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Viaggio in Iran tra presente e passato – Di Nadia Clementi

Seconda parte: un Paese che affonda le proprie radici nella terra dove è nata la civiltà

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Link alla prima parte.
 
Da secoli l’Iran è la culla di uno dei più grandi e duraturi imperi della storia: l’Antica Persia. Qui si ammirano le vestigia delle città di Ciro il Grande, Dario I e Alessandro Magno, seguendo le tracce del fecondo scontro/incontro tra la cultura iranica pre-islamica e il mondo greco.
E sono proprio gli splendidi siti e le maestose architetture che raccontano da sole le storie di civiltà che dal 642 d.C. hanno visto protagonisti il mondo persiano e quello arabo-islamico.
Dai monumenti zoroastriani antichissimi alle moschee, bazaar e cittadelle fortificate medievali, l’Iran si rivela un bacino inesauribile di arte di grande bellezza e importanza che ci permette di comprendere sia il mondo antico che quello contemporaneo, frutto della sua lunga storia.
 

 
 LA STORIA 
Dall'Impero persiano alla rivoluzione islamica.
Il territorio dell'Iran odierno fu sede, nell'antichità, dell'Impero persiano fondato da Ciro il Grande (6° secolo a.C.). Fu conquistato dagli Arabi nel 7° secolo d.C. e convertito all'Islam sciita dalla dinastia dei Safavidi tra il Cinquecento e il Settecento.
Dopo il dominio dei Qagiar (1794-1925) e quello dei Pahlavi (1925-79), l'Iran ha acquisito il suo attuale profilo con la rivoluzione islamica del 1979.
 

 
Dalle origini alla conquista araba.
Iran è il nome assunto dalla Persia nel 1935. Il suo territorio, abitato sin dalla preistoria, fu conquistato nel 7° secolo a.C. dai Medi e nel 6° dai Persiani, che vi fondarono, con Ciro il Grande, l'Impero achemenide. Esso cadde in seguito sotto il dominio di Alessandro Magno (4° secolo a.C.), dei Parti (3° secolo a.C.) e quindi della dinastia persiana dei Sasanidi (3° secolo d.C.), che fece dello zoroastrismo la religione dominante del paese.
Scontratosi ripetutamente con Roma e poi con Bisanzio, il potente Impero sasanide entrò in crisi tra il 6° e il 7° secolo e così, tra il 634 e il 651, il paese fu occupato dagli Arabi e islamizzato.
 

Sito tombe Ciro il Grande.
 
Un grande re: Abbas I.
Nei secoli successivi la Persia rimase una regione instabile e cadde sotto il dominio dei Turchi Selgiuchidi (11°-12° secolo) e poi dei Mongoli (13°-15° secolo).
Al principio del 16° secolo la dinastia dei Safavidi riuscì a ricostituire l'unità del paese. Essa raggiunse il suo apogeo con Abbas I il Grande (1587-1628) e fece dell'Islam sciita la religione dello Stato, estendendo i confini della Persia attraverso numerose conquiste.
Dopo Abbas, i Safavidi entrarono in una fase di declino e furono infine abbattuti nel 1736.
 
Ebbe allora inizio un periodo di decadenza che arrivò fino al 20° secolo e che in gran parte coincise con la permanenza al potere della dinastia turca dei Qagiar (1794-1925).
In questa fase della storia persiana si fece sempre più intensa la penetrazione delle potenze europee, in particolare della Russia e della Gran Bretagna, che crebbe ulteriormente dopo la scoperta, all'inizio del Novecento, di ricchi giacimenti petroliferi.
 

Il porticato di una moschea.
 
