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Adolescenti, il «vamping» – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

La generazione che non dorme e non sogna: i ragazzi vanno aiutati a contenere quelle «attività notturne»

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Si dice che i «coronials», cioè gli adolescenti della pandemia, siano una generazione che non dorme e non sogna. Credo sia così.
Sul sonno un’indagine del Laboratorio Adolescenza e dell’Istituto di Ricerca IARD con la collaborazione dell’Associazione Culturale Pediatri, ha confermato che nel lungo anno del Covid-19, il 63% dei giovani va a dormire dopo le 23 e il 73,4% fatica ad addormentarsi.

Emerge un deciso 15,4% che dichiara di avere un sonno disturbato e alterato perché spesso si sveglia di notte e non riesce più a dormire.
Adesso una gran parte dei teenager dorme a malapena 6/7 ore o anche meno, quando ne servirebbero almeno 9 in questa età.
Sono così aumentati i ragazzi insonni, quelli che al mattino, connessi o in presenza, si presentavano a scuola o davanti alla webcam (quando la accendevano) come Zombi tornati dall’al di là.
Nel tempo della «sospensione» è cresciuta a dismisura la brutta abitudine di restare svegli fino alle prime ore del mattino a giocare online, chattare e navigare sui social e sui siti porno o a fare vamping notturno.

Ne ho trovati anch’io una quantità di preadolescenti e adolescenti che mi segnalavano alterazioni del ritmo sonno-veglia e una quantità di disturbi che andavano dalla facile irritabilità al calo del rendimento scolastico, dall’irritabilità ai disturbi dell’umore e agli attacchi di panico.
Nonostante la didattica a distanza regalasse loro un’ora di sonno mattutino in più rispetto ai ritmi abituali tenuti con la scuola in presenza, non sembravano avere grandi benefici da questo, perché quello che conta è il riposo notturno, il mettere a riposo l’organismo.
Gli studi delle Neuroscienze specificano con chiarezza quanto il sonno notturno in adolescenza sia fondamentale per consentire i processi di maturazione e sviluppo di alcune aree cerebrali come i lobi frontali che presiedono le funzioni dell’autocontrollo e della gestione delle emozioni.

È preoccupante allora l’alta percentuale dei giovani (66% delle femmine al 56% dei maschi) che di notte rimane connessa e non spegne mai il cellulare.
Alcuni dicono di rimanere a chattare perché così facendo si aspettano di addormentarsi, ignorando che l’attività col telefonino e il PC attiva impegno mentale e l’esposizione alla luminosità degli schermi riduce la produzione di melatonina.
Non lo sanno perché nessuno glielo dice e chi ha funzioni educative non sempre sa mettere limiti e confini o è capace di negoziare le regole sull’uso dei dispositivi e sul loro tempo di utilizzo.
Sembra che ai nuovi adolescenti non interessino molto le pratiche per benessere psico-fisico, ma se gli spieghi che la mancanza di sonno ritarda il ri-modellamento dei circuiti cerebrali, lo capiscono.
 
Se gli dici che la in quella fase è normale avere difficoltà ad autoregolarsi ed è necessario che gli adulti esercitino un controllo sui loro comportamenti lo accettano. Ma devi dirglielo.
Devi aiutarli a contenere quelle «attività notturne» che danno la sensazione di un tempo dilatato e infinito che compensa quello vuoto e sospeso del giorno.
Per prevenire nella nuova stagione scolastica alcuni problemi di salute mentale e psichica, sarà importante mostrare loro il valore del riposo e della tranquillità da contrapporre al tempo intenso della giornata degli impegni e delle relazioni.
 
Di certo sapranno capire se li aiuti a riprendere i ritmi naturali che servono per riposare e tornare a sognare.
Il che vuol dire anche riprendere a costruire progetti e futuro.

Giuseppe Maiolo - Docente di Psicologia delle età della vita
Università di Trento - www.iovivobene.it

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