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Che cos’è la sincope? – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con il prof. Andrea Ungar, presidente del Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope (GIMSI)

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Soffrire di pressione bassa o ipotensione è abbastanza frequente, si tratta in pratica di una condizione caratterizzata da valori pressori inferiori alla norma.
In termini numerici, un individuo soffre di ipotensione quando la sua pressione arteriosa a riposo scende al di sotto dei 90/60 mm Hg.
Seppur meno frequente della più grave e preoccupante ipertensione, la pressione bassa è un disturbo piuttosto diffuso che, specie nella stagione calda, è frequentemente associato a stanchezza generalizzata e capogiri.
L’ipotensione assume invece un significato clinico quando si accompagna a segni di sofferenza cerebrale. In base alla loro intensità, possono comparire disturbi leggeri, come il lieve capogiro avvertito nell’alzarsi velocemente da una posizione sdraiata, o manifestazioni più severe, come lo svenimento o sincope.
Quest’ultimo evento è un vero e proprio meccanismo di difesa, che l’organismo mette in atto per ripararsi dagli effetti negativi di un eccessivo calo pressorio.
Quando un individuo è sdraiato a terra, il sangue incontra infatti meno difficoltà nel suo percorso e raggiunge più facilmente cuore e cervello.
 
La sincope è un sintomo caratterizzato dalla transitoria e completa perdita di coscienza con spontaneo, rapido e completo recupero, che di solito causa caduta.
In alcune forme vi può essere una fase prodromica, durante la quale vari sintomi (scotomi, nausea, sudorazione, debolezza, turbe della visione) offrono un avvertimento dell’incombente perdita di coscienza, ma la sincope si manifesta senza alcun prodromo.
La durata della perdita di coscienza è di solito breve (secondi): negli episodi vasovagali tipici la completa perdita della coscienza in genere non dura più di 20 secondi.
Raramente la sincope può avere una durata maggiore e durare fino a minuti; in tali casi, la diagnosi differenziale fra sincope e altre cause di perdita di coscienza può risultare difficoltosa. La fase di recupero dalla sincope è generalmente accompagnata dalla quasi immediata ripresa di un comportamento e di un orientamento adeguati.

Di questo si occupa Il Gruppo Italiano Multidisciplinare per lo studio della Sincope (GIMSI) costituito il 12 Novembre 2003 da alcune delle principali società scientifiche nazionali: AIAC, AINV/SNO, FADOI, SIGG, SIMEU, SIMI, che riunisce medici specialisti in cardiologia, medicina interna, geriatria, neurologia e medicina d’urgenza, che si dedicano, nella loro pratica clinica quotidiana, con particolare attenzione, allo studio clinico e sperimentale della sincope.
Sin dalla sua fondazione, il GIMSI ha privilegiato un approccio non solo multidisciplinare ma anche internazionale allo studio della sincope, promuovendo il confronto con altre realtà europee e la collaborazione con esperti di profilo internazionale, in ambito sia clinico sia di ricerca. Alcuni membri del GIMSI sono membri della Task Force delle linee guida 2018 sulla sincope della Società Europea di Cardiologia.
Noi per saperne di più abbiamo contattato il prof. Andrea Ungar Presidente di GIMSI.

Andrea Ungar, professore di medicina Interna e Geriatria, responsabile Syncope Unit e Geriatria e Terapia Intensiva Geriatrica, AOU Careggi e Università di Firenze. Presidente GIMSI.

Prof. Andrea Ungar ci spiega brevemente chi siete e di cosa si occupa l’Associazione senza scopo di lucro GIMSI?
«Il Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope (GIMSI) è un gruppo multidisciplinare per lo studio della sincope costituito il 12 Novembre 2003 da alcune delle principali società scientifiche nazionali: AIAC, AINV/SNO, FADOI, SIGG, SIMEU, SIMI. GIMSI è una associazione senza scopo di lucro che riunisce medici specialisti in cardiologia, medicina interna, geriatria, neurologia e medicina d’urgenza, che si dedicano, nella loro pratica clinica quotidiana, con particolare attenzione, allo studio clinico e sperimentale della sincope.»

