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Amsterdam sacra e profana – Di Nadia Clementi

Parliamo della capitale europea degli eccessi e delle tentazioni, dove tutto è possibile. Prima puntata di tre

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Amsterdam è la città europea degli eccessi e delle tentazioni, dove tutto è possibile. Questa è l’immagine che molti hanno di tale capitale del Nord: una città che è come un ossimoro, veloce, lenta, pacata, frenetica, sobria, ebbra, sacra e profana.
Questa fama ha rappresentato negli anni la fortuna ma anche la condanna di Amsterdam, che oggi è una delle città più moderne, liberali ed ecosostenibili d’Europa, ma allo stesso tempo meta di perdizione per giovani (e non solo) convinti di mettere piede in una sorta di Luna Park a cielo aperto.
 
In realtà i cittadini di Amsterdam vivono la propria vita avvolti da una sorta di pacata frenesia: ad ogni incrocio lo scampanellio di biciclette scandisce il tempo, chiacchiericci di lingue diverse che fanno da sottofondo alle lunghe serate olandesi, le risa divertite di turisti e autoctoni.
Il proibito qui vive alla luce del giorno e dopo qualche ora passata tra le strade che pullulano di coffe shop e case a luci rosse ci si chiede quali siano i limiti dei tabù, se non siamo forse noi, popolo mediterraneo e legato alla tradizione a non goderci a pieno i veri piaceri della vita: l’odore pungente e fresco della marijuana si diffonde lungo i vicoli della città, le ragazze in vetrina nei quartieri a luci rosse ammiccano ai passanti, i sexy shop spuntano accanto al panettiere: qui tutti si divertono, nessuno eccede.
Questa è Amsterdam, una sobria catarsi che lenta sale, ti rapisce e ti svaga. Ed educata, svanisce.
 

 
La famigerata cultura dei coffee shop ad Amsterdam e nelle altre parti dell'Olanda risale agli anni ’80. A quell'epoca, l'Olanda adattò le sue politiche sulle droghe, che risaliva agli inizi del secolo, per renderle più tolleranti nei confronti dei consumatori di droghe, mantenendo allo stesso tempo una posizione dura rispetto al traffico illegale.
Negli anni '70, con il crescente consumo di cannabis, hashish, e LSD, il governo olandese dovette correggere la propria legislazione per il controllo di tutte le sostanze, e allo stesso tempo distinguere con chiarezza le droghe che comportavano un serio rischio di dipendenza o danni fisici, da quelle che non ne comportavano.
 
Il punto di svolta infatti fu proprio quello di distinguere a livello legislativo tra droghe pesanti e leggere. Nel 1980 dunque il governo olandese annunciò che, sotto determinate circostanze, avrebbe cessato di perseguire i reati legati a cannabis e hashish.
Questo portò essenzialmente alla vendita di cannabis nei coffee shop, e provocò un imponente aumento del numero di questi in tutto il Paese.
Per poter controllare queste vendite, il governo introdusse nel 1996 delle restrizioni su questi locali, che ad esempio possono vendere cibo ma non alcolici, non possono pubblicizzare in modo esplicito la vendita di marijuana all’interno del locale e per ogni cliente (ovviamente maggiorenne) non è possibile acquistare più di 5 grammi di prodotto.
 

 
Una situazione quindi ben diversa dall’immaginario collettivo che ci fa pensare ad Amsterdam come luogo di perdizione e consumo sfrenato di droghe, anche se in realtà tutte le droghe sono illegali in Olanda e c’è tolleranza zero nei confronti di eroina, cocaina e tutte le droghe sintetiche.
Quella nei confronti della marijuana è una facilitazione per quanto riguarda il consumatore, permettendo un canale legale di vendita in un ambiente controllato, mentre viene punito lo spaccio e la coltivazione.
 
Ma Amsterdam ovviamente non è solo famosa per i suoi coffe shop. Piccola ma vivace città, viene spesso definita la «Venezia del Nord» grazie al suo caratteristico sistema di canali dove la vita scorre tranquilla e animata da innumerevoli attività culturali, con i suoi musei unici al mondo, i mercatini colorati come quello dei fiori o delle pulci e l’architettura tipica delle case con il tetto a spiovente.
Sebbene la sede del governo sia all’Aia, Amsterdam è la capitale effettiva dei Paesi Bassi ed anche la più grande del paese con più di 820mila abitanti e oltre 3,5 milioni di turisti l’anno.
 

