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«Da grande voglio fare il pilota» – Di Nadia Clementi

Ne abbiamo parlato con Paolo Magnanini che ci ha raccontato volentieri la sua passione per il volo

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Paolo Magnanini è nato a Milano nel 1998, ma cresciuto a Trento, fin da piccolo ha sempre avuto la passione per gli aerei, in particolare era affascinato dai voli a lungo raggio che aveva avuto la possibilità di effettuare con i suoi genitori viaggiando per il mondo.
Spinto dal desiderio di inseguire il suo sogno ha scelto di imparare bene le lingue, che per un pilota sono fondamentali, frequentando prima una scuola inglese e poi il Liceo Linguistico, ottenendo due certificazioni C1 in inglese e tedesco.
Ha poi deciso di intraprendere gli studi ottenendo prima il brevetto di pilota privato e poi la licenza di pilota commerciale a luglio 2023.
Paolo è una persona che ama lavorare in team è disponibile, intraprendente e riesce a gestire le situazioni di stress mettendo in pratica il suo motto: vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Per conoscere da vicino questa professione lo abbiamo intervistato.
 

 
 
Ciao Paolo, vuoi spiegare l’iter per diventare pilota?
«Innanzitutto, per guidare un aereo bisogna avere molta passione e ci vuole molto sacrificio.
«Per diventare pilota di linea si possono seguire due percorsi:
- modulare, ovvero ottenere prima la licenza di pilota privato e poi quella commerciale;
- integrato è l’iter più veloce, si studia direttamente per ottenere la licenza commerciale senza prendere prima la licenza da pilota privato.
«Per il commerciale bisogna superare 14 esami teorici ed effettuare le ore di volo con l’esame pratico finale, secondo la normativa EASA.»
 
Quali sono state le difficoltà che hai riscontrato per intraprendere questo percorso?
«Non parlerei di difficoltà perché è un percorso che ho sempre voluto fare dall’età di 10 anni.
«Come tutte le scelte di studio vanno affrontate con serietà e impegno, sapendo che ci si sta preparando a un lavoro che richiede una grande responsabilità e un’alta formazione che proseguirà per tutta la vita.»
 
Il lavoro di pilota richiede delle potenzialità di controllo e di responsabilità. Significa che bisogna essere pronti a tutto?
«Responsabilità è ciò che distingue sicuramente questo lavoro da tanti altri. Il pilota è colui, che dalla prima ora alla scuola di volo, impara a verificare tutto lo stato del velivolo: carburante, pesi e bilanciamenti, documenti di bordo e condizione dell’aeromobile.
«Ma fondamentale è anche la verifica delle condizioni meteo, consultando i metar, ovvero bollettini aeronautici meteorologici.
«È compito dell’aviatore tenere in considerazione questi fattori per poter condurre in sicurezza l’aeromobile, che sia un aeroplano scuola o un aereo di linea.»
 

 
Che ricordo hai del tuo primo volo? Come ti è sembrato il mondo visto «da sopra»?
«Il primo volo ai comandi è stato tramite l’esperienza “Pilota per un giorno” alla Italfly di Trento, dove si va in volo insieme a un istruttore. All’epoca con il Comandante Minati, che poi è diventato anche il mio insegnante di volo.
«È stata un’esperienza meravigliosa, ricordo le prime manovre di volo sopra i laghi della Valsugana.
«Da quel giorno ho deciso di inseguire il mio sogno e ho iniziato il percorso da pilota.»
 
Raccontaci l’episodio più divertente che ricordi in volo?
«L’episodio più divertente è stato quando sono andato insieme al mio istruttore Federico a Portorose in Slovenia e in fase di avvicinamento all’aeroporto, il controllore del traffico aereo continuava a ripetere «doberdan», e io continuavo a cercare questa parola sulla cartina di avvicinamento, pensando fosse un punto da riportare.
«Mi rivolgo allora all’istruttore chiedendo delucidazioni, il quale ridendo mi risponde: ”è buongiorno in sloveno”.»
 
Ti è mai capitato di avere paura?
«Sinceramente non ho mai avuto paura. Più ci si prepara a terra con i bollettini meteo e tutto il resto e più si è preparati anche ad eventuali imprevisti.»
 

 
Secondo te quali sono i momenti che spaventano di più i passeggeri?
«Secondo me è il decollo, perché è la fase del volo più critica da governare in caso di un’eventuale problematica.»
 
Quanto è sicuro volare oggi?
«L’aereo è un mezzo sicurissimo, viene sottoposto a regolari cicli di manutenzione e verifica da parte dei tecnici. I piloti effettuano simulatori semestrali, i cosiddetti Proficiency Check, dove vengono simulate tutte le avarie possibili al simulatore.
«È molto più sicuro che andare in automobile perché è un settore altamente controllato a livello professionale.»
 
Che consiglio puoi dare a un ragazzo come te che vorrebbe intraprendere la sua professione?
«Prima di tutto consiglio di svolgere una professione che piaccia. Quello del pilota è un percorso che va preso con serietà e impegno costante e già dalle prime ore di volo, si capisce se sia la strada giusta da intraprendere.
«Altro aspetto da considerare è il costo, sicuramente non indifferente da sostenere per raggiungere questo sogno. Oggi, vi è anche la possibilità di accedere a dei finanziamenti è comunque una scelta onerosa che deve essere altamente motivata.»
 
Attualmente in cosa sei impegnato?  Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Attualmente ho inviato il curriculum alle varie compagnie aeree e spero, tra qualche mese, di solcare i cieli su un aereo di linea.
«Ci si vede a bordo!»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it


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