Il GIMSI ha i seguenti obiettivi:
•    Favorire l’aggregazione, la collaborazione e lo scambio di conoscenze scientifiche fra medici specialisti in aree diverse che, in relazione alla propria attività clinica ed alle loro conoscenze scientifiche, si dedicano allo studio della strategia diagnostica e terapeutica della sincope.
•    Favorire la costituzione e l’organizzazione di strutture specialistiche multidisciplinari dedicate alla sincope (cosìdette “Syncope Unit”) negli ospedali italiani e certificarne l’aderenza agli standard raccomandati dalle linee guida
•    Interagire con le principali Associazioni e Gruppi di Studio.
•    Intraprendere iniziative di addestramento, quali corsi di formazione permanente, dedicati ai medici e non medici che si occupano della gestione della sincope.
•    Rappresentare un punto di riferimento, per la pratica clinica, nell’ambito della sincope.
•    Produrre linee guida per un corretto percorso diagnostico e terapeutico nel settore, promuovendo, in proprio o in combinazione con Enti ed Aziende, ricerche policentriche.
•    Divulgare la conoscenza delle nozioni scientifiche acquisite nel settore, promuovendo Congressi, Corsi di formazione ed altri eventi culturali.
•    Favorire un possibile coordinamento con le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e con quelle a questo afferenti.

Quando la pressione viene considerata bassa e quali sono i sintomi che devono farci preoccupare?
«L’ipotensione è piuttosto difficile da definire. Possiamo considerare valori di pressione sistolica inferiori a 100 mmhg come cut-off.
«La cosa fondamentale però risultano i sintomi. L’ipotensione cronica può dare facile affaticabilità, vertigine, difficoltà di concentrazione, fino alla comparsa di episodi pre-sincopali o sincopali. Molto importante è capire se l’ipotensione è legata a farmaci o è un fatto costituzionale del soggetto.»
 
Che cos’è la Sincope?
«La sincope è un sintomo caratterizzato dalla transitoria e completa perdita di coscienza con spontaneo, rapido e completo suo recupero, che di solito causa caduta. In alcune forme vi può essere una fase prodromica, durante la quale vari sintomi (scotomi, nausea, sudorazione, debolezza, turbe della visione) offrono un avvertimento dell’incombente perdita di coscienza, ma spesso la sincope si manifesta senza alcun prodromo. La durata della perdita di coscienza è di solito breve (secondi): negli episodi vasovagali tipici la completa perdita della coscienza in genere non dura più di 20 secondi.
«Raramente la sincope può avere una durata maggiore e durare fino ad minuti; in tali casi, la diagnosi differenziale fra sincope e altre cause di perdita di coscienza può risultare difficoltosa (Vedi pseudosincope).
«La fase di recupero dalla sincope è generalmente accompagnata dalla quasi immediata ripresa di un comportamento e di un orientamento adeguati. Essendo la sincope legata ad un ipoafflusso cerebrale globale, la causa della sincope è sempre extracranica.»
 
Come avviene diagnostica?
«La diagnosi di sincope è clinica e si basa sulla anamnesi ben condotta dell’episodio che deve riflettere le caratteristiche riportate nella definizione. Tutti i pazienti con sincope devono comunque essere sottoposti a visita clinica, misura della pressione in clino - e ortostatismo e a un elettrocardiogramma (valutazione iniziale).
«Per la diagnosi di sincope cardiaca ci si avvale dei classici test cardiovascolari, mentre la diagnosi di sincope riflessa si avvale del tilt, test, del massaggio del seno carotideo e dei test disautonomici.
«Alle volte la diagnosi risulta più complessa per la presenza di sincopi atipiche che mimano altre condizioni di perdita di coscienza transitoria come l’epilessia, l’ipoglicemia, o le cadute accidentali. In questi casi risulta fondamentale il ruolo del “Sincope expert”, un medico specialista che si occupa specificamente di sincope ed ha una migliore preparazione per inquadrare questi pazienti.»
 
