Home | Rubriche | Pensieri, parole, arte | Roberto Lorenzini e le sue «Foreste di pietra» – Di D. Larentis

Roberto Lorenzini e le sue «Foreste di pietra» – Di D. Larentis

A Calliano e a Nogaredo, in mostra le opere dell’artista, un richiamo alla responsabilità individuale nell’affrontare la crisi ambientale in atto

image

>
Roberto Lorenzini è uno degli artisti ad essere presente con due sue opere alla terza edizione della rassegna internazionale Wooden, a cura di Francesca Canapa, visitabile da venerdì 8 a domenica 24 settembre 2023 a Palazzo Candelpergher a Nogaredo, Trento, nata dalla collaborazione fra l’associazione contemporanea Gioiellodentro e il Comune di Nogaredo, Assessorato alla Cultura.
L’installazione intitolata «Rinascita» ha un titolo emblematico, si tratta di un albero che nasce dalle pagine di libri accatastati, suggerendo all’osservatore un interessante rovesciamento di prospettiva.
Anche le opere intitolate «Il lento logorio del pianeta» richiamano con forza le problematiche legate all’inquinamento e al surriscaldamento globale, ai preoccupanti cambiamenti climatici in corso.
 
Il 16 e il 17 settembre, avrà invece luogo a Calliano, Trento, in occasione della sagra dell’Addolorata edizione 2023, «Similitudini», la bi-personale di Roberto Lorenzini e di Cristina Campana, due artisti che si esprimono con linguaggi differenti, ma che nella vita hanno in comune una sensibilità affine e una solida amicizia.
Roberto Lorenzini è un abile pittore e scultore, Cristina Campana è un’apprezzata acquerellista.
Lorenzini esporrà una decina di lavori afferenti al ciclo intitolato «Foreste di pietra», un richiamo alla responsabilità individuale, nella convinzione che ogni persona possa fare la differenza, nel cercare di far fronte a un’emergenza che minaccia la vita di tutti noi e quella delle generazioni future.
 

 
L’artista trentino sembra aver vissuto tante vite: è stato in passato uno stimato chef e uno sportivo, raccogliendo nei vari ambiti in cui ha operato diverse soddisfazioni, fino a quando, anni fa, una grave malattia improvvisamente lo ha costretto a fermarsi.
A distanza di tempo è riuscito a ripartire nuovamente, grazie alla sua forza d’animo e al supporto della famiglia (ha subito il trapianto di ambedue i polmoni, vivendo il lungo travaglio dell’attesa).
Dal punto di vista artistico, dalla pittura si è avvicinato alla scultura, un passaggio avvenuto in seguito agli ostacoli che ha dovuto superare e che lo hanno portato ad affrontare un tema ricorrente, quello del viaggio, simbolicamente rappresentato da valigie in terracotta esposte in diversi momenti.
 
Le affascinanti sculture di questo periodo sembrano rinviare all’esperienza vissuta, una vita sospesa fatta di attese, di valigie sempre pronte da fare e disfare, ma anche di persone importanti che danno un senso alla vita; sono valigie, libri, corpi sinuosi di donna e altri oggetti come cassetti, diari da riscrivere, figure maschili ritratte spesso con la valigia in mano.
In tempi più recenti ha lavorato ad altri cicli, opere che affrontano il tema della crisi ambientale in atto e il rapporto fra uomo e natura; il cambiamento climatico rappresenta un’emergenza assoluta di cui si parla sempre troppo poco, le opere dell’artista hanno lo scopo di indirizzare lo sguardo, nella consapevolezza che ogni persona può fare la differenza, cercando di sprecare di meno e promuovendo un’economia circolare.
 

 
«Le foreste» di Roberto Lorenzini richiamano uno scenario fin troppo noto, sollevando importanti domande.
Negli ultimi anni i ghiacciai si sono ritirati molto rapidamente, un processo che è sotto gli occhi di tutti.
Spesso ci si dimentica che l’uomo non è il padrone della natura, caso mai potrebbe esserne il custode.
Purtroppo fino ad ora non ha fatto un uso consapevole delle risorse (risorse che, come molti studiosi denunciano da parecchi decenni, rimanendo inascoltati, non sono certo illimitate); certo è che se non si prenderanno misure serie, ai posteri verrà lasciato un ambiente irrimediabilmente devastato.
Come ricorda nelle sue pubblicazioni Serge Latouche, noto studioso nell’ambito dell’antropologia economica, stiamo vivendo la sesta estinzione della specie, di cui l’uomo è il diretto responsabile.
Viviamo da tempo nella società dell’accumulo, ma accumulare non è più sostenibile.
 
Una delle installazioni di forte impatto visivo è intitolata «La cultura del secondo millennio», si tratta di volumi adagiati su supporti cubici anch’essi arrugginiti, realizzati con una tecnica particolare che crea l’effetto ruggine (non è acciaio corten ma polistirolo trattato).
Un monito, anche un modo per esprimere la propria idea di «cultura» e di «informazione», nell’era digitale…

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande