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Intervista al questore Giuseppe Garramone – Di Nadia Clementi

Un bilancio a 4 mesi dal suo insediamento. «Ho riscontrato una realtà particolarmente accogliente e ho dato il via a una serie di attività di polizia su più fronti»

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Il nuovo Questore di Trento Giuseppe Garramone è in carica dallo scorso settembre eppure in questo primo quadrimestre ne sono successe di cose in città.
La sicurezza, dopo la vittoria della Lega alla presidenza della Provincia, è tornata un tema caldo e dibattuto su tutti i giornali - soprattutto il nostro - ma la lotta al degrado, tra non poche polemiche, ha già visto i suoi primi frutti.
 
Garramone ha sostituito Massimo D’Ambrosio che è andato vin pensione dopo oltre tre anni di permanenza al vertice della Questura.
Nato a Rosarno (RC) il 25 marzo del 1956, coniugato e con due figli, nel 1979 ha conseguito una laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli, una laurea specialistica in Scienze Politiche con indirizzo Scienze della Pubblica Amministrazione, presso l’Università degli Studi di Catania ed ha frequentato un corso di Perfezionamento e Aggiornamento Professionale (Master) in «Scienze Criminologiche» per l’anno Accademico 2005/2006, presso l’Università degli Studi di Chieti.
 
Da settembre del 1980 ha prestato servizio nelle questure di Genova e Napoli per poi essere trasferito nel 1994 presso il Ministero dell'Interno con importanti incarichi.
Nel 2014 è stato nominato componente del Gruppo di missione, istituito presso il Gabinetto del Ministro, per l’organizzazione il coordinamento e l’indirizzo delle attività del Ministero dell’Interno, nell’ambito della Presidenza Italiana del semestre europeo.
Nel 2015 ha assunto le funzioni di Questore della Provincia di Modena di seguito trasferito a Roma, per essere nominato nel 2016 Dirigente Generale della Polizia di Stato e, nel 2017, componente effettivo della Commissione Nazionale per il diritto di asilo in rappresentanza del Ministro dell’interno.
Il primo settembre 2018 è stato nominato Questore di Trento.
 
Quindi, dopo una notevole carriera professionale, il suo arrivo in città corrisponde a un momento di elevata attenzione per quanto riguarda la sicurezza nel capoluogo, complice anche la recente vittoria della coalizione di centrodestra che non ha mai fatto mistero della preoccupazione per quanto riguarda la situazione della sicurezza in città. 
 
 
 
E infatti, a pochissimi mesi dall’insediamento di Fugatti e colleghi in Piazza Dante, ecco che partono i primi provvedimenti che fanno discutere. Uno su tutti è il caso della sospensione di assistenza per 40 cittadini pachistani che bivaccavano al Parco Santa Chiara e che si sono visti negata l’accoglienza presso la residenza Fersina.
Ancora aperta resta la situazione di Piazza Dante, dove proprio sotto l’occhio della giunta provinciale si consuma ogni giorno il dramma dell’emarginazione e della micro-criminalità. Fenomeno ben noto ai trentini, che forse ormai ci hanno fatto il callo, ma che in questi mesi ha visto certamente un decremento delle attività tra alberi e cespugli all’ombra di Dante Alighieri, complici i mercatini di Natale e il grande via vai di turisti.
 
E proprio il Natale Trentino ha dato non poche gatte da pelare al nuovo Questore Garramone, che al suo arrivo si è trovato immerso nella grande macchina della sicurezza che si muove parallelamente con quella di mercatini, brulé e pullman di turisti. Già perché l’arrivo di 100.000 persone in un solo weekend (è accaduto durante il ponte dell’Immacolata) in una città come Trento che di cittadini ne conta 110.000 (compresi i sobborghi) è una bella sfida non solo per i commercianti e i baristi che rischiano di finire le scorte, ma soprattutto in termini di gestione dei flussi che imponevano la messa in campo di un dispiegamento di forze dell’ordine che garantisse sicurezza a tutti coloro che volevano godersi la magica atmosfera natalizia in città. 
 
Proprio i mercatini di Natale sono stati teatro di diversi casi di cronaca che hanno suscitato l’attenzione dei cittadini e che certamente hanno dato da pensare anche al Questore Garramone: dai vandali che hanno distrutto uno dei tanti presepi sparsi per la città,(espulsi con il foglio di via obbligatorio) alla guardia giurata che ha umiliato un ragazzo di colore che sorseggiava un brulé tra amici,(allontanata dagli organizzatori) fino ad alcuni bei gesti che fanno ritrovare la fiducia nel genere umano come la vicenda di quella donna che in Piazza Fiera, proprio tra le casette dei Mercatini,  ha trovato a terra un busta con 2.500 euro e l’ha subito consegnata a un vigile in servizio.
 