La dinastia Pahlavi.
Nel 1921 un colpo di Stato portò al potere Rida (conosciuto come Reza) Khan Pahlavi, che si proclamò Scià nel 1925 dando inizio alla dinastia dei Pahlavi.
Rida introdusse importanti riforme economiche e sociali, ma non riuscì a sottrarre la Persia (dal 1935 Iran) alle ingerenze delle potenze straniere.
Nel 1941 egli abdicò in favore del figlio Muhammad Rida Pahlavi, che rimase al potere sino alla rivoluzione islamica del 1979.
In questo lungo periodo lo Scià si legò agli Stati Uniti e agli interessi delle compagnie petrolifere occidentali; impresse un crescente carattere autoritario al proprio regime e diede quindi avvio, al principio degli anni Sessanta, a un ampio programma di modernizzazione economica e sociale (la cosiddetta rivoluzione bianca) che tuttavia non smantellò le strutture autoritarie del regime e non sciolse i grandi nodi dello sviluppo dell'Iran.
 

 
La rivoluzione islamica.
La politica dello Scià suscitò scontento nel paese, che raggiunse il culmine verso la metà degli anni Settanta.
Ne raccolsero i frutti i seguaci dell'ayatollah Khumaini (più noto come Khomeini) che, nel 1979, in seguito a violenti disordini, costrinsero lo Scià alla fuga. E sotto la leadership di Khomeini (tornato dall'esilio cui era stato costretto), istituirono la repubblica islamica, una vera e propria teocrazia fondata sul Corano e su un progetto di radicale smantellamento di ogni influenza occidentale.
 

 
Dopo l'assalto all'ambasciata statunitense di Teheran (1979), che aprì un'aspra crisi con gli USA legata al destino degli ostaggi, la storia della repubblica islamica fu dominata, negli anni Ottanta, da una lunga guerra con l'Iraq (1980-88), che indebolì profondamente il paese.
Nel 1989 Khumaini morì. Gli subentrò come supremo capo religioso Ali Khamanei, già presidente dell'Iran.
Divennero presidenti della Repubblica Rafsangiani (dal 1989) e poi Khatami (dal 1997), entrambi ostili agli eccessi della politica confessionale.
Da allora le tendenze riformiste sono andate lentamente consolidandosi nel paese, anche se nel contesto della perdurante forza dei gruppi fondamentalisti, che hanno riportato un importante successo nelle elezioni del 2005.
Nel nuovo clima creato dagli attentati dell'11 settembre 2001 l'Iran è fortemente osteggiato dagli Stati Uniti, che accusano il regime di sostenere il terrorismo islamico e di mirare agli armamenti nucleari.
 

 
Nella sua storia millenaria e complessa, l’Iran è testimone di uno sviluppo socio-culturale e artistico potente a cominciare dagli affascinanti contrasti della caotica capitale Teheran; alla magia delle cupole azzurre di Isfahan, definita, la «metà del mondo»; alla città vecchia di Yazd, con le sue case tradizionali costruite con un impasto di argilla, sabbia e paglia, alla millenaria città antica di Persepoli, capitale dell’ Impero di Achemenide, alla meravigliosa Shiraz, celebre per le sue rose cantate nei versi dei poeti Hafez e Saadi; al villaggio di montagna di Abyaneh caratterizzato dai costumi tradizionali indossati dalle donne del paese ai colori e l’energia dei bazar, agli storici hamam, antichi caravanserragli, i cui muri trasudano storia. 
 

 
L'Iran appare agli occhi del visitatore come uno dei suoi magnifici tappeti che vengono orditi da mani agili e pazienti.
Un connubio di bellezza e di tragedia, di ricchezza e di ingiustizia. Un’arte radicata nella tradizione, ma minacciata dalla modernità come disegni di lana o di seta che si compongono mentre si intrecciano milioni di nodi e si incrociano fili multicolori di un popolo ispirato dal passato, dalle sofferenze, dal sangue versato, dalle battaglie vinte e dalle sconfitte.
 
 IL VIAGGIO INIZIA DA TEHERAN 
Tehran è la capitale dell’Iran dal 1789. Conta 13 milioni di abitanti, diversi e distanti tra loro per miseria e ricchezza, storia antica e progresso, fede e laicità.
 