 
Un’altra caratteristica che rende onore a questa città è il suo impegno costante per la salvaguardia dell’ecosistema: al 5° posto nella classifica delle città europee più Green secondo un rapporto del dicembre 2009 dell'Economist Intelligence Unit, Amsterdam ha da sempre puntato sull'ecosostenibilità e, avendo cominciato in tempi non sospetti, ha potuto costruire nel corso dei secoli una mentalità per la quale investire sul rispetto dell'ambiente: una pratica considerata fonte di ricchezza e sviluppo.
Cominciò a svilupparsi nel lontano 1610, quando lungo i canali si piantarono gli alberi che ancora oggi costituiscono una delle immagini caratteristiche di Amsterdam e si continuò con la creazione di parchi e aree verdi sia in centro che in periferia.
 
La panoramica odierna è quella di una città che lavora, si muove e produce passeggiando in punta di piedi sull'ambiente che la ospita e guarda al futuro con progetti sempre più ambiziosi dal punto di vista dell'ecosostenibilità.
Amsterdam conta 550mila biciclette per più di 820mila abitanti, il 50% dei quali la usa tutti i giorni effettuando su questo mezzo di trasporto il 38% dei suoi spostamenti incoraggiato anche dal fatto che il 90% delle strade è provvisto di ciclabili e quindi a traffico limitato.
 

 
Ma un viaggio alla scoperta di Amsterdam rappresenta anche un’ottima opportunità per trascorrere qualche giorno tra storia, arte e cultura.
La capitale olandese si snoda attraverso i suoi numerosi canali guidando il turista alla scoperta di veri e propri gioielli di arte rinascimentale situati nel centro della città, che hanno contribuito nel 2010 a riconoscere la città come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
 
A fianco agli edifici del XVI secolo, immerso tra numerosi coffee shop, si trova il De Wallen (letteralmente significa le mura), il famoso quartiere a luci rosse simbolo della tolleranza e della vita libertina della città.
Si estende per circa 6.500 metri quadrati e la via principale è la Oudezijds Achterburgwal, seguita dalla Warmoesstraat e Oudezijds Voorburgwa.
Da questi punti focali si dipartono poi tutte le varie traverse, più o meno grandi, che si estendono per diversi isolati e comprendono anche alcuni canali.
Il quartiere esiste dal XIV secolo, periodo in cui ospitava numerose distillerie, per poi trasformarsi nel Rossebuurt che conosciamo oggi come «Quartiere a luci rosse».
 

 
Qui sono situati numerosi sexy shop, coffee shop e teatri erotici, di fianco a vetrine dove le prostitute molto giovani in costume da bagno offrono i loro servizi dietro a pareti o porte di vetro illuminate da una luce rossa.
I prezzi per i frequentatori cambiano in base alla prestazione che si vuole ottenere: in generale le tariffe per chi vuole divertirsi variano tra i 30 ai 50 euro per 20/30 minuti e 100 euro per un’ora circa e anche 150 euro per i servizi speciali; ovviamente, l’accesso è consentito solo ai maggiori di 18 anni.
 
Per il governo olandese la sicurezza è la cosa più importante, per questo ogni prestazione deve essere protetta e le ragazze possono nascondersi al di là del vetro ogni qual volta lo desiderano.
È rigorosamente vietato fotografarle così come guardarle in modo troppo sfacciato, è bene ricordare che tutto il quartiere è video sorvegliato e la presenza della polizia è costante.
 

 
Nei Paesi Bassi la prostituzione è considerata legale dal 1815, ma non per strada, per questo motivo nasce il «Quartiere a luci rosse», consentendo discrezione per i clienti e maggiore sicurezza per le ragazze.
Dall'ottobre del 2000, le prostitute in vetrina sono state autorizzate a esercitare legalmente la loro attività e quindi sono anche delle attive contribuenti dell’Erario.
 
Ora, essendo considerata come una professione legale, il governo assicura che tutte le prostitute siano in grado di accedere alle cure mediche e lavorare nelle migliori condizioni, regolando e monitorando le pratiche di lavoro e le norme.
Fare di mestiere la prostituta non è mai facile nemmeno quando si è tutelati dalla legge, per questo esistono dei Centri di Informazione della prostituzione, ai quali le ragazze si possono rivolgere in caso di problemi.
Inoltre, contrariamente alla credenza popolare, il Quartiere a luci rosse è in realtà la zona più sicura di Amsterdam.
 


Ma il Rossebuurt è anche una delle zone più antiche e più belle della città, con le sue strade acciottolate, lunghe e tortuose e con la sua affascinante architettura del 14° secolo, come il gotico della splendida Oude Kerk, la Chiesa Vecchia.
Il quartiere emana un grande fascino e non si può fare a meno di ammirare i vecchi edifici che si affacciano sugli angoli e sui canali costeggiati dagli alberi. Qui si trovano anche ottimi ristoranti come il Café Pacifico, uno dei primi ristoranti messicani d' Europa.
Recentemente le strade sono state riqualificate, le facciate restaurate e la clientela più trendy della zona sta lentamente trasformando quella che una volta era una parte oscura e losca della città.
 

Piazza Rembrandtplein.
 
Partendo dalla stazione centrale e passeggiando lungo le strade ampie e pulite di Amsterdam si arriva in pochi minuti in uno dei suoi luoghi più visitati Rembrandtplein, una delle piazze più conosciute di Amsterdam.
Al centro vi si trova la statua di Rembrandt, dal quale la Piazza prende il nome, e attorno alla quale ne sono disposte altre in rappresentanza della celebre «Ronda di notte» una delle opere più conosciute del pittore fiammingo.
La piazza incarna uno dei principali fulcri turistici della capitale olandese per via della presenza di numerosi locali notturni e di bar. L’atmosfera è tranquilla, non si avverte il caos che normalmente caratterizza le grandi città.
 

Piazza Dam.
 
Ma la piazza, considerata il fulcro della città che ospita ancora oggi bancarelle, luna-park, numerosi eventi ed artisti di strada, è Piazza Dam, alla quale si deve la nascita ed il nome dell’attuale città: proprio qui infatti nel 1200 vi si raccolse una comunità di pescatori chiamati appunto Aemstelredamme tradotto: fiume/diga.
Ai lati della piazza si possono ammirare il Museo delle Cere di Madame Tussauds, il Palazzo Reale, ancora oggi sede cittadina della Regina durante i suoi soggiorni nella città, la Chiesa Niewe Kerk, in stile gotico del XV secolo, utilizzata come sala per esposizioni, l’interno è piuttosto sobrio, volte in legno, ampie le 75 vetrate istoriate con scene religiose, che la rendono molto luminosa.
 
Nel complesso, Piazza Dam si presenta come una piazza «fredda» e con poca identità, non è maestosa, non ha alcuna particolarità se non quella di rappresentare il centro di Amsterdam, nel circondario le vie sono costellate di negozi di ogni genere: dalle classiche firme dello shopping low cost ai negozietti di souvenir e ai coffee shop.
 


I coffee shop.
Ed eccoci dunque nei famigerati coffee shop che sono frequentatissimi equamente dalla gente del posto e dai turisti di ogni età e classe sociale.
Qui si possono provare, consumare e confrontare gli effetti delle diverse droghe leggere e inoltre, nei locali, si possono trovare tutti gli accessori adatti, per l’uso e il consumo della cannabis.
Sui menù coffee shop dunque le portate principali sono le numerosissime tipologie di hashish e marijuana.
 
Le informazioni che si trovano su questi menù sono utilissime per la scelta del prodotto, poiché ne differenziano la qualità e ne elencano i possibili sintomi.
Secondo la legge sui Coffee shop ad Amsterdam possono essere venduti giornalmente solo 5 grammi a persona ed è vietato visitare più di 6 coffee shop.
In poche parole la città concede un totale di 30 grammi giornalieri pro capite, partendo da 5 euro per la famosa «canna».
 
Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Fine della prima parte.
(Continua domenica prossima)


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