Home | Rubriche | Pensieri, parole, arte | Enrico Finazzer, un racconto ucronico – Di Daniela Larentis

Enrico Finazzer, un racconto ucronico – Di Daniela Larentis

Nel volume «8 settembre - Racconto immaginario di un armistizio», l’autore immagina uno svolgimento alternativo delle vicende legate al famoso evento – L’intervista

image

Enrico Finazzer - Ph. Luca Chistè.

«8 settembre - Racconto immaginario di un armistizio» di Enrico Finazzer non è una tradizionale narrazione dell’8 settembre 1943, data fondamentale che ha segnato il destino del nostro Paese, entrando nella memoria collettiva (da quel momento, cioè dall’annuncio ufficiale della resa incondizionata dell’Italia agli Alleati, come è noto ha avuto inizio una seconda drammatica fase del secondo conflitto mondiale).
Attraverso l’avvincente racconto, l’autore ha provato a immaginare uno svolgimento alternativo delle vicende legate al discusso armistizio italiano.
Nel corso degli anni si è spesso interrogato su che cosa si sarebbe potuto fare in quelle settimane, in quei giorni e in quelle ore cruciali.
Ed è proprio cercando di rispondere a tale domanda che ha dato vita a un racconto incalzante, frutto di una lunga ricerca condotta anche attraversi lo studio di numerosi libri e documenti dedicati a quel momento storico. Le vicende raccontate si svolgono tra il pomeriggio dell’8 settembre e la mattina del 9, con frequenti riferimenti a eventi delle settimane precedenti narrati attraverso una serie di flashback fino al sorprendente epilogo.
 
Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista.
Enrico Finazzer è nato nell’aprile del 1969 a Trento, dove oggi vive e lavora, è sposato, ha due figli di 19 e 16 anni. Da sempre appassionato di storia militare, da qualche anno ha incominciato a pubblicare propri lavori. Il suo primo volume, uscito nel 2012 con Italia Storica, è un’agile guida alle artiglierie utilizzate dal Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale, pubblicato in lingua inglese da MMP, in collaborazione con Ralph Riccio, e, a settembre 2020, nuovamente per Italia Storica in versione ampliata che copre anche le Forze Armate della Repubblica Sociale e l’Esercito Cobelligerante, con il titolo «Guida alle artiglierie italiane nella 2ª Guerra Mondiale».
Nel 2014 ha dato alle stampe con GMT «Le camionette del Regio Esercito», uno studio sulle camionette AS42 e AS43 scritto a quattro mani con Luigi Carretta, riproposto in inglese con MMP.
 
Nel 2017 ha pubblicato per la collana «Storia Militare – Dossier» un lavoro dedicato agli alpini dalla fondazione alla Grande Guerra, seguito nel 2020 da un secondo Dossier che riprende la narrazione dal primo dopoguerra ai giorni nostri. Del 2018 il volume Basti in Groppa, dedicato alla storia dell’artiglieria someggiata e da montagna, pubblicato da GMT.
Enrico Finazzer oltre che essere attivo nel Gruppo Modellistico Trentino collabora con il Museo Nazionale Storico degli Alpini del Doss Trento ed è Consigliere di amministrazione del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Sarà presente con il suo racconto al Salone del Libro di Torino assieme a un gruppo di autori indipendenti al Padiglione 3, Stand 23 «Inizio a scrivere».
Abbiamo avuto il piacere di rivolgergli alcune domande.
 

La corvetta Baionetta che il 9 settembre trasportò la famiglia reale e Badoglio da Pescara a Brindisi.
 
Nel volume immagina uno svolgimento alternativo delle vicende storiche legate all’8 settembre 1943. Come è nata l’idea del libro?
«È un’idea che avevo in testa da molti anni e che nasce da una domanda che mi sono fatto spesso, leggendo delle vicende legate all’armistizio del 1943: doveva proprio andare come è andata? Non c’era un altro esito possibile, se non la fuga di Re, Governo e vertici militari? Non c’era un’alternativa al famoso tutti a casa dipinto magistralmente dal Tenente Innocenzi, interpretato da Alberto Sordi nel film del 1960?
«La telefonata che intercorre nel film tra l’ufficiale e il suo superiore è l’emblema della confusione che ha regnato sovrana in quei momenti topici, dove invece sarebbe stata necessaria chiarezza e sangue freddo, soprattutto da parte di chi era al comando: Signor Colonnello, accade una cosa incredibile: i tedeschi si sono alleati con gli americani… Ah no? Allora tutto è finito! Ehm, non potreste avvertire i tedeschi?
«Ecco, credo che nel pomeriggio dell’8 settembre questa sia stata la situazione in cui le forze armate italiane si sono trovate…»
 
In che arco temporale di svolge la narrazione?
«L’arco temporale è molto breve, tra il tardo pomeriggio dell’8 settembre e le prime ore del 9. Tuttavia ci sono frequenti flash back dei diversi protagonisti che richiamano vicende che si sono svolte (o meglio, immagino si siano svolte) nel corso delle circa sei settimane intercorse tra la caduta di Mussolini e l’armistizio, i cosiddetti 45 giorni di Badoglio
 
Da un punto di vista metodologico come ha condotto lo studio delle fonti?
«Sulle vicende legate all’armistizio sono stati versati fiumi di inchiostro, a partire dagli scritti dei vari protagonisti, volti più a tirare acqua al proprio mulino piuttosto che a fare chiarezza. Ho incominciato quando ero ancora un adolescente leggendo libri di taglio giornalistico divulgativo, come Apocalisse Italiana di Silvio Bertoldi, per arrivare più tardi a studi più propriamente storici, come i lavori di Elena Aga Rossi, in particolare Una nazione allo sbando, e altri.
«Quindi sono passato ai resoconti prettamente militari, quali Le operazioni delle unità italiane nel settembre-ottobre 1943 edito dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore o la collana dedicata alla resistenza dei militari italiani all’estero da parte di Rivista Militare.
«Non è mancata poi una selezionata lettura dei volumi di memorialistica scritti dai reduci di quelle tristi vicende. Tutta questa documentazione mi ha fornito il bagaglio di conoscenze sul contesto storico, visto da parte italiana, tedesca e alleata, sulle confuse vicende di quei giorni e, infine, sui reparti dei diversi eserciti schierati in Italia e all’estero in quel periodo: consistenza, equipaggiamento, grado di addestramento.
«Infine, i luoghi in Italia, in Croazia e Montenegro, in Grecia dove ho deciso di ambientare gli eventi che racconto mi erano noti per averli visitati di persona nel corso degli anni, quindi il paesaggio mi era abbastanza familiare.»
 
A quali considerazioni è giunto?
«A questa domanda posso rispondere con l’osservazione che mi è stata fatta da alcuni lettori del racconto, i quali mi hanno detto che a loro avviso il mio non è da considerarsi un lavoro di pura fantasia, in quanto sulla base delle condizioni esistenti in quel frangente ho immaginato quello che sarebbe potuto e sarebbe dovuto succedere al momento dell’armistizio.
«Assumendo questa prospettiva, le conclusioni che ho tratto da anni di studio rendono il mio racconto un qualcosa che va oltre la pura fantasia per entrare nel campo della verosimiglianza, un vero e proprio racconto ucronico, o, per dirla all’inglese, what if, ovvero cosa sarebbe successo se… Per me è stato un riconoscimento molto significativo.»
 
A grandi linee, può darci qualche anticipazione della trama, senza svelare troppo?
«Il racconto inizia nel tardo pomeriggio dell’8 settembre nel corso di una riunione dei vertici militari italiani alla presenza del Maresciallo Badoglio, poco prima che questi si rechi all’EIAR per annunciare l’armistizio agli italiani con il famoso messaggio. Solo che questa volta tutto è stato predisposto al meglio per lo sganciamento dai tedeschi, per resistere alla loro prevedibile reazione e per contrattaccare.
«Nel corso di una serie di flash back da parte dei diversi protagonisti, ricostruisco minuziosamente come si è potuti arrivare a questo risultato e con quali presupposti. Quindi descrivo diversi eventi che immagino accadano in quei momenti al quartier generale tedesco e alleato e descrivo diversi fatti d’arme in Italia, nei Balcani e in Grecia, dove le forze armate italiane combattono i tedeschi con presupposti ben diversi rispetto a quelli verificatisi nella realtà. In taluni casi ho tratto ispirazione da fatti realmente accaduti, per quanto piegandoli alla nuova visione, come le vicende della Divisione alpina Taurinense in Montenegro.»
 
Alcuni personaggi sono reali, altri immaginari. Nel tratteggiarli si è ispirato a qualcuno in particolare?
«I personaggi del racconto si dividono in tre categorie: quelli realmente esistiti, che pensano e agiscono come fecero in quei giorni, per quanto il loro comportamento sia influenzato dal nuovo corso degli eventi da me immaginato. Questi sono i personaggi tedeschi e alleati, cambiando i quali sarei venuto meno a uno dei presupposti del racconto, ovvero, la verosimiglianza, come accennavo prima; quelli realmente esistiti, ma che pensano e agiscono in maniera diversa.
«Si tratta, di fatto, dei personaggi italiani, perché è chiaro che se il Re, Badoglio, Ambrosio, Carboni e gli altri fossero rimasti quelli che erano la vicenda non sarebbe potuta finire che come è finita.
«A un certo punto del mio lavoro avevo anche pensato di sostituire quei nomi con altri di fantasia, ma nella stesura finale ho deciso di mantenerli, sia perché alcuni sarebbero stati oggettivamente difficili da sostituire, come il Re e il Principe ereditario, sia per non complicare la vita ai lettori con la necessità di dover ricostruire la nomenclatura dell’epoca; infine quelli immaginari, semplici soldati, marinai e aviatori, ma anche civili che vivono quelle ore non più in balia degli eventi, ma da veri protagonisti della storia.
«Per questi ultimi non mi sono rifatto a nessuno in particolare, piuttosto a varie figure di soldati, aviatori e marinai che ho incontrato nel corso delle mie letture.»
 
Vuole condividere un pensiero in merito all’epilogo?
«La cosa che molti lettori hanno trovato interessante dell’epilogo che io ho immaginato è che… non è l’unico epilogo possibile!
«Mi spiego: il racconto è imperniato su vari episodi che, come dicevo, si svolgono tra l’8 e il 9 settembre e che hanno un certo andamento.
«Questo certamente può indirizzare il lettore verso quel determinato finale, ma non necessariamente… Ma qui non vorrei dire di più.»
 
Progetti editoriali futuri?
«Nel campo della saggistica, la mia prossima uscita è un volume sulla storia degli Alpini rivolto al mercato anglosassone, edito dalla casa editrice statunitense Schiffer Publishing, in collaborazione con l’editrice italiana Storia Militare che ha pubblicato il mio analogo lavoro in italiano tra il 2017 e il 2020.
«Si tratta di un progetto che ho portato avanti in parallelo con il racconto sull’8 settembre. Nel campo della narrativa ucronica, spinto da diversi lettori che mi hanno incoraggiato a continuare anche questa avventura, sto raccogliendo le idee per un racconto ambientato nel giugno del 1940: mi piacerebbe immaginare uno scenario diverso per l’entrata in guerra dell’Italia.»
 
I suoi lettori come possono fare per tenersi aggiornati sulle novità editoriali?
«In primo luogo possono visitare il mio sito internet www.enricofinazzer.it, dove si trova tutto il mio repertorio: dai libri, dei quali si può avere un’ampia panoramica, agli articoli apparsi negli ultimi anni su varie pubblicazioni storico-militari, in parte scaricabili e leggibili gratuitamente, fino ad alcuni video relativi a recenti conferenze che ho tenuto on line. Sono inoltre contattabile da tutti gli appassionati o da chi avesse materiale da condividere all’indirizzo mail historia@enricofinazzer.it e alla pagina Facebook che verrà aperta a breve.»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande