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Roberta Tovazzi, «Fata blu» – Di Daniela Larentis

La profondità delle parole e la bellezza della musica in un CD nato dalla collaborazione con il compositore e musicista Filippo Lui – Intervista all’autrice

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Roberta Tovazzi.

Roberta Tovazzi riesce con grande efficacia, attraverso i suoi scritti, a toccare il cuore del lettore, trasmettendo una grande positività e una sconfinata gioia di vivere. I suoi pensieri invitano a una profonda riflessione su molte questioni, sull’importanza di riuscire a individuare le priorità della vita.
Il suo primo libro esce nel 2016, «Vivere. Da mollusco a madreperla», Arca Editore, recensito per la nostra testata dalla giornalista Luciana Grillo, titolare della seguitissima rubrica Letteratura di genere (chi volesse leggere la recensione la può trovare a questo link).
È una storia vera, attraverso la quale l’autrice racconta la sua esperienza, l’incontro con il tumore, da lei chiamato successivamente «Cracco».

A questo primo volume ne seguono infatti altri, «Una carambola di emozioni» del 2018, «I respiri del mio cuore» del 2020.
Chi si aspetta racconti strappalacrime, pesanti e tristi, resterà deluso.
Roberta Tovazzi non è, come lei stessa ribadisce con forza, la sua malattia, come non lo sono tutti coloro che ogni giorno si trovano a dover affrontare prove difficili, macigni che sembrano insuperabili.
Caso mai è vero che quell’esperienza, pur non avendole risparmiato lacrime, l’ha resa più consapevole.
 
«Fata Blu» è il suo ultimo lavoro uscito nel settembre di quest’anno.
Si tratta di un progetto che vede coinvolto l’apprezzato musicista e compositore Filippo Lui, le cui musiche accompagnano e ispirano i suoi testi, interpretati dalle voci narranti di Cinzia Limelli e Simonetta Gabrielli.
Una collaborazione davvero felice, iniziata in pieno lockdown, da cui ha preso vita uno splendido CD, unico nel suo genere.
L’occasione per iniziare a scrivere è capitata a Roberta Tovazzi in un momento difficile della sua esistenza, ma poi come una rondine, dopo la schiusa delle uova, ha lasciato il nido e ha spiccato il volo. Questo CD ne è testimonianza.
Curiosi di saperne di più le abbiamo rivolto alcune domande.
 

Filippo Lui e Roberta Tovazzi.
 
Quando nasce la passione per la scrittura?
«Mi accompagna da sempre, come l’amore per i libri e la lettura. Mi è sempre piaciuto scrivere delle lettere, già alle mie amiche quando frequentavo le scuole superiori, successivamente ai miei figli; in occasioni particolari mi inventavo storie, amavo annotare pensieri, comunicare attraverso parole scritte.»
 
In «Vivere. Da mollusco a madreperla», uscito per Arca nel 2016, lei affronta il tema della disperazione legato alla malattia, ma anche quello della speranza. Può condividere un pensiero a riguardo?
«Il titolo Vivere è legato a una canzone di Vasco Rossi in cui mi riconosco. Quando mi ammalai qualcuno mi fece una domanda su ciò che era importante per me e io risposi che per me era importante semplicemente vivere. Vivere ogni attimo dell’esistenza: questo è uno dei pensieri che ho voluto trasmettere.
«Ti rendi conto di quanto sia importante la vita proprio quando rischi di perderla. Ho scritto il libro durante la malattia, nella prefazione cito una frase di Calvino, in cui mi riconosco: scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.
«Come ho detto, la mia vita è paragonabile a una fiaba, dove ho incontrato fate e streghe, ho assaporato il bene e il male, ho assaggiato la disperazione e la speranza. Ho affrontato la paura e trovato il coraggio, non ho mai smesso però di gustare ogni giorno questa vita, con la voglia di viverla appieno.
«Ogni giorno si sente dire devo correre, non ho tempo, non arrivo. Non si deve niente, è questione di dare il giusto peso alle cose. Le priorità siamo noi a darle, siamo noi che facciamo delle scelte e stabiliamo cosa è importante.»
 
Qual è la peggior cosa da dire a una persona ammalata di tumore?
«Ovviamente poverina, la commiserazione è davvero fastidiosa. Il ti capisco anche infastidisce, in quanto non può essere vero, fino a quando non si prova sulla propria pelle questo tipo di esperienza non si può capire davvero.
«Dire a una persona che ce la sta mettendo tutta, già stremata, devi avere più forza, perché per guarire devi lottare suona quasi come un’offesa e non è certo d’aiuto.
«Alle volte è davvero meglio tacere…»
 
In «Una carambola di emozioni», pubblicato da Arca nel 2018, affianca alle parole i versi delle sue poesie. In che periodo lo ha scritto?
«In un momento particolare. Andando negli ospedali sentivo molte storie, le trovavo bellissime. Ho imparato ad ascoltare, non a sentire ma ad ascoltare; in quel periodo mi sentivo in perfetta comunione con la natura. La natura non giudica, a differenza delle persone, ti accetta per ciò che sei.»
 

La copertina del «Cofanetto».
 
Può parlarci del progetto «Fata blu»?
«Fata blu è un cofanetto che contiene un triplo CD, complessivamente sono 3 ore di intrattenimento, in cui musiche e parole si intrecciano. Il progetto ha preso forma durante il lockdown, nell’aprile dello scorso anno.
«L’idea che le mie letture potessero essere assaporate a occhi chiusi, ascoltando la musica, era un mio vecchio desiderio, ho infatti sempre scritto associando alle mie parole una colonna musicale.
«Volevo che i miei pensieri diventassero musica, così ho cercato tramite i social chi potesse musicare i miei testi; fra quelli che mi hanno contattata ho scelto di collaborare con il compositore Filippo Lui, apprezzo molto il suo lavoro.
«Avrebbe dovuto interpretare musicalmente le mie emozioni basandosi sui miei testi, in realtà a un certo punto si sono invertiti i ruoli.
«Abbiamo infatti lavorato soprattutto su testi nuovi, su 20 totali solo 3 sono tratti dalle mie pubblicazioni, sono tutti letti da due lettrici davvero molto brave: Cinzia Limelli e Simonetta Gabrielli.»
 
Dove sono reperibili?
«Al momento si possono ordinare tramite i social, scrivendomi su Facebook.»
 
Progetti editoriali futuri/sogni nel cassetto?
«Ho parecchi cassetti a disposizione… uno dei miei sogni riguarda un romanzo in fase di scrittura, non è un libro autobiografico. Con Filippo stiamo pensando ad altri progetti da condividere, l’idea sarebbe quella di aggiungere alle parole e alla musica delle immagini.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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