Quali sono le cause?
«Le cause di sincope si distinguono in Cardiache (strutturali o aritmiche), riflesse (prevalentemente la sincope vaso-vagale, la sincope situazionale e la sincope da sindrome del sono carotideo) e ortostatiche (legate a disautonomia o ipotensione ortostatica, tipiche dei pazienti anziani e dei pazienti con malattia neurologica cronica).»
 
Cosa si deva fare in caso di attacco di Sincope?
«In caso di classica sincope vaso-vagale o svenimento comune senza reliquati, basta rivolgersi al proprio medico per raccontare l’episodio senza riferirsi al pronto Soccorso. In caso di presenza di malattie cardiache di base o di sintomi di allerta (dolore toracico, affanno, palpitazioni, sudorazione profusa etc) o di traumi conseguenti all’episodio è necessaria una valutazione immediata in Pronto Soccorso o tramite 118.»
 
Come comportarsi durante e dopo un episodio sincopale?
«Al momento della presentazione dei sintomi prodromici il paziente deve immediatamente sedersi o meglio sdraiarsi e può attuare le misure comportamentali di contropressione [stringere fortemente le mani o prendere le mani e tirare verso l’esterno - Figura seguente], per aumentare la pressione centrale e cercare di evitare la sincope.»
 
Quali sono i rischi associati ai vari tipi di sincope?
«Il rischio è legato alla malattia di base che ha determinato la sincope. Le sincopi cardiache strutturali e aritmiche necessitano di ricovero per diagnosi e terapia. Le sincopi vaso-vagali classiche sono benigne e non determinano rischio, se non quello legato al rischio di trauma per sincope senza prodromi. Il quadro diventa più complesso per i lavoratori a rischio (autisti, muratori imbianchini, etc).»
 
Come prevenire gli episodi sincopali?
«Per le sincopi cardiache va eliminata la causa sottostante.
«Per gli episodi vasovagali fondamentale la rassicurazione del paziente e la attuazione delle norme comportamentali (idratazione, evitare situazioni scatenanti, non stare a lungo in piedi in luoghi affollati, etc). Per le sincopi ortostatsiche molto importante la rivalutazione della terapia che può facilitarla o determinarla (farmaci antiipertensivi, farmaci neuroattivi con azione ipotensiva, farmaci antiparkinson, etc).»
 
Quali sono le cure a disposizione?
«Per la sincope vasovagale e ortostatica la terapia è soprattutto comportamentale [Figura seguente]. Per i pazienti con importante ipotensione non farmaco-indotta abbiamo a disposizione la midodrina e il fludrocortisone, due farmaci che però devono essere gestiti da personale esperto. Per l’ipotensione ortostatica sono utili le calze elastiche alla coscia (18-21 mmHg di compressione).»
 

 
Esistono dei rimedi naturali per contrare questa condizione?
«Non esistono rimedi naturali se non bere molto e eventualmente assumere una dieta ricca di sodio se ilo paziente è affetto da ipotensione cronica.»
 
Si può guarire? A che punto è la ricerca?
«La sincope cardiaca si risolve con la terapia della causa scatenante. Dalle sincopi vaso-vagali non si guarisce ma le norme comportamentali e la rassicurazione del paziente riducono di molto gli episodi e migliorano la qualità della vita del paziente.»
 
Quali sono le cliniche/ospedali in Italia specializzati in questa patologia? Chi ne soffre a chi deve rivolgersi per la richiesta di una visita medica?
In Italia siamo all’avanguardia su questo soprattutto grazie alla attività del GIMSI. Abbiamo infatti 72 Syncope unit certificate GIMSI (trova la Syncope Unit vicino a te sul sito www.gimsi .it [figura seguente] che svolgono attività negli ospedali anche per visite specialistiche per esterni.
«Il paziente con sincope può rivolgersi direttamente a queste struttura. Le Syncope Unit, grazie alla presenza di un Syncope Expert e all’accesso alle principali procedure diagnostiche, è in grado di affrontare la meglio il paziente con perdita di coscienza transitoria.»

 

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Prof. Andrea Ungar - andrea.ungar@unifi.it - www.gimsi .it
 

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