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«I cittadini sono le nostre sentinelle» – Di Nadia Clementi

Intervista al comandante provinciale dei carabinieri colonnello dott. Luca volpi

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Aveva da poco lasciato l’Iraq quando nel 2016 il Colonnello Luca Volpi prendeva posto in via Barbacovi come Comandante provinciale dei Carabinieri del Trentino.
Al momento del suo insediamento le sue prime parole alla stampa sottolineavano una situazione, relativamente alla sicurezza in Trentino, molto buona; certo un buon Carabiniere non può ritenersi soddisfatto fino a quando vi saranno dei reati (ma è una mera illusione che l’animo umano si converta totalmente alla bontà e al rispetto delle regole) e per questo promise un maggiore impegno sui versanti della prevenzione e della repressione.
 
Quando si presentò al Presidente Bruno Dorigatti il Colonnello Volpi descrisse il suo primo impatto con la provincia di Trento, evidenziando in particolare la forte sensibilità sociale nei confronti della criminalità e la notevole domanda di sicurezza che si esprime attraverso la collaborazione dei cittadini con le forze dell’ordine.
Il Colonnello Volpi infatti era appena rientrato da una delle sue nove missioni di pace all’estero, (che ha svolto sotto egida ONU e NATO, nei Balcani, in Bosnia, Albania e Kosovo, in Palestina, in Afghanistan e Iraq) ma soprattutto era la prima volta per lui in Trentino.
 
Sposato con una figlia, laureato in giurisprudenza e scienza della sicurezza interna ed esterna, ha iniziato la sua carriera militare frequentando la Scuola Militare Nunziatella di Napoli, poi l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma.
Come primo incarico operativo, ha Comandato la Compagnia Meccanizzata del 3° Battaglione Lombardia di Milano.
Ha svolto il suo servizio territoriale comandando, dapprima, la Compagnia di Salò (BS) e, successivamente, la Compagnia di Andria (BA). Dal 2007 ad oggi è stato al 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia, sua Regione d’origine, di Gorizia, prima come Capo Sezione Operazioni/Informazioni e poi, gli ultimi 4 anni, come Comandante del Battaglione Carabinieri.
 
Dal 12 settembre 2016 è alla guida del Comando provinciale di Trento di via Barbacovi, dal quale dipendono sei Compagnie che coprono la provincia di Trento, con circa 800 uomini al suo comando.
Inoltre è Cavaliere al merito della Repubblica Italiana e insignito di numerose onorificenze nazionali ed internazionali, relative alle molteplici missioni di pace a cui ha preso parte.
 

Missione in Iraq.
 
Come dicevamo la situazione presa in mano dal Colonnello Volpi era già rassicurante, ma l’impegno a fare di più si è espresso fin da subito nelle parole del neo-Comandante che ha auspicato ad una maggiore collaborazione tra le varie forze dell’ordine ma anche con i cittadini.
L’auspicio di Volpi sembra essersi avverato: statistiche alla mano infatti il numero dei delitti in Trentino è in calo costante.
Le ultime rilevazioni riguardano il 2016, proprio l’anno d’insediamento di Volpi, è c’è ragione di credere che il trend sia ancora in discesa. I reati denunciati nel 2015 erano 18.860, mentre nel 2016 si è passati a 16.323.
 
I furti sono sempre meno e quelli nelle abitazioni, una delle preoccupazioni maggiori dei cittadini, sono passati da 1603 a 1542.
Omicidi, incidenti, lesioni dolose, minacce, tutte queste tipologie di reato registrano una flessione negli ultimi anni; un record in negativo, purtroppo, rimane sulle violenze sessuali che passano da 30 casi a 44.
Altro tema che smuove non poco l’opinione pubblica è quello dei reati legati alla droga e anche qui si possono dormire sonni tranquilli, o quasi: le denunce per spaccio sono state 161 mentre appena 1 per l’associazione legata alla produzione o traffico di sostanze stupefacenti.
 
Insomma il lavoro del Colonnello Volpi e degli oltre 800 uomini e donne sotto il suo comando può essere solo valutato positivamente, ma come è giusto che sia la guardia non si deve certo abbassare e sempre più importante diventa il lavoro di prevenzione e sensibilizzazione della cittadinanza.
Abbiamo incontrato il Colonnello Volpi per porgli alcune domande sui reati nella nostra provincia e per chiedergli un bilancio di questi primi 2 anni a capo dei carabinieri del Trentino.
 