 
La città è situata ai piedi dei monti Alborz, congestionata dal traffico e satura di inquinamento.
Le sue strade raccontano la storia di una metropoli cresciuta in fretta senza un piano regolatore, caratterizzata da pitture murali che abbelliscono le grandi facciate cieche dei palazzi, i cui più vecchi risalgono al tempo in cui i murales erano usati per la propaganda politica: inneggiano alla rivoluzione khomeinista; lanciano minacce all’indirizzo del Grande Satana (gli Stati Uniti) e del nemico per eccellenza, Israele; oppure ritraggono i volti dei tanti morti nella guerra contro l’Iraq.
Ma quello che colpisce subito della capitale è il suo aspetto poco orientale, dovuto al fatto che Teheran è una città relativamente giovane in contrasto a un impero dalle tradizioni così antiche. Il suo ingresso nella storia avvenne nel XIII secolo con l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iran da parte del conquistatore mongolo Gengis Khan e le sue orde.
La città, situata lungo il percorso della via carovaniera che attraversa il paese da nord a sud, cominciò ad acquisire man mano importanza come luogo di sosta e ristoro per i mercanti fino ad essere prescelta quale capitale dello stato della dinastia dei Cagiari che l’arricchirono di viali, giardini e palazzi.
 

 
La città, vanta comunque una serie di musei tra i più importanti al mondo. Tra questi il Museo Nazionale dei Gioielli, che si trova nel caveau della Banca Centrale Iraniana. All'ingresso ci sono ovviamente controlli minuziosi da parte delle guardie e all'interno del museo non è possibile portare le borse ne fare foto o filmati, ma la collezione è un'eccezionale raccolta di oggetti preziosi dei reali persiani dai Safavidi in poi, tra cui spiccano il famoso Trono del pavone, il Globo di gioielli (i mari sono fatti di smeraldi e le terre di rubini) e il diamante grezzo più grande al mondo. Una collezione unica e davvero imperdibile.
 

 
Girando per la città, si notano moschee e palazzi davvero sontuosi e affascinanti come la Moschea di Sepah Salar che è una delle più belle e antiche della capitale e vanta di ben 8 minareti ricoperti da vivaci e coloratissime piastrelle.
Un’altra bellissima costruzione è la Moschea Khomeini, nel cuore del gran bazar di Teheran.
 

Moschea di Komeini.
 
Meritano una visita anche il museo archeologico storico nazionale, ricco di una vasta collezione di oggetti delle civiltà achemenide, sasanide e islamica, il museo dei tappeti, del vetro, della ceramica, tanto per fare degli esempi.
La città annovera inoltre numerosi palazzi e giardini come il famosissimo Palazzo Golestan, residenza storica della dinastia reale Qajar, il Palazzo Saheb Qaraniyeh, il Giardino Ferdows e il Palazzo del Sole.
Tuttavia l’antico cuore pulsante della città risulta il Gran Bazar, dal 2013 incluso nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità (Unesco).
 

Bazar di Theran.
 
Uno dei principali simboli della capitale iraniana è la Torre Azadi (foto di copertina), in persiano Borj-e Azadi, letteralmente «Torre della libertà» (alta 45 metri). Posta all’ingresso della città di Teheran, è stata progettata dall’architetto iraniano Hossein Amanat. 
Venne costruita nel 1971 in occasione dei festeggiamenti del 2.500° anniversario della fondazione dell’Impero Persiano. 
 

 
Altra interessante attrattiva, che offre una spettacolare panoramica dall’alto della città di Theran, è la Torre Milad, alta 435 metri compresa la sua antenna, nonché la sesta torre più alta del mondo e la quattordicesima come struttura autoportante.
Costruita tra il 2000 e il 2007 e inaugurata nel 2008, Torre Milad fu progettata dall’architetto Mohammad Reza.
La base è di forma ottagonale, voluta per sottolineare la tradizionale architettura persiana e occupa uno spazio di circa 20 mila m².
All’interno della struttura si trovano una galleria d’arte, centri riunioni e commerciali, un hotel a cinque stelle e ristoranti.
 
A Teheran e in generale in tutto il territorio iraniano, è severamente proibito fotografare: persone in uniforme, istallazioni e veicoli militari, polizia, edifici pubblici, aeroporti, ponti, porti e ambasciate. 
 
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
(Il viaggio continua domenica prossima)
 
 
Abyaneh donne velo bianco e rosa.

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