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«Associazione Castelli del Trentino» – Di Daniela Larentis

La prof. Lucia Longo giovedì 30 marzo parlerà di «Nutrire anima e corpo all’Aquila Rossa, all’osteria dipinta di San Michele all’Adige nel Quattrocento» – L’intervista

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Si conclude con l’ultimo appuntamento della stagione 2022-2023 il ciclo di incontri organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino, curato dal presidente dell’Associazione, l’archeologo Andrea Sommavilla, responsabile del Servizio biblioteca e attività culturali del comune di Borgo Valsugana. L’evento avrà come sempre luogo a Mezzolombardo, Sala Spaur, Piazza Erbe, alle ore 20.30.
Protagonista della serata di giovedì 30 marzo, dal titolo «Nutrire anima e corpo all’Aquila Rossa, all’osteria dipinta di San Michele all’Adige nel Quattrocento», Lucia Longo-Endres, già professoressa di «Storia dell’Arte Medioevale e Moderna, di Storia dell’Arte dei Paesi Europei e Storia dell’Architettura» presso l’Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia. Sarà lei a parlare del ciclo pittorico quattrocentesco dell’albergo all’Aquila Nera - già Aquila Rossa - di San Michele all’Adige, luogo di frontiera e punto d’incontro tra le terre della Lombardia e l’Alemagna, un unicum nel panorama artistico e iconografico del Trentino-Alto Adige.
 
Da oltre trent’anni l’Associazione è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa. Le iniziative proposte godono del patrocinio della PAT e della Regione, sono inoltre riconosciute valide ai fini dell’aggiornamento del personale docente da parte dell’Iprase. Continua la collaborazione con l’Accademia roveretana degli Agiati e con la Società di Studi trentini di Scienze storiche.
 
Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista.
Lucia Longo-Endres, già professoressa di «Storia dell’Arte Medievale e Moderna, di Storia dell’Arte dei Paesi Europei e Storia dell’Architettura» presso l’Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia.
Le sue ricerche privilegiano lo scambio artistico e culturale tra l’Italia e la Germania nel periodo rinascimentale e barocco, con particolare attenzione alla ricaduta delle poetiche pittoriche e architettoniche promosse, in Germania, dall’attività di artisti italiani dopo la Guerra dei Trent’Anni e, in Italia, tramite l’operato dei pittori bavaresi («Lehre im Süden. Bayerische Künstler des 17. Jahrhunderts in Italien» 2010).
 
Una componente della ricerca riguarda la figura di Antonio Petrini, architetto trentino attivo in Germania nella seconda metà del secolo XVII. Alla monografiasull’artista in lingua italiana (Collana Artisti Trentini 1974) seguono il volume monografico edito in lingua tedesca (1985) e le voci biografiche sull’architetto («Neue Deutsche Biographie» 2001, «Dizionario Biografico degli Italiani» 2015); assieme agli studi sull'architetto Valentino Pezzani (1977,1980) e sul trattatista di fortificazioni «Alexander von Groote» (1982).

Un filone significativo della ricerca è incentrato sul pittore emiliano Antonio Domenico Triva (1626-1699), attivo in Italia, nell'Emilia e nel Veneto, prima di essere assunto come pittore di corte in Baviera nel 1669. All'artista barocco dedica una monografia (2008) e altri contributi di approfondimento sulle opere negli anni 1984, 1987, 1990, 1992, 2008, 2010, 2013 (A. Triva) 2020.
 
Una sezione interessa le edizioni critiche di letteratura artistica, tra cui si menzionano le guide alla residenza monacense dei Wittelsbach ad opera di Ranuccio Pallavicino (I Trionfi dell’Architettura, Monaco 1667, rist. 1997), e di Baldassare Pistorini, «Descrittione compendiosa del Palagio sede de' Serenissimi di Baviera», München 1644 (ed. 2006). Esse rappresentano fonti storico-artistiche di primo piano, utilizzate nel Novecento per i restauri e la ricostruzione di interi ambienti del palazzo, gravemente compromesso dalle vicende della seconda guerra mondiale.
Un corposo settore riguarda il contesto artistico e culturale trentino: «Arte sacra nelle valli di Cembra, Fiemme, Fassa» (1995), l’apparato pittorico della «chiesa di San Vigilio a Molveno» (1996), i decori «a grottesca nel Cinquecento in Trentino e la ricezione dell'antico» (1976, 1999, 2021), temi relativi alla «Sacra Parentela» in Trentino (1995) e «iconografia rosariana» (2013); la figura di «Camillo Rasmo pittore del Novecento» in Trentino (2001, 2014).
Un ampio saggio è incentrato sull'arte a «Cavalese dal Medioevo al Settecento» (2014).
Nel 2015 escono studi specifici sui «Paladini di Carlo Magno in Casa Bertelli» e sul «Ciclo delle Vergini nella pieve di Cavalese»; nel 2017 appare il saggio sul ciclo pittorico delle «Sibille e dei Profeti» nella chiesa dell'Assunta a Cavalese. Nel 2021 esce un saggio dedicato alla storiografia artistica del Novecento in Trentino: «Lo sguardo dell'Arte. Percorsi di storiografia artistica in Trentino» (2021).
 
