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Fulber, mostra «Pop Art» a Molveno – Di Daniela Larentis

Grande successo di pubblico per la mostra del noto artista trentino, prorogata fino a fine agosto – L’intervista

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Un successo annunciato la mostra «Pop Art» firmata da Fulber (nome d’arte di Fulvio Bernardini), uno dei protagonisti più noti e poliedrici del panorama artistico trentino, artista apprezzato sia a livello nazionale che internazionale.
Inaugurata lo scorso 16 luglio a Molveno in piazza Scuole, innanzi alle autorità e a un folto pubblico, si sarebbe dovuta concludere a fine mese, ma dato il riscontro positivo è stata prorogata fino alla fine di agosto.
L’evento curato dal Comune di Molveno è collegato a un’iniziativa originale, «Molveno e i suoi colori», un concorso di pittura ispirato agli scorci della splendida località turistica, aperto a tutti, turisti e residenti.

La mostra è stata anticipata da un’esposizione a cielo aperto, tuttora in essere, di installazioni collocate in vari punti, lungo lago e nel paese. Si tratta di pannelli bifacciali che ritraggono alcuni dettagli delle opere.
Fulber è un artista dalla personalità eclettica che, come ha sottolineato il giornalista Rosario Fichera nella sua bella presentazione, ha espresso nel tempo la sua creatività artistica a tutto tondo sperimentando diversi generi, dal fumetto alla pittura ad olio, il suo primo amore (al quale è ritornato con opere di grandi dimensioni ispirandosi alla corrente artistica della Pop Art), all’editoria fino al linguaggio multimediale.


 
La sua produzione artistica è davvero notevole, ha realizzato collane illustrate (felice fra l’altro il sodalizio con lo scrittore Mauro Neri, del quale ha illustrato moltissimi libri), produzioni televisive per ragazzi, sigle animate e mostre di pittura nelle principali città europee, centinaia di iniziative connesse al rivisitismo, creando opere ispirate ai grandi maestri della pittura, reinterpretandole.
Conta al suo attivo prestigiosi riconoscimenti, fra i quali una Menzione Speciale per un lavoro a fumetti dedicato al grande etnografo trentino Giuseppe Šebesta, fondatore peraltro del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige, dal titolo «L’uomo del Mondo altro».
Un suo lavoro, omaggio al grande artista futurista Fortunato Depero, è stato promosso da un istituto bancario trentino, riprodotto in grande scala ed esposto nel 2012 all’ingresso del Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
 
Fra le opere in mostra a Molveno ha colpito particolarmente la nostra attenzione Elvis portrait, omaggio a Elvis Presley, una delle icone più grandi di sempre, che strizza l’occhio al cubismo di Pablo Picasso, una scelta stilistica nata anche dall’esigenza di rappresentare il volto di Elvis in modo originale, come lo stesso Fulber spiega nel notiziario di arte contemporanea, cultura pop e dintorni Il Corriere visionario (Graphic Line Studio - Fulber Creazioni).
Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo e di rivolgergli alcune domande.
 

 
Quando si è avvicinato per la prima volta al mondo del fumetto?
«Ho scoperto questa passione all’età di otto anni, da bambino mi piacevano molto i personaggi dei fumetti Disney. Ho iniziato anch’io a creare dei fumetti casalinghi, prendevo i quaderni di scuola, quelli con la copertina delle regioni italiane che poi foderavo con copertine trasparenti, e li riempivo di fumetti, dando vita a storie e personaggi.»
 
E la passione per la pittura?
«Ho iniziato a dipingere a quattordici anni. L’attività pittorica, interrotta per 40 anni per dedicarmi al mondo del fumetto, è poi ripresa nel 2012.»
 
Qual è l’artista che ha maggiormente influenzato il suo lavoro?
«Inizialmente ho tratto ispirazione dall’arte del fumetto di Roy Lichtenstein, il celebre esponente della Pop Art americana, un artista che sento molto affine.
«Ho tratto spunto dalla sua tecnica per sviluppare la mia ricerca, facendo mie alcune sue modalità operative come la stesura del colore uniforme e privo di sfumature all’interno di campiture marcate da un tratto nero.
«In alcune opere recenti ho invece utilizzato nella chiusura delle campiture quella che chiamo linea chiara, una linea che ricorda il flusso energetico attraversato in natura dai corpi.
«Il riferimento è alla teoria dei Chakra, i centri in cui si concentra l’energia all’interno del corpo fisico.»
 

 
Lei ha coniato il neologismo «rivisitismo», ce ne può spiegare il significato?
«Si tratta di prendere spunto da opere di artisti, rivisitandole, una consolidata tradizione nella storia dell’arte. Lo fece per esempio Roy Lichtenstein, rivisitando nel 1974 il Cavaliere Rosso di Carlo Carrà, esponente di spicco del movimento futurista.»
 
Un altro neologismo da lei coniato è «Art-e-motion»…
«Si collega alle nuove tecnologie della realtà aumentata, il neologismo configura un progetto proiettato verso l’Art Motion, una tecnica di animazione che consente alle opere d’arte e ai personaggi rappresentati di muoversi grazie alla digitalizzazione e al montaggio video, creando una forte suggestione e un coinvolgimento emotivo dell’osservatore, sottolineato dalla e inserita fra i due trattini.»
 
Le sue opere sono firmate in maniera molto originale…
«Firmo le mie opere utilizzando i daimon, trasmigrazione dei chihuahua apparsi in origine nelle strisce a fumetti degli anni Ottanta.
«Il passaggio è avvenuto mediante un processo di astrazione, questi animaletti gialli, quasi degli spiritelli, appunto, sono ora protagonisti delle mie tele, una sorta di marchio di fabbrica.»
 

 
Ci può parlare delle parole chiave che utilizza nei suoi allestimenti?
«L’utilizzo delle Keyword hanno una funzione non solo estetica, servono per fornire una lettura più completa dell’opera. Sono parole che rinviano alla storia dell’opera reinterpretata.
«Nel mio caso il quadro ha una doppia storia, la mia ma anche quella di grandi artisti del passato.»
 
Può accennare brevemente ai Viaggi nel Tempo di Gary e Spike?
«Gary è un Bobtail bianco dalle lunghe orecchie nere, Spike un Chihuahua, ambedue impegnati in avventure in diversi luoghi sconosciuti e misteriosi della terra, fra salti temporali e civiltà scomparse.»
 
Attraverso alcune opere sensibilizza l’opinione pubblica su temi sociali, come la violenza sulle donne. Può farci un esempio?
«Criminal Heart mi fu commissionato poco meno di una decina di anni fa dalla presidente FIDAPA della sezione di San Remo, Patrizia Sciolè. Un dipinto nato con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza sulle donne, opera poi benedetta da papa Francesco nel 2014 ed esposta a Sanremo in occasione del 65° Festival della canzone italiana.»
 

 
Progetti futuri?
«A Palazzo Trentini verrà inaugurata il 16 settembre un’antologica, visitabile fino al 15 ottobre 2022. Sarà presente per l’occasione Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista.
«A Borgo Valsugana, invece, verrà inaugurata a metà ottobre un’altra importante mostra dal titolo Glamour e dintorni, visitabile fino al 27 novembre allo Spazio Klien.
«Per l’editore Reverdito sto lavorando a una serie di illustrazioni sulla storia del celebre Cafè Chantant, Caffè-concerto, collegate al libro scritto dal compositore e direttore d’orchestra Adriano Bassi, presidente Comitato di Milano Società Dante Alighieri.»
 
Sogni nel cassetto?
«Direi che un sogno non ancora coronato, dopo aver fatto molto, sarebbe la realizzazione di cartoni animati sulle serie a fumetti che raccontano il Trentino.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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