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«Dialéctica», mostra d’arte a Trento – Di Daniela Larentis

La bipersonale dell'artista trentino Mauro Cappelletti e del pittore berlinese Olaf Nehmzow, curata da Remo Forchini, è visitabile a Palazzo Roccabruna fino al 7 aprile

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A Trento è in corso «Dialéctica», una doppia esposizione personale di due noti artisti, il trentino Mauro Cappelletti e il pittore berlinese Olaf Nehmzow, a trent’anni dal loro primo incontro, avvenuto proprio nella nostra regione, come ricorda Remo Forchini, curatore dell’importante mostra.
Inaugurata lo scorso 10 marzo, è visitabile fino al 7 aprile 2023 nelle suggestive sale di Palazzo Roccabruna, in via Santissima Trinità 24, nei seguenti orari di apertura: lunedì-mercoledì 8.30-12.00 | 14.00-17.00; giovedì-venerdì 8.30-12.00 | 14.00-20.00; sabato 17.00-20.00; domenica chiuso.
Il percorso espositivo non può che sorprendere il visitatore, proponendo le splendide opere di questi due artisti (che hanno già esposto insieme alla Simultanea Spazi d’Arte di Firenze nel 2019 e alla galleria Demarco Arte di Venezia nel 2022), accompagnate dai testi critici di Emanuela Rossini e Toni Toniato. L’allestimento porta la firma dello Studio artearchitettura.
 
E a proposito dell’incontro dei due pittori, racconta Remo Forchini: «È avvenuto nella nostra provincia in occasione di una residenza d’artista della quale si è avvalso Nehmzow, invitato dall’associazione culturale Orizzonti d’Europa nei primi anni ’90.
«Da allora il suo linguaggio artistico si sviluppa all’interno di una base di stampo espressionista che a tutt’oggi evolve nelle varie declinazioni. Grande influsso sulla sua ultima produzione ha il suo rapporto con il Giappone, paese dove egli soggiorna a più riprese e che contamina la sua poetica.
«Diverso è il percorso di Mauro Cappelletti. Esponente di punta della corrente trentina Astrazione Oggettiva fin dalla sua fondazione, Cappelletti sviluppa costantemente la sua ricerca nell’ambito dell’astrazione, con scostamenti meditati ed evoluzioni che lo portano, nella sua produzione recente, ad una indagine sul colore (mono tono) nelle sue più intime variazioni (pluri tono).»
 

 
Spiega Emanuela Rossini a tale proposito, in un passo del suo testo critico:
«Nehmzow (1949, Berlino) e Mauro Cappelletti (1948, Trento) condividono un tragitto biografico ed esistenziale, dagli anni Ottanta ad oggi, segnato da cambiamenti che hanno messo in discussione le convinzioni su ogni ordine di cose, creando nuovi codici e mindset culturali.
«Esperienze che inevitabilmente hanno toccato la loro individualità artistica, facendo maturare quelle sensibilità e direzioni verso la materia pittorica - il colore, la forma – che hanno caratterizzato il loro cammino artistico e spirituale.
«Nehmzow fa della sua formazione a Berlino, negli anni Sessanta, il punto fondante del proprio approccio all’arte, che rimane creativo in un confronto diretto con la vita ordinaria, con ciò che accade, lontano dall’astrattezza di un’estetica fine a se stessa e dalla rappresentazione.»
 
«Dalla grafica al collage – prosegue Emanuela Rossini, – in Nehmzow le memorie e le seduzioni dei viaggi che l’artista ama fare in Giappone come nel Mediterraneo, trovano nel processo creativo nuove rinascite, apportando energia e direzione ai materiali pittorici.
«Le opere di Nehmzow raccontano il mondo diventando esse stesse un mondo: corpi organici autosufficienti in cui la realtà, da cui tutto è partito, a poco a poco scompare, diventando simbolo e segno potente di quell’alterità culturale incontrata.
«L’arte di Nehmzow rimanda ad un attraversamento culturale, emotivo e fisico, esposto e dunque audace, capace di suscitare interrogativi sulla natura della propria esistenza.»
 
«Liberata da un discorso figurativo e narrativo – conclude Emanuela Rossini, – l’arte di Mauro Cappelletti si misura con una profonda riflessione su come guardare il mondo.
«Al rigore analitico di un cromatismo puro ed assoluto, Cappelletti apre ad un gioco di monocromatismi plurimi, con tono su tono, dentro un sorprendente processo di disvelamento di nuovi territori percettivi.
«Lavorando sulla trama e direzione del colore, il pennello lascia dietro di sé scie trasparenti, sfumature che aprono varchi di prospettive infinite. Il colore si mescola al movimento in una danza tra l’artista e la sua tela. Ed avviene una liberazione […].»
 

 
Toni Toniato mette in luce ulteriori aspetti interessanti, nel suo contributo critico:
«Dalla splendida luminosità dei monocromi del trentino Mauro Cappelletti - colore su colore, luce su luce - alle frammentate ma non meno suggestive oggettivazioni figurali del tedesco Olaf Nehmzov, si rispecchia un processo di assonanze e dissonanze formali che impongono non solo un confronto sul piano propriamente linguistico, ma forniscono allo stesso tempo un motivo dialetticamente conoscitivo.
Vale a dire che questi artisti attestano modalità stilistiche diverse, anzi opposte, ma non meno valide e feconde, condividendo l’intento di provocare una frizione concettuale e visiva che mira - come deve essere in questi casi - a focalizzare ogni volta lo sguardo dello spettatore sulle distintive e specifiche qualità dei relativi esiti espressivi, il che comporta dunque di analizzare in modo peculiare la complessa natura dell’esperienza creativa della ricerca artistica contemporanea e delle sue molteplici declinazioni sia tecniche che formali.»
 
«Non si tratta – sottolinea ancora Toniato – di un mero e occasionale raffronto che la mostra appunto presenta delle diverse soluzioni stilistiche e nemmeno o soltanto della dimostrazione comunque del loro legame di stima e di amicizia, quanto di un comune desiderio di esporre insieme nella stessa circostanza, ponendo in relazione distinte categorie dell’astrazione: una, infatti, analiticamente destrutturante e l’altra sovranamente essenziale, se non radicalmente minimalista
 
Questa mostra è una sorta di viaggio attraverso la bellezza, un’occasione da non perdere sia per chi abita in città che per i numerosi turisti che popolano ogni giorno le vie del centro.

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


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