Insomma, Trento sarà anche una bella città alpina, sempre al top delle classifiche per quanto riguarda la qualità della vita, ma anche noi, nel nostro piccolo abbiamo i nostri piccoli guai.
Per questo motivo abbiamo deciso di intervistare il Questore Garramone per farci raccontare questi primi intensi mesi di lavoro.
 

 
Si conclude il primo quadrimestre del suo lavoro a Trento. Un bilancio in positivo?
«Il bilancio è assolutamente positivo in questi primi quattro mesi. Dalla data del mio insediamento, oltre ad aver riscontrato una realtà particolarmente accogliente, ho dato il via ad una serie di attività di polizia su più fronti:
 
• della prevenzione con controlli ordinari e straordinari del territorio, anche grazie all’ausilio del reparto di prevenzione e crimine, che hanno consentito di identificare circa 5.000 persone, di trarne in arresto 25 e denunciarne a piede libero 131, ma soprattutto di sequestrare circa 1,4 kg di stupefacenti destinati al piccolo spaccio.
• del contrasto delle attività criminali con la squadra mobile che, impegnata su più fronti, ha conseguito importanti risultati sul contrasto ai reati predatori e al traffico di stupefacenti.
Dal 1° settembre 2018 sono state tratte in arresto 23 persone di cui 18 per reati inerenti agli stupefacenti, 19 indagate in stato di libertà e 49 kg di stupefacenti sequestrati.
• della polizia di prossimità come l’iniziativa svolta nello scorso mese di novembre presso il castello del Buonconsiglio con cui la polizia di Stato di Trento si è resa parte attiva nell’organizzazione di un convegno in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
 
«Inoltre abbiamo in atto le procedure per la sottoscrizione di un protocollo per una progettualità educativa con le scuole superiori su tematiche sensibili per il mondo giovanile. Questa sarà la direzione in cui intendo proseguire.»
 
Il Natale è stato certamente un momento di grande afflusso turistico e dunque di impegno per le forze dell’ordine di Trento. Quali sono state le strategie che avete adottato?
«I mercatini di Natale sono un’attrattiva turistica che richiama sul territorio decine di migliaia di persone e soprattutto le concentra in spazi che facilmente si prestano ad attenzione da parte di chi vuole consumare azioni di tipo terroristico.
«Ricordiamo tutti quanto avvenuto in Germania nel 2017 per sottolineare l’importanza della messa in atto dei moduli di sicurezza previsti dai protocolli ministeriali, al fine di garantire la sicurezza dell’aria, di afflusso e delle vie di transito dei turisti. Quest’anno abbiamo consolidato le procedure già adottate in passato con i servizi di visibilità attuati dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri e Guardia di Finanza che hanno svolto servizi appiedati nelle aree interessate.
«Questi servizi sono stati affiancati da attività meno visibili poste in essere dalla Digos e dalla Squadra mobile.
«Inoltre, l’impiego di barriere fisse ha ovviamente garantito la messa in sicurezza di Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti e con la Digos abbiamo monitorato anche le strutture ricettive della Provincia.
«Grazie al contributo della Polizia Stradale e della Polizia Ferroviaria sono stati svolti servizi mirati presso i caselli autostradali e presso la stazione ferroviaria di Trento.
«Mi permetto di affermare come nella gestione della sicurezza il partenariato attivato con gli organizzatori ci abbia molto agevolato e, alla luce della nota direttiva Gabrielli [Capo della Polizia - NdR], essi sono sempre più protagonisti attivi nella gestione della sicurezza nonché con un elevatissima professionalità.»
 

 
Oltre ai mercatini di Natale, Trento è anche teatro di grandi manifestazioni durante tutto l’anno (Festival dell’Economia, Film Festival della Montagna, Feste Vigiliane, Festilval dello sport ecc…). In che modo si può mettere in sicurezza una città così piccola che però accoglie eventi così complessi?
 «Ritengo che gli ingredienti necessari per garantire il buon esito della manifestazione pubblica siano il coinvolgimento degli organizzatori (definito partenariato nella gestione della sicurezza pubblica) con il Commissariato del Governo in seno al Comitato provinciale per l’ordine della Sicurezza Pubblica.
«La riuscita di un evento è sicuramente condizionata anche dalle dimensioni delle aree di accoglienza. Ma comunque oggi, grazie all’individuazione dei limiti di capienza e dei sistemi di controllo degli accessi, si ha il pieno controllo della situazione e di ogni criticità.»
 
