Home | Rubriche | Parliamone | Cosa sappiamo delle tecniche ipnotiche? – Di Nadia Clementi

Cosa sappiamo delle tecniche ipnotiche? – Di Nadia Clementi

Ne parliamo col dottor Vincenzo D’Ambrosio, medico di medicina interna e psicoterapeuta presso Azienda Ospedaliera di Foggia

image

>
L’ipnosi è probabilmente la più antica forma di psicoterapia conosciuta (le sue origini risalgono infatti a Mesmer nel secolo XVIII) e, nonostante una storia caratterizzata da fasi alterne di grande popolarità e di completo abbandono, negli ultimi decenni sta conoscendo una seconda giovinezza, a testimonianza del grande potere adattivo del mezzo ipnotico.
Numerosissimi sono i trattamenti con l’ausilio di ipnosi, ad esempio può essere una buona soluzione per chi è stressato e oppresso dall’ansia.
Questa pratica, infatti, permette di concentrarsi sulle priorità del momento e di accedere alle abilità utili a contenere stanchezza, stress, tensioni e dolori.
È di supporto, inoltre, in presenza di insonnia, disturbi dell’umore e del comportamento.
 
In generale, è indicata in tutte quelle situazioni in cui ci si sente bloccati e si fatica a esprimere ciò che si prova: sprona ad aprirsi, a considerare le problematiche da altre prospettive e a trovare il modo per affrontarle.
Quindi, può rivelarsi nei momenti delicati dell’esistenza, come quando si devono fare i conti con un fallimento o un errore.
In questo caso, permette al paziente di ridistribuire le responsabilità e di allontanare il senso di colpa.
Inoltre l’ipnosi, è indicata nel dolore acuto ma ancor più in quello cronico, sia non-oncologico che oncologico.
 
Già nella prima metà dell’800, prima dell’introduzione del cloroformio e dell’invenzione della moderna anestesiologia, l’ipnosi era stata largamente impiegata come unico anestetico in chirurgia generale.
Attualmente l’impiego dell’ipnosi in anestesia chirurgica è fortemente limitato dalla elevata suscettibilità ipnotica richiesta (prerogativa del 10-15% della popolazione generale) e dallo sviluppo e affidabilità delle moderne metodiche anestesiologiche.
Vi sono tuttora indicazioni cliniche speciali che contemplano l’uso dell’ipnosi (interventi di piccola/ media chirurgia, intolleranza/ allergie ad anestetici, ecc.).
 
Nell’ambito del dolore acuto, le principali indicazioni cliniche riguardano: il dolore post-operatorio, il dolore da travaglio di parto, il dolore odontoiatrico, il dolore nei grandi ustionati, ma l’ipnosi interviene anche nelle somatizzazioni d’ansia, le cure di panico, lo stress, eccetera.
Noi, per saperne di più abbiamo avuto il grande piacere di intervistare il dott. Vincenzo D’ambrosio specialista in medicina interna e psicoterapeuta anche in tecniche di ipnosi.
Attualmente svolge l’attività di medico internista presso l’Azienda Ospedaliera di Foggia (curriculum).
 

 
Dottor D’Ambrosio, le origini dell'ipnosi si perdono nella notte dei tempi e la sua storia è stata oggetto di trionfi e critiche, cosa si intende esattamente per ipnosi?
«L'ipnosi è uno stato alternativo della coscienza. Lo stato ipnotico si pone tra lo stato di veglia e quello del sonno, si caratterizza per la presenza di fattori appartenenti all'uno o all'altro stato in contemporanea.
«Lo stato ipnotico e lo stato post-ipnotico, per le loro caratteristiche, possono contribuire al benessere psico-fisico del paziente in molteplici settori della medicina, della psicologia, del lavoro e della socialità.»
 
Miti, leggende metropolitane e false credenze contribuiscono a creare molta confusione in merito agli effetti che l’ipnosi può avere. Possiamo dire che l’ipnosi è sicura?
«Se viene eseguita da professionisti qualificati è più che sicura e non ha controindicazioni, se invece viene praticata da “ciarlatani” può indurre alla schizofrenia e l'oligofrenia.»
 
Quali sono le false credenze che possono allontanare le persone da questo potente strumento terapeutico?
«Che il paziente in ipnosi possa diventare un burattino, privo di personalità e volontà, nelle mani del terapeuta.»
 
Quali sono le evidenze scientifiche su cui si basa l’ipnosi?
«Si tratta di pratica millenaria documentata in studi pubblicati sulle più accreditate riviste scientifiche internazionali di medicina e psicologia.
«Attualmente viene usata in medicina in alternativa all'anestesia farmacologica in pazienti che non possono assumere gli anestetici, in ostetricia per il parto indolore, nelle somatizzazioni d'ansia, nelle malattie della pelle secondarie a stress (Psoriasi) ed altre ancora.»
 

 
Tutti i soggetti possono essere ipnotizzati, oppure ci sono dei casi limite? Esistono effetti collaterali legati a questa pratica?
«Non esistono effetti collaterali. Lo stato post-ipnotico, per le sue caratteristiche di rilassamento, sensazione di benessere e felicità è di per se stesso terapeutico.»
 
