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La didattica a distanza ai tempi del Coronavirus – Di Nadia Clementi

Come funziona ce lo spiega il prof. Alberto Montresor, delegato per i servizi e le tecnologie informatiche presso l’Università di Trento

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Emergenza Coronavirus, l’università non si ferma e ricorrere alle lezioni a distanza.
Classi chiuse per il coronavirus e la didattica si trasferisce online. Un esperimento che potrebbe, in tempi di ritrovata normalità, aprire anche nuove opportunità di apprendimento.
Tra gli esempi virtuosi di chi si è attivato con lezioni a distanza per confortare gli studenti in questo momento di emergenza sanitaria c’è anche l’Ateneo di Trento.
Per saperne di più abbiamo posto alcune domande al prof. Alberto Montresor, delegato per i servizi e le tecnologie informatiche dell’Università di Trento e membro del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione.


 
Prof. Montresor, come funziona la didattica a distanza?
«L’Università di Trento ha attivato due modalità principali, che abbiamo chiamato sincrona e asincrona. Nella modalità sincrona, il docente utilizza una piattaforma di videoconferenza e tiene la lezione negli orari prefissati, con potenzialmente un gran numero di studenti collegati, fino ad un massimo teorico di 300.
«Nella modalità asincrona, il docente registra un video con la lezione e lo mette a disposizione sulla piattaforma di didattica online dell’ateneo.»
 
Quando sono iniziate le lezioni online?
«L’ateneo ha chiuso le aule il 5 marzo. Già il giorno dopo abbiamo avviato qualche sperimentazione. Nella settimana a partire dal 9 marzo, alcuni docenti si sono attivati con gli strumenti che erano già a disposizione dell’ateneo. Nella settimana del 16 marzo è stata completata l’acquisizione di nuovi strumenti tecnologici e la didattica è andata a regime.»
 
Come vi siete organizzati dal punto di vista tecnologico per far fronte all’emergenza?
«Per la didattica sincrona, abbiamo aumentato le licenze nella piattaforma di videoconferenza. Per quanto riguarda la didattica asincrona, abbiamo dovuto predisporre un nuovo sistema di streaming in collaborazione con il Cineca per la raccolta e la distribuzione dei contenuti multimediali creati in questo periodo.»
 
Le misure adottate sono state sufficienti a soddisfare docenti e studenti?
«Dal punto di vista tecnologico, penso che quello che potevamo fare è stato fatto. Stiamo tenendo monitorata la situazione per quanto riguarda gli studenti. Personalmente, come docente, ho sensazioni contrastanti: da un lato mi manca l’interazione in aula; dall’altro, questo periodo si sta rivelando interessante perché apre la strada a nuove forme di didattica, che penso resteranno anche al termine dell’emergenza.»
 
Cosa manca per potenziare il servizio?
«A questo punto, direi che il sistema è rodato; stiamo solo raffinando la piattaforma, cercando di semplificare per esempio il caricamento delle lezioni. Il personale tecnico e amministrativo ha compiuto l’impossibile in due settimane per permettere a noi docenti di continuare a svolgere la propria didattica.»

Per seguire le lezioni i ragazzi/e devono disporre di particolari dispositivi?
«Dal punto di vista dei dispositivi, no. Basta un cellulare, un tablet o un computer. Dal punto di vista della connessione Internet, si intuiscono le profonde differenze sul territorio italiano. Alcuni studenti hanno difficoltà a seguire le lezioni sincrone; per questo motivo, vengono comunque registrate e messe a disposizione in seguito.»



Tramite la piattaforma si svolgono anche gli esami?
«Per ora siamo attrezzati solo per esami orali, che si tengono tramite videoconferenza con una qualsiasi delle piattaforme gratuite. Per gli esami scritti a partire da giugno in poi, abbiamo iniziato una riflessione, in attesa di capire come evolverà la situazione.»
 
È prevista anche la videoconferenza per le lauree, se si come si svolge?
«Tutte le lauree delle ultime tre settimane si sono svolte senza particolari problemi, in videoconferenze che coinvolgevano il laureando e la commissione. Certo, manca la partecipazione della famiglia e i festeggiamenti successivi, ma dal punto di vista della regolarità dell’esame di laurea, non ci sono stati problemi.»
 
Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate?
«Nessuna in particolare; con l’inasprimento delle misure di isolamento, è stato necessario modificare i nostri regolamenti per ammettere che l’intera commissione sia collegata in videoconferenza.»
 
Il modello del futuro sarà quello dell'insegnamento virtuale?
«Personalmente, spero di no. Il vantaggio dell’Università non è quello di poter seguire una lezione, che effettivamente si può fare anche in differita, ma il contatto continuo con il corpo docente, con i tutor e con i colleghi studenti.
«Questo non potrà essere sostituito da una lezione online. Le mie lezioni sono su Youtube da oltre due anni. Oltre a servire ai miei studenti, ricevo molti commenti anche da studenti delle altre università. Eppure, le mie aule sono sempre piene.»
 
Cosa vi servirà per potenziare il sistema?
«Al termine di questo periodo, l’infrastruttura tecnologica per la distribuzione delle lezioni resterà in piedi. Assumendo che torneremo a fare lezione in aula, forse bisognerà attrezzare meglio le nostre aule per permettere la registrazione dei corsi in modo sistematico.
«Pur restando centrale il ruolo dell’interazione in presenza all’interno delle nostre aule, la disponibilità dei contenuti online favorirà quelle persone che per motivi lavorativi o personali non possono essere sempre presenti alle lezioni.»
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Prof. Alberto Montresor - alberto.montresor@unitn.it

Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione
University of Trento via Sommarive 9 - I-38123 Povo (TN) - Italy
 +39 0461-28.3972 - http://cricca.disi.unitn.it/montresor/

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