest’anno festeggio i 40 anni di televisione, un gran traguardo conquistato passo dopo passo. Ho iniziato con la partecipazione ad alcuni giochi televisivi come la Ruota della Fortuna, poi la passione per la motonautica, in concomitanza con la nascita di Odeon TV, mi ha spinto verso la carriera giornalistica.
«La prima esperienza per Odeon TV è stata dunque nell’88 come telecronista di Offshore, poi nel ‘94 ho iniziato a seguire anche lo sci nautico e la vela, mentre nel 2000 è scoppiata la passione per la montagna, con gli sport invernali e l’outdoor estivo.
«Oggi sono orgoglioso nel dire che grazie a questa gavetta con la piattaforma Sportoutdoor produciamo 5 format televisivi di successo.»
 
Lo sviluppo tecnologico ha prodotto enormi cambiamenti nella cosiddetta sport industry. Come è cambiata l’informazione sportiva?
«La nascita di internet ha portato alla proliferazione di informazioni, tutti comunicano di più, quindi bisogna offrire prodotti che si differenziano per qualità e capacità di intercettare i gusti del pubblico e le nuove tendenze.
«Se la televisione è sempre seguita, soprattutto in un Paese con una popolazione anziana come il nostro, stiamo vivendo il grande successo delle piattaforme che mettono a disposizione i programmi h24.
«Ecco perché al di là della programmazione tradizionale su Sportitalia e le tv locali abbiamo puntato molto sulle smart tv, che rappresentano il futuro.
«Ora i nostri programmi raggiungono anche i paesi di lingua tedesca grazie a canali dedicati su Samsung Tv Plus, Rakuten Tv e Rllax Tv che mettono a disposizione le nostre puntate a qualsiasi ora, così come la nostra piattaforma online Sportoutdoor.tv»

Viviamo in una generazione di social network, secondo lei, lo sport come lo viviamo oggi, piace alla generazione Z (nati tra 97 e 2012)? Il programma di Ski Magazine e il canale Sportoutdoor.tv, da lei proposti, sono risultati vincenti per attrarre il pubblico più giovane?
«Le nuove smart tv di ultima generazione hanno un pubblico giovane, ed è quindi proprio a loro che ci rivolgiamo principalmente. Abbiamo riscontro di tanti ragazzi che ci conoscono da quando siamo presenti sulle piattaforme digitali, ci seguono sui social, ci mandano mail.
«Al pubblico tradizionale si è quindi aggiunta una nuova fascia di giovani e giovanissimi, anche fuori dall’Italia, che fanno un utilizzo diverso dei mezzi di comunicazione, ed è questa l’esigenza che abbiamo intercettato.»
 
 
 
Come nasce la sua passione per la montagna e in particolare per il Trentino? Le è rimasto un posto particolare nel cuore delle Dolomiti?
«La passione per la montagna nasce proprio in Trentino, che è una regione meravigliosa per qualità paesaggistica e capacità ricettiva. Molti posti li ho conosciuti e apprezzati grazie all’amicizia, poi trasformatasi anche in collaborazione lavorativa che dura da oltre 20 anni, con Francesco Bosco, direttore del Consorzio Ponte Di Legno Tonale ed ex direttore delle Funivie di Madonna di Campiglio e Bruno Felicetti, dell’azienda del Turismo della Val di Fiemme e attuale direttore delle Funivie di Campiglio.
«I luoghi del cuore sono almeno tre: Val di Fiemme, Paganella e Val di Sole.»
 
La montagna, rispetto ad altri territori, sembra infondere più fascino con le sue storie di popoli e imprese. Secondo lei, perché si presta meglio ad essere raccontata?
«Rispetto ad anni fa oggi la montagna è vissuta 10 mesi all’anno grazie a un’offerta di sport, natura e attrazioni senza eguali.
«Non sono più solo gli amanti della neve a venire in montagna, ma anche chi ama fare passeggiate, respirare aria buona, fare attività outdoor d’estate.
«La montagna è diventata sinonimo dello stare bene. Ecco, io penso che sia proprio la capacità di intercettare una vasta platea di persone a rendere il racconto sulla montagna più interessante per tutti.»
 
Come si racconta invece del mondo delle crociere?
«Ho cominciato a raccontare il mondo delle crociere negli anni 2000, quando abbiamo visto il boom di questo tipo di vacanza che permette di vedere in poco tempo tanti luoghi diversi. Io racconto i posti più belli al mondo a bordo delle navi da crociera più belle del mondo.
«Ho visto il Polo Nord, i fiordi, il Polo Sud, il Mar Rosso, la Giordania, posti straordinari che mi piace raccontare abbinando l’informazione rispetto ai territori incontrati a quella sulle navi, veri e propri hotel viaggianti.»
 

 
Quali sono le interviste che le rimarranno dentro per tutta la vita, non solo in ambito sportivo?
«In ambito sportivo sicuramente il grande Alberto Tomba. Una persona straordinaria, oltre che uno dei campioni italiani più amati di tutti i tempi.
«In ambito extra-sportivo le interviste che ho avuto modo di fare in giro per il mondo seguendo gli sport: nel ’95 ho intervistato lo Sceicco Al Maktum, quando Dubai puntava sul mondiale di Offshore Classe 1, nel ‘95, sempre seguendo il mondiale Offshore Classe 1 a Cuba ho intervistato Fidel Castro, e poi Carolina Di Monaco, all’epoca in cui correvo insieme al marito Stefano Casiraghi.»
 
Cosa pensa della scelta, tanto criticata, di un Paese come il Qatar che ha ospitato i mondiali di calcio?
«Una scelta giusta. È un paese ricco, all’avanguardia, bisogna guardare al di là dei fondamentalismi religiosi, che sono comunque sempre da condannare.
«Il Qatar è un paese bello, dove si vive bene e non c’è la delinquenza che si trova in tanti altri posti.»
 
In ultimo, quali sono strategie di marketing che lei ha sta predisponendo in vista dei giochi Olimpici di Milano Cortina 2026?
«Sicuramente seguiremo le gare con Fiemme, uno dei territori turistici più avanti d’Italia, abbiamo già in programma per fare il Road to Fiemme 2026, un approfondimento di avvicinamento alle gare che si terranno lì.
«Per Milano e Cortina aspettiamo di capire come si andrà avanti, i lavori sono indietro quindi per il momento è difficile fare programmi, ma certamente seguiremo tutte le gare più interessanti.»

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it


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