Missione in Kosovo.
 
Colonnello Volpi, cominciamo con i numeri delle ultime rilevazioni provinciali: nel 2016 i reati sono calati rispetto all’anno precedente. Come commenta questo risultato?
«Non posso che essere lieto di tale dato, che però so bene essere sempre variabile. Posso commentarlo affermando che l’attività di prevenzione e repressione che l’Arma ha posto in essere nel recente ultimo periodo ha sortito gli effetti auspicati.
«I principali reati cui il Trentino è vessato sono senz’altro quelli predatori (specificatamente i furti in abitazione) e i reati previsti dalla legge sugli stupefacenti. Per aiutare la popolazione a difendersi dai primi e per prevenire nei giovani l’incorrere in segnalazioni amministrative o, peggio, in deferimenti penali a causa dell’uso di droghe, l’Arma del Trentino è assiduamente impegnata non solo nel pattugliamento costante dei più popolosi centri come dei più dispersi borghi, ma anche in interventi mirati con incontri pubblici in sedi municipali e scuole, con cittadini, studenti, genitori e corpo docenti, per una reale e concreta diffusione dei concetti di legalità e prevenzione.
«Ad esempio sono state ben 83 nell’ultimo anno le conferenze svolte dai miei Ufficiali nelle strutture per anziani, nelle sedi municipali o negli auditori pubblici per sensibilizzare la cittadinanza su tematiche quali la prevenzione di furti e truffe, gli effetti dannosi provocati dagli abusi di droghe e alcool, violenza di genere e sicurezza.»
 
Il 2016 è anche l’anno in cui Lei si è insediato, come ha visto cambiare il panorama locale in questi due anni e mezzo?
«In questi due anni di permanenza in Trentino ho apprezzato il lavoro dei miei carabinieri. Essi non hanno demorso né hanno retrocesso di un millimetro nel tenere salda l’attenzione verso i cittadini affidati alla loro protezione.
«Dico di più, siamo intervenuti (anche in prima persona) immediatamente dopo il compimento dei più gravi reati occorsi in questi due anni, mettendo in campo agevolmente le risorse più perite nel campo del primo intervento e nel campo delle investigazioni, perseguendo tali reati con encomiabili risultati, che hanno sempre assicurato alla giustizia i responsabili.
«È la risposta ai cittadini la missione nostra e la risposta ai cittadini l’Arma può renderla in primis offrendosi - nell’immediatezza e senza perdite di tempo - nel dare un nome preciso ai criminali. Questo ci impegniamo e ci impegneremo sempre a fare.»
 

 
Calano i reati ma aumentano, per esempio le violenze sessuali, cosa denota questo dato?
«Non risulta un aumento dall’analisi fatta in banca dati. Le violenze sessuali denunciate in Trentino sono state 27 nel 2017 e sono stabili a 16 fino ad agosto 2018.
«Tale odioso reato, che la legge fa rientrare nella più ampia violenza di genere, è sempre costantemente monitorato dall’Arma territoriale. Una particolare attenzione è rivolta all’analisi del fenomeno che ci risulta in lieve calo rispetto all’anno scorso.
«Nel 2017, nel solo mese di luglio, furono ben 5 le denunce presentate ai comandi dell’Arma del Trentino. Complessivamente la città di Trento detiene il triste podio del maggior numero di reati specifici denunciati, sicuramente per via della più alta densità di popolazione rispetto agli altri centri.
«Ad oggi, nel 2018, sono 16 le violenze sessuali su cui abbiamo indagato. Il nostro impegno a parlare di violenza di genere è pressante. Non vi è conferenza scolastica nella quale non vi sia un approfondimento sul tema. Sono gli stessi docenti a richiederlo, convinti – come lo siamo noi carabinieri – che sia indispensabile informare e formare i giovani sulla cultura del vivere secondo legge (quindi secondo normalità!) i rapporti con l’altro sesso.
«Vorrei sottolineare che questa azione capillare ha portato anche donne di altre culture a venire da noi per denunciare questo odioso reato, dimostrando così la loro fiducia nelle Istituzioni.»
 