In parallelo, escono studi significativi di opere e autori: la tradizione iconografica del «Vesperbild» nell'area nordica (1992); la tradizione iconografica del «Don Chisciotte nel ciclo pittorico settecentesco di Padova» (1992); «temi d'iconografia devozionale nei santuari bavaresi» (1996); «L.B. Alberti e il De pictura» (1999), il «Trattato dell'Amicizia di Martino Martini e le sue connessioni con l'Iconologia di Cesare Ripa» (2000, 2008); «la Rappresentazione del pathos nelle opere scultoree di ambito alemanno e italiano nell'età di Juan de Mesa» (2002); il motivo iconografico dei «Sette Santi Rifugi» (2008).
Alla «città di Monaco di Baviera» (1990) Lucia Longo-Endres dedica una guida storico-artistica in lingua italiana e tedesca, indagata con attenzione al transfer artistico-culturale tra Italia e Baviera.
Un contributo di carattere didattico riguarda il tema della «dimensione europea nei manuali di educazione artistica in Italia» (Atti del Convegno Internazionale, Trento 2015).
 
Nel 2018 la studiosa organizza un convegno di significativo impatto culturale e internazionale – («Sulle rotte di artisti e mercanti lungo i valichi alpini»), focalizzato su tematiche inerenti il transfer artistico e culturale transalpino.
A tale indagine segue nel 2020 il volume intitolato «Artisti e mercanti in viaggio. Oltre le Alpi, attraverso il Tirolo».
Abbiamo avuto il piacere di rivolgerle alcune domande.
 

 
Su quali aspetti focalizzerà maggiormente l’attenzione nella conferenza del 30 marzo?
«L’intervento si focalizzerà sull’apparato pittorico decorativo, tardo-quattrocentesco, di un’osteria di confine, come quella di San Michele all’Adige, sita al punto d’incontro tra le terre della Lombardia (Italia) e l’Alemagna. Trattasi di pitture murali, tipiche nell’età tardomedievale e moderna nelle regioni alpine, ideate – con finalità educative (massime di comportamento e consigli utili al viaggio) – per impreziosire le Trinkstuben e/o le facciate di tali luoghi di ritrovo conviviale, ove solevano transitare e soggiornare passanti e viaggiatori, viandanti e pellegrini, pittori, scultori e architetti, nobili e borghesi.»
 
Lo studio di questo specifico ciclo pittorico quali importanti aspetti ha messo in risalto?
«Nei brani pittorici, a noi pervenuti e tuttora leggibili, se pure fortemente impoveriti, si evidenzia una significativa valenza culturale. Si passa da una scena di benvenuto (Willkommengruß) - che vede affrontate due figure, l’una maschile e l’altra femminile, atte a segnalare le particolarità dell’osteria all’Aquila Rossa (ora Aquila Nera) - all’affresco, magniloquente, dedicato alla figura gigantesca del mitico progenitore del casato Thun, che, secondo la leggenda, sarebbe arrivato nel territorio trentino insieme al terzo vescovo di Trento, san Vigilio (sec. IV-V).
«Un brano evoca, invece, il motivo della Fontana della giovinezza, un tema iconografico assai frequentato in età tardomedievale e moderna, parimenti a quello che inscena un gruppo di Selvatici.
«Il brano che raffigura un giovane, mutilo nella parte superiore, sembra trovare le radici in un poemetto classico della letteratura medievale tedesca, nella novella intitolata Meier Helmbrecht di Wernher der Gartenaere, che risale all’ultimo quarto del Duecento (ca. 1280) e narra le vicende del massaro Meier Helmbrecht, accomunando peculiarità della poesia giullaresca a motivi della letteratura cortese, secondo un intento pedagogico di elevazione morale.»
 

Antenato Thun Osteria all'Aquila Nera, San Michele all'Adige.
 
Le pitture di San Michele all’Adige rappresentano una testimonianza storica di primaria importanza, potrebbe spiegarcene i motivi?
«Sono testimonianze decorative che ampliano e arricchiscono le nostre conoscenze nel campo della pittura profana tardomedievale, all’interno del panorama artistico e iconografico del territorio.
«Uno stendardo celebrativo, in particolare, offre la prima traduzione pittorica che allude alla leggenda che narra delle origini romane del casato Thun, così come tramandato nei secoli XVII e XIX.»
 
In Trentino, ci sono altre pitture che affrontano tematiche simili?
«A Termeno, in una località poco distante da San Michele, all’interno di una dimora privata cinquecentesca si trova uno studiolo (o sala da musica) che mostra un decoro pittorico parietale dettato da finalità di ordine pedagogico e morale.
«Ivi colpisce, infatti, l’affresco con la figura a mezzo busto di Senocrate, del filosofo greco discepolo di Platone, accompagnata da un cartiglio con la scritta latina che invita a tacere anziché parlare, per non pentirsene a posteriori: sii padrone della tua lingua, tienila a freno con impegno / molto è dannoso aver parlato, ma l’aver taciuto non ha arrecato danni.
«Sul tema è in corso di stampa un mio breve contributo.»
 

Scena di benvenuto.
 
Lei è autrice e curatrice di numerosissime pubblicazioni, fra cui il volume intitolato «Artisti e mercanti in viaggio. Oltre le Alpi, attraverso il Tirolo». Come è nata l’idea di questo libro e come è strutturato?
«Un aspetto, fondamentale, delle indagini da me effettuate nel corso degli anni riguarda lo scambio artistico e culturale tra l’Italia e la Germania nel periodo successivo alla Guerra dei Trent’Anni. Nel passato ho dedicato attenzione agli artisti italiani operanti oltralpe - architetti (Antonio Petrini 1974, 1985, 2001, 2015) e pittori (Antonio Triva 1984, 1987, 1990, 1992, 2008, 2010, 2020), - ma anche alle maestranze bavaresi attive a Venezia e nel Veneto (Lehre im Süden 2010). In tempi più recenti, ho organizzato un progetto di rilievo interdisciplinare (simposio Trento e Bolzano 2018) per mettere a fuoco problematiche fondamentali quali la circolazione d’informazione, le competenze artistiche e mercantili lungo i valichi alpini tra il nord e il sud dell’Europa.
«Gli esiti di tale ricerca, perseguita attraverso approcci disciplinari diversi, tenendo conto di aspetti storico-geografici, artistici, figurativi e architettonici, interazioni linguistiche, intrecci e incroci, scambi immateriali e mobilità di operatori sociali, sono poi stati raccolti nel volume edito nel 2020.
«Si tratta di un volume articolato in due sezioni: la prima inquadra il mondo dell’economia e le realtà socio-culturali del territorio (Itinerari culturali e socio-economici), la seconda indaga le forme in cui si è manifestata l’abilità creativa di generazioni di maestri, artigiani ed artisti, valenti pittori e architetti (Itinerari figurativi e architettonici).
«L’approccio interdisciplinare e il confronto sui molteplici percorsi semantico-interpretativi seguiti dagli autori offrono una panoramica ampia che tocca alcuni momenti nevralgici del vivace dialogo artistico e culturale, economico e sociale, animatosi tra il Quattro e il Novecento a nord e a sud dell’arco alpino.
«Un quadro che aiuta a riconoscere punti di riferimento comuni ai diversi Paesi dell’Europa, percepire influenze reciproche, idee e profondità di radici, protese ad arricchirsi ed evolversi nello scambio spirituale e culturale, fondamento portante di quella che oggi viene definita identità europea».
 
A cosa sta lavorando/progetti editoriali futuri?
«Sono impegnata nell’approfondimento di alcune tematiche (iconografia di Sant’Antonio) affrontate dal pittore barocco Antonio Domenico Triva, sulla base di dipinti inediti venuti in luce di recente. Un altro tema che trovo interessante e su cui intendo impegnarmi è quello relativo alla pittura morta con animali vivi tra tardo Seicento e primo Settecento, con particolare attenzione al pittore, di formazione romana, Pietro Navarra, di cui si trovano molte tele nei musei della Germania.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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