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I tumori del distretto capo-collo – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con i dirigenti medici dell'APSS Pietro Perotti e Matteo Lombardi

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In Italia, secondo i dati AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), l’incidenza dei tumori capo-collo hanno subito un lieve aumento e sono complessivamente al quinto posto delle neoplasie più diffuse.
Ogni anno si registrano circa 7.500 nuovi casi tra gli uomini e 3.000 tra le donne: la prevalenza (cioè il numero di persone in vita alle quali è stata diagnosticata la malattia) è di oltre 100.000 casi.
I principali fattori di rischio per i tumori della laringe e della faringe sono il fumo di sigaretta e il consumo di alcol. L’ assunzione combinata ne moltiplica il rischio.
 
Inoltre, negli ultimi 15 anni si è osservato un aumento dell'incidenza di tumori orofaringei nei giovani fra i 45 e i 60 anni.
È stato dimostrato che queste neoplasie sono associate all’infezione da Papilloma Virus (HPV, Human Papilloma Virus), lo stesso agente responsabile del cancro della cervice uterina, trasmesso in questi casi per via sessuale e in particolare con i rapporti orali.
Invece, per i tumori coinvolgenti la cute, l’esposizione alla luce solare e alle lampade abbronzanti, senza adeguata foto protezione, riconosce ancora il maggiore fattore di rischio.
 
Noi, per conoscere questi tipi di tumori abbiamo intervistato il dottor Pietro Perotti, dirigente medico presso l’Unità Operativa Otorinolaringoiatra dell’APSS di Trento (vedi curriculum) e il dottor Matteo Lombardi Dirigente medico struttura plastica e ricostruttiva e senologica APSS di Trento (vedi curriculum).

 
Il dottor Pietro Perotti.
 
Dottor Perotti, anche in Trentino avete registrato aumenti dell’incidenza di tumori capo-collo?
«Come per molte altre regioni d’Italia anche in Trentino si è registrato un lieve aumento di questi tipi di tumore, complici soprattutto fumo e l’alcol, il cui consumo è aumentato soprattutto nelle donne.
«Anche l’infezione da HPV rappresenta un nuovo fattore di rischio per i tumori orofaringei e colpisce la popolazione più giovane.»
 
Quali sono i principali tipi di tumore capo-collo?
«I carcinomi squamosi rappresentano il 90% dei tumori del distretto capo-collo e sono prevalentemente localizzati nel cavo orale, nella laringe e sulla cute. Il restante 10% è rappresentato da neoplasie più rare e variegate per tipologia e aggressività che si localizzano prevalentemente a livello naso sinusale e delle ghiandole salivari minori.
«Vi sono anche i tumori che riguardano il sistema nervoso centrale che fortunatamente sono piuttosto rari, rappresentando in Italia circa l'1,6% di tutti i tumori, con 6.100 nuovi casi (AIOM-AIRTUM 2021).
«Questi ultimi sono di appannaggio prettamente neurochirurgico pertanto esulano dalle patologie trattate dal nostro team.»
 
Quali sono i primi segnali di questi tumori?
«Per quanto riguarda i tumori di laringe e faringe, i principali sintomi che devono allarmare il paziente sono gli abbassamenti di voce che durano più di tre settimane, difficoltà nella deglutizione, ulcere o macchie bianche (leucoplachie) nel cavo orale che non scompaiono in circa 20 giorni»
«Altra sintomatologia a cui prestare attenzione è l’ostruzione nasale soprattutto se monolaterale, le lesioni della pelle che tendono a crescere o sanguinare e quelle che in gergo vengono chiamate tumefazioni (rigonfiamenti) sotto la pelle della viso o del collo sono certamente quadri che devono essere adeguatamente indagati»
 
A chi si deve rivolgere un paziente con queste avvisaglie?
«È raccomandabile discutere dei propri sintomi col medico curante o con il proprio dentista che, valutata la situazione invierà i pazienti ad una visita specialistica ORL.
«Tale visita di primo livello può essere eseguita in tutti gli ambulatori presenti sul nostro territorio, sarà lo specialista ad inviare i casi che necessitano di maggiori approfondimenti presso gli ambulatori di secondo livello.
«Qualora invece la sintomatologia riguardasse funzioni neurologiche (mal di testa, disturbi alla vista e all’udito, ecc), il consiglio è quello di rivolgersi sempre dapprima al medico curante che saprà in seguito indirizzare il paziente ad una visita neurologica o neurochirurgica.»
 
Quali sono gli accertamenti fondamentali per la diagnosi dei tumori alle vie aeree?
«È fondamentale che il paziente venga valutato con un’endoscopia, esame indolore che consente di valutare accuratamente tutte le alte vie aeree; se necessario può essere eseguita una biopsia per caratterizzare istologicamente la lesione.»
 

Il dottor Matteo Lombardi.
 
Dottor Lombardi, quali sono invece i primi segnali di un tumore cutaneo?
«Il primo sintomo di un tumore cutaneo è generalmente rappresentato da una lesione ulcerativa della pelle che non guarisce in 15-20 giorni o da lesioni cutanee pigmentate con atipie di forma o pigmento.»
 
Perché è importante la valutazione del medico curante?
«La discussione dei propri sintomi con il medico curante riveste sempre un ruolo di primaria importanza, in quanto sarà poi questo ad indirizzare correttamente il paziente per una visita presso i nostri ambulatori.
«Nel caso di lesioni di minori dimensioni o di dubbi diagnostici il paziente potrà essere indirizzato anche presso gli ambulatori dei colleghi dermatologi. Saranno loro, in seguito, ad inviarci il paziente qualora lo ritengano necessario.»
 
Quali sono gli accertamenti diagnostici per i tumori alla cute?
«Per i tumori della cute, qualora questi siano di maggiori dimensioni, si procederà con una biopsia della lesione al fine di poterla caratterizzare e decidere il successivo iter terapeutico.»
 
Cosa succede una volta ottenuta la diagnosi istologica?
«Alcuni selezionati tumori di piccole dimensioni possono essere asportati con piccoli interventi che per la maggior parte si svolgono in regime di day surgery (1 notte di ricovero).»
 
E per i tumori cutanei?
«Per quanto concerne i tumori cutanei il discrimine, nella maggior parte dei casi, è dato dalle dimensioni della lesione.
«Tumori anche di medie dimensioni che non possono essere asportati direttamente dai dermatologi potranno essere asportati nel nostro reparto mediante piccoli interventi che possono essere eseguiti in regime ambulatoriale o di Day Hospital (senza permanenza notturna)
«Per le lesioni del distretto capo-collo necessitanti di una valutazione più ampia il paziente verrà invece indirizzato a consulto multidisciplinare che si svolge il giovedì pomeriggio presso gli ambulatori del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Trento.»
 
In cosa consiste il consulto multidisciplinare?
«Durante il consulto multidisciplinare, oltre ai chirurghi ORL e Plastici saranno presenti:
· Chirurghi maxillo facciali
· Radioterapisti e Protonterapisti
· Medici oncologi
· Medici radiologi
· Medici nucleari
· Anatomopatologi
Per casi selezionati ci avvaliamo anche della collaborazione dei colleghi neurochirurghi e chirurghi vascolari.
«Durante il consulto il caso viene accuratamente studiato al fine di giungere alla miglior proposta terapeutica personalizzata che deve tener conto del paziente nel suo insieme e non riguardare solamente la patologia.»
 
È sempre indispensabile fare un intervento chirurgico?
«Non sempre, dipende da paziente e tipo di malattia. Per alcuni casi la scelta migliore è la radioterapia associata o meno alla chemioterapia.»
 
Nei casi in cui il paziente deve essere sottoposto a intervento chirurgico, cosa comporta?
«Gli interventi sul distretto capo-collo impattano su aspetti molto importanti della vita del paziente quali fonazione (abilità di parlare), deglutizione e aspetto fisico potendo lasciare cicatrici importanti o deformità del volto.
«Fortunatamente le moderne tecniche chirurgiche, tra cui la chirurgia robotica, consentono approcci sempre meno invasivi.
«Tuttavia quando necessario, in caso di patologie avanzate, la moderna chirurgia Plastica permette di eseguire ricostruzioni che riducono al minimo l’impatto sulla vita del paziente sia da un punto di vista funzionale che estetico.»
 
Cosa implica un intervento di asportazione di un tumore nel distretto capo-collo?
«L’intervento ha principalmente due fasi: una prima che consiste nell’asportazione del tumore e di eventuali strutture coinvolte dallo stesso e una seconda che prevede la ricostruzione delle strutture asportate mediante tecniche di chirurgia plastica.»
 
Quali sono le tecniche ricostruttive?
«Fortunatamente buona parte dei tumori della cute che si presentano nel distretto capo-collo sono asportabili mediante piccoli interventi chirurgici ambulatoriali.
«Tuttavia le lesioni di maggiori dimensioni, le stesse per le quali è richiesto un approccio multidisciplinare, richiedono di particolari tecniche di chirurgia ricostruttiva.
«Quando invece è possibile, la ricostruzione viene effettuata utilizzando tessuti vicini al difetto, mobilizzandosi in maniera tale da riuscire a riparare l’area danneggiata lasciando la minor quantità di cicatrici.
«Tuttavia non sempre questo è possibile e in tali casi ci avvaliamo di avanzate tecniche microchirurgiche che prevedono l’utilizzo di tessuti prelevati in altri distretti anatomici (ad esempio l’avambraccio o la coscia) che vengono reimpiantati al microscopio.
«Grazie a tali tecniche siamo in grado di ripristinare i tessuti rimossi con l’intervento chirurgico sia da un punto di vista volumetrico che da un punto di vista funzionale.»
 
Dottor Perotti, quanto può durare un intervento di questo tipo?
«Per quanto riguarda la prima fase in genere il tempo impiegato è di circa 5 ore»
 
Dottor Lombardi, quanto ci si impiega per la parte ricostruttiva?
«La parte ricostruttiva necessita generalmente di almeno 3 ore.
«Sono pertanto interventi lunghi e complessi che prevedono la collaborazione di un team di almeno 5 chirurghi, oltre agli anestesisti, agli infermieri strumentisti e nurse di anestesia, e al personale di supporto di sala operatoria.
«Possiamo quindi dire che per ogni intervento è presente un team di circa 10 persone che rimangono impegnate in sala operatoria per 8-9 ore.»
 
In cosa consiste il decorso post operatorio?
«Nei casi più complessi, che necessitano della ricostruzione dei tessuti asportati, il paziente rimane ricoverato presso il reparto di ORL per circa 20 giorni, durante i quali viene svolta anche la riabilitazione del paziente mediante la collaborazione di altre figure professionali, quali i logopedisti i fisioterapisti e i dietisti.»
 
Cosa si può consigliare alla popolazione per ridurre l’incidenza di tali neoplasie?
«Evitando i principali fattori di rischio:
· cessazione abitudine tabagica
· cessazione alcool
· Vaccino HPV
· Protezione dai raggi solari
«Ad ogni modo è fondamentale una diagnosi precoce attualmente possibile anche grazie alle avanzate tecnologie presenti presso il nostro ospedale»
 
Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it

Dottor Pietro Perotti - pietro.perotti@apss.tn.it
Dottor Matteo Lombardi - https://www.drmatteolombardi.it/

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