Per quanto riguarda invece l’ordinaria amministrazione quali sono i problemi che la preoccupano di più? Quali i margini di miglioramento?
«I problemi che destano maggiore preoccupazione sono i fatti come quelli accaduti recentemente alla chiesa di San Rocco di Rovereto che testimoniano la presenza di soggetti che attuano i propositi delittuosi incuranti anche dei simboli della cristianità, anteponendo ideologie prevaricanti e violente.
«Il miglioramento sta quindi nel controllo del territorio che diventa un’attività fondamentale sia per la prevenzione dei reati che per ottenere elementi che possano essere sviluppati dagli uffici investigativi Digos e squadra mobile.»
 

 
Piazza Dante, terminato il carrozzone dei Mercatini, è tornata quella di prima. Quali misure intendete adottare a riguardo?
«Su Piazza Dante Alighieri, ma anche su altri luoghi simbolo della città di Trento, proseguono i controlli straordinari del territorio, come concordato con le altre forze di polizia in sede di Comitato Provinciale per l’ordine alla sicurezza pubblica. Ad oggi sono già 24 i servizi effettuati.
«Ovviamente anche le periferie sono oggetto di attenzione di attività di vigilanza e grazie al piano di controllo del territorio, attuato per il capoluogo, si evitano sovrapposizioni di equipaggi nelle attività di vigilanza e pattugliamento al fine di garantire la presenza delle forze di polizia su tutta la Provincia.
«Dalla data del mio insediamento sono state tratte in arresto 49 persone di cui 26 per reati inerenti agli stupefacenti; 145 sono state denunciate a piede libero per vari reati e sono circa 5.000 le persone sottoposte al controllo di polizia.
«Questi dati evidenziano un’attività molto incisiva sul territorio che sta dando importanti risultati.»
 
Il tema della sicurezza legato all’immigrazione si fa sentire sempre di più in questi mesi. Ritiene che ci sia davvero una situazione preoccupante?
«Le tematiche della sicurezza assorbono da sempre anche le tematiche legate all’immigrazione. Non vi sono situazioni legate alla nazione di provenienza dell’autore di un reato che destino maggiore o minore evidenza nel tema di sicurezza, in quanto quest’ultimo è sicuramente svincolato da un approccio del genere.
«Certo è che noi registriamo che taluni reati come lo spaccio di stupefacenti e i furti in abitazione si caratterizzano per essere consumati prevalentemente da cittadini stranieri.
«Altro dato inequivoco risulta essere fornito dalla percentuale di popolazione carceraria anch’essa in prevalenza straniera. Per approfondire l’aspetto che mi pare interessi su Trento, da settembre abbiamo raggiunto risultati estremamente importanti.
«Abbiamo dato impulso all’attività di contrasto all’immigrazione clandestina rigettando 69 istanze di permesso di soggiorno; emettendo 25 ordini di espulsione, 14 ordini del Questore e riaccompagnando 23 persone straniere nei loro paesi di provenienza.»
 

 
Qual è il ruolo del cittadino nel mantenere la propria città più sicura?
«Ciascuno di noi è la prima sentinella sul territorio ed è importante che ogni situazione venga segnalata perché gli approfondimenti spesso non evidenziano situazioni particolari, ma in alcuni casi sono stati lo spunto da cui importanti attività investigative hanno avuto inizio.
«Pertanto rendiamoci protagonisti attraverso un’azione attiva in tal senso, sebbene riscontri già un’elevatissima attenzione dei trentini su queste tematiche.»
 
Qual è invece il ruolo dei giovani, dell’educazione e quindi della scuola?
«Educazione e scuola sono l’humus su cui fare crescere le nuove generazioni e noi contemporaneamente abbiamo il dovere di puntare su un aspetto ulteriore che è quello della coscienza delle azioni come ad esempio l’uso responsabile dei social e la consapevolezza di comportamenti rispettosi per l’altro.
«Questi sono i punti sui quali ho intenzione di impegnarmi in prima persona con attività che porteranno la Polizia di Stato nelle scuole trentine con una mission educativa.»
 
Un’ultima domanda che sta a cuore a moltissimi cittadini, anche se c’entra poco con la sicurezza. Per avere un passaporto oggi ci vogliono tre mesi… Si può fare qualcosa per avere tempi d’attesa accettabili?
«In questi ultimi mesi abbiamo lavorato affinché i passaporti e i permessi di soggiorno siano rilasciati in tempi in linea con le altre Questure italiane, circa in un mese e mezzo.»

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Giuseppe Garramone – questore.tn@poliziadistato.it


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