Parliamo ora di prevenzione: in che modo le forze dell’ordine si attivano per prevenire i reati?
«L’Arma dei Carabinieri del Trentino è dislocata (così come è anche a livello nazionale) capillarmente sul territorio. Questa di fatto è la nostra grande forza in termini di presenza e di prossimità ai cittadini.
«Sono sei le Compagnie carabinieri: Trento, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Rovereto e Riva del Garda.
«Settantatrè sono le stazioni, che coprono il territorio anche di alcuni comuni riuniti. La capillarità dell’Arma e la prossimità sono la vera nostra forza, affiancata alla professionalità degli uomini del Reparto Operativo provinciale, per le indagini di più ampio respiro.
«La nostra presenza fisica sui territori (anche i più impervi e sperduti) è la cifra storica che ci contraddistingue da qualsiasi altra forza di polizia del mondo.
«La prevenzione dei reati è garantita dalla nostra presenza e dall’attività di costante contatto con i cittadini e le Istituzioni locali, per recepire anzitempo necessità e opportunità di nostro intervento su specifiche situazioni che potrebbero sottendere reati.»
 

 
Spesso si dimentica che le persone che delinquono sono esseri umani con storie di sofferenza e privazione culturale alle spalle. Come si lavora sulla cultura per evitare che le persone commettano reati? Quale il lavoro ad esempio nelle scuole? In che modo qui si dovrebbe parlare di temi come il rispetto delle regole, l’uso di stupefacenti e i pericoli alla guida?
«Riteniamo che l’intervento nelle scuole sia l’unica vera strada da percorrere per inoculare nei nostri studenti - di ogni età - l’anticorpo della legalità. Il nostro impegno è fattivo e oneroso (infatti gli Ufficiali e i Marescialli che vi partecipano in tutto il territorio provinciale intervengono liberandosi dalle attività operative e dalle incombenze ordinarie e straordinarie quotidiane, indice che crediamo molto in tale missione!).
«Partecipa l’Arma dei carabinieri al Tavolo provinciale della legalità, istituito presso il Dipartimento delle conoscenze della Provincia autonoma di Trento, aderendo alle richieste che gli istituti scolastici avanzano perché siano trattati determinati argomenti con gli studenti, o perché siano attuati percorsi formativi specifici circa il più ampio argomento della cultura della legalità.
«L’anno scolastico 2016-2017 ha visto la partecipazione dell’Arma nelle scuole della Provincia di Trento in 126 occasioni, con la presenza complessiva di 4.528 studenti, mentre nell’ultimo anno scolastico 2017-2018 sono state 86 le scuole interessate e 6.640 gli studenti frequentatori.»
 
Un bilancio di questi primi due anni e mezzo: si è attivata quella collaborazione da Lei auspicata tra forze dell’ordine?
«Ho trovato in questo territorio – se possibile – il superamento in melius di quanto prevede la legge 121/81 (legge sul coordinamento delle forze di polizia), perché la collaborazione che vedo offrire ai e dai miei reparti dislocati su tutto il territorio provinciale è costante ed assolutamente franca.
«L’ottimo rapporto, anche personale, dei vertici provinciali delle Forze di Polizia, sotto la guida del Prefetto e in strettissima collaborazione con l’Autorità Giudiziaria è la vera chiave di volta per l’impiego al meglio delle forze sul territorio a concreta difesa dei cittadini. In Trentino questa è una realtà.»
 
Cosa si può fare per migliorare ancora? Qual è il ruolo dei cittadini nella sicurezza pubblica?
«I cittadini sono le nostre sentinelle. Il concetto di sicurezza partecipata, di cui si sente spesso parlare, è esattamente rappresentato dai cittadini che, con l’occhio vigile di chi vive in una determinata zona, si accorge di presenze sospette o nuove e può, anzi deve, comunicarlo alle Forze dell’Ordine.
«In un territorio come quello Trentino, dove forte è il senso di comunità, soprattutto nei centri urbani periferici o isolati, è più forte ed efficace il controllo dei propri spazi e il concetto di vicinato, quindi è più facile scorgere qualcosa che non va, o segnalare un veicolo mai visto prima transitare, o riferire ai carabinieri di un volto nuovo passeggiare in orari serali sotto casa…
«Il numero unico dell’emergenza è il 112, che va chiamato per qualsiasi segnalazione, senza temere che sia poco utile o superflua! Saremo noi Forze dell’Ordine a intervenire immediatamente, o a verificare e analizzare se quanto ci viene riferito sia meritevole di approfondimento investigativo.
«L’importante è che il flusso di notizie (quindi che la collaborazione delle nostre sentinelle quali sono i cittadini) sia costante e senza remore, nel momento in cui vi sia il dubbio che quanto si vede meriti il coinvolgimento dell’Arma.»
 
Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Colonnello Luca Volpi - provtncte@carabinieri.it

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