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Massimo Donà, filosofia del cibo e del vino – Di D. Larentis

In «Sapere il sapore», l’autore, professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università San Raffaele di Milano, condivide riflessioni sul mangiare e sul bere

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«Sapere il sapore - Filosofia del cibo e del vino» è un interessante libro di Massimo Donà, professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università San Raffaele di Milano, pubblicato da Edizioni ETS, 2021 (Sapio, Cibo – Conoscenza – Filosofia, collana diretta da Nicola Perullo).
Attraverso riflessioni filosofiche sul cibo e sul vino, l’autore, una delle voci più autorevoli del panorama culturale italiano contemporaneo, spiega che proprio nel mangiare e nel bere, gli esseri umani svelano in modo particolarmente icastico chi sono, come si rapportano al mondo e il loro modo di relazionarsi.
Sottolinea lui stesso a tale riguardo: «Perché, di là da quello che credeva Feuerbach, l’uomo non è affatto quel che mangia, ma mangia quel che è. Ossia, mangia conformemente alla propria «Weltanschauung».
Insomma, proprio dal modo in cui mangia sono ricavabili le coordinate culturali che caratterizzano il suo modo di abitare il mondo».
Secondo l’autore, il cibo e il vino possono essere letti, pensati, come specchi capaci di riflettere in maniera fedele gli aspetti più rilevanti della natura umana.

Mette in luce in un passo del V capitolo, intitolato «Cibo ed esperienza estetica. Oltre il consumo»:
«[…] Per essere ancora più chiari, vorremmo suggerire che, se per un verso non possiamo fare a meno di mangiare e di bere, per un altro verso mangiamo sempre in relazione a quel che siamo, in quanto esseri umani, ossia in quanto animali dotati di “logos”.
«Infatti, nel mangiare e nel bere si riflettono e sono senz’altro riconoscibili modi di essere, di pensare e di concepire il mondo e la vita quanto mai interessanti. Il fatto è che nessun umano mangia e basta; ogni essere umano, infatti, mangia in un certo modo, in base a una certa tradizione e condizionato da una certa cultura.«Ad esempio, c’è chi mangia il crudo e c’è chi mangia il cotto. Non può affatto stupire,
dunque, che un grande antropologo come Levi-Strauss fondasse proprio su questa contrapposizione una stupefacente e illuminante analisi delle società, riconoscendone il grado di civilizzazione e di maturazione in base al modo di lavorare il cibo che la natura ci mette da sempre a disposizione.»
 
Le analisi dello studioso francese dedicate all’universo alimentare rivestono un ruolo fondamentale. Secondo Levi-Strauss l’uomo è un essere biologico e un individuo sociale poiché, mediante la cottura, trasforma elementi naturali in prodotti culturali con forti significati simbolici.
Ogni capitolo di «Sapere il sapore» (sono complessivamente quattordici) cattura l’attenzione del lettore, trascinandolo in un incredibile viaggio che ruota intorno all’esperienza alimentare.
Il capitolo Decimo, dal titolo «Il vino, un’assoluta singolarità», si apre con due citazioni di Mario Soldati, tratte dal libro «Vino al vino» (1969).
«Mario Soldati – scrive Donà – ci insegna che il vino non è mai uguale a sé stesso. Eppure – osserva, – la razionalità contemporanea, e dunque le sue espressioni più potenti (tra cui la crescente industrializzazione e meccanizzazione di tutto), tendono a rendere omnipervasivo il dominio dell’uguale».
Il vino, spiega il professore, è come l’essere umano, ciascuna bottiglia custodisce una irripetibile individualità, è sempre singolare.
 
Massimo Donà, filosofo e musicista jazz, nato a Venezia il 29 ottobre 1957, è professore ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, co-direttore (insieme ad Angela Frenda) del Master di filosofia del cibo e del vino sempre presso la medesima Università, e musicista jazz.
Ha pubblicato, tra gli altri: Filosofia del vino (Bompiani 2003), L’anima del vino/Ahmbè (Bompiani 2008), Pensieri bacchici. Vino tra filosofia, letteratura, arte e politica (Edizioni Saletta dell’Uva 2016), Di un’ingannevole bellezza.
Le «cose» dell’arte (Bompiani-Giunti 2018), La filosofia dei Beatles (Mimesis 2018), Dell’acqua (La nave di Teseo 2019), Di qua, di là. Ariosto e la filosofia dell’Orlando furioso (La nave di Teseo 2020), Miracolo naturale. Leonardo e la Vergine delle rocce (Mimesis 2020), L’irripetibile. Il paradosso di Dada (Castelvecchi 2020), Apologia dell’immediato. Percorsi evoliani (Inschibboleth 2020), Cinematocrazia (Mimesis 2021), Sull’assoluto e altri saggi hegeliani (Mimesis 2021).
 
Ha anche curato, insieme a Elisabetta Sgarbi, il primo numero della rivista Pantagruel (La nave di Teseo) dedicato appunto alla “«ilosofia del cibo e del vino».
I suoi due ultimi cd musicali si intitolano Iperboliche distanze. Le parole di Andrea Emo (Caligola Records 2019) e Magister Puck (Caligola Records 2021).
In conclusione, «Sapere il sapore» non si può facilmente riassumere senza il rischio di banalizzarlo, va letto e assaporato lentamente, pagina dopo pagina.

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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