Come si sente il paziente prima e dopo essere stato ipnotizzato?
«Generalmente la prima seduta, di induzione dell'ipnosi, viene vissuta con ansia, curiosità o altre sensazioni legate al motivo della richiesta.
«Si inizia con una prima seduta che viene dedicata all'analisi del caso per valutare le condizioni che possono richiedere l'intervento ipnotico. Poi si procede a spiegare al paziente il progetto terapeutico.
«Si tranquillizza il paziente spiegandogli che in nessun caso potrà essere indotto allo stato ipnotico in mancanza della sua esplicita volontà.
«Sono vietate le modalità coercitive il professionista si limita ad insegnare al paziente come raggiungere lo stato ipnotico.
«Raggiunto lo stato ipnotico si praticano il rinforzo dell'Io, le rimozioni dei traumi, il segnale concordato con il paziente per fargli raggiungere lo stato ipnotico desiderato immediatamente senza percorrere le tappe procedurali adottate in precedenza.
«Alla fine della seduta si pratica la deipnotizzazione (ritorno allo stato vigile) con il comando di ricordare la sensazione di pace, tranquillità e benessere sperimentata per crearne la persistenza.»
 
Cosa succede al cervello del paziente ipnotizzato?
«Nulla che non succeda nella fisiologica fase REM (Rapid eis moviment) del sonno. Rallentamento della frequenza cardiaca, e respiratoria, riduzione generalizzata del tono muscolare, esaltazione della fase di ideazione del pensiero.»
 

 
Oggi la ricerca clinica pone particolare attenzione agli studi che rispettano criteri di validità ed efficacia, mentre nella pratica clinica vi è un crescente interesse, anche per logiche di risparmio, verso interventi brevi e sempre più focali. In quali ambiti clinici l’ipnosi è riuscita nel tempo a distinguersi in termini di efficacia e brevità?
«Viene applicata principalmente per i parti indolore, come anestetico, somatizzazioni dell'ansia, e nell’insonnia, con conseguente risparmio per l'utilizzo dei farmaci quando i pazienti non possono o non vogliono assumerne.»
 
L’ipnosi si è da sempre dimostrata un approccio terapeutico fecondo nell’ambito della salute mentale. Tutt’oggi molti approcci integrati guardano con rinnovato interesse alla pratica ipnotica. Proiettandoci nel futuro, quale prospettive vede per l’ipnosi?
«Oltre a quelle elencate in precedenza, la tecnica ipnotica troverebbe ampi spazi di applicazione nella medicina del benessere, nello studio, nello sport, nel lavoro facendo aumentare le capacità di concentrazione, di rilassamento, diminuendo l'ansia da prestazione, correggendo alterazioni del comportamento non psichiatriche e, quindi, favorendo i rapporti interpersonali e la comunicazione efficace.»
 
Ci può raccontare un episodio, particolarmente significativo per lei, in cui ha utilizzato l’ipnosi con grande successo su un paziente?
«Ho cominciato a interessarmi di ipnosi partendo dal presupposto che un condizionamento post-ipnotico potesse aiutare un paziente dipendente da sostanze psicotrope a rimanere nello stadio clean (fase che intercorre tra lo svezzamento e la guarigione).
«Non avevo fatto i conti con la multidisciplinarità del problema dipendenze. In quell'occasione ho imparato che la guarigione del paziente dipende non solo dalla terapia usata, ma, anche, dalla modifica dello stile di vita, da fattori ambientali, legali, sociali ed economici.
«L'ipnosi è uno degli interventi possibili ma la sua efficacia dipende dall'appropriatezza dell'uso di questa terapia, dall'impegno profuso dal paziente, dalla costanza e dalla volontà del paziente a risolvere totalmente e definitivamente il suo problema.
«Seguendo l'esempio del mio maestro preferisco parlare di un caso di insuccesso. Mario (nome di fantasia), tossicodipendente da eroina da circa 20 anni, è venuto accompagnato dalla moglie, per intraprendere un programma ipnotico.
«Dopo lo svezzamento con metadone a scalare, ha iniziato il programma terapeutico con sedute settimanali che ha interrotto dopo due mesi ritornando a fare uso di eroina. Rielaborando il caso, è emerso che Mario aveva accettato di sottoporsi alle sedute per accontentare la moglie che l'aveva minacciato di separarsi.
«Non aveva interrotto i legami con l'ambiente dei tossicodipendenti e, passato il pericolo, aveva ripreso a drogarsi. In realtà l'errore è stato accettare di intraprendere il trattamento in assenza della ferma volontà del paziente e della mancanza totale di voler cambiare stile ed abitudini di vita. Il risultato è stato quello di essere riuscito a manipolare me e la moglie (che ha sostenuto il costo della terapia) al solo fine del persistere nella dipendenza.»

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Dott. Vincenzo D’Ambrosio - vincenzodambrosio2@virgilio.it
 
Cliccando l’immagine che segue di accede all’intervista sull’ipnosi applicata alla medicina.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande