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L’adolescenza in estate – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

Quando eros e riti di passaggio infiammano il corpo e declinano con forza avventure e trasgressioni

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Dopo il lungo tempo dalla pandemia, l’adolescenza sospesa e a volte interrotta dai vari lockdown, con la stagione estiva sembra rivitalizzarsi più ancora che in passato.
Il giorno lungo della vacanza, l’estate in sé, offre occasioni per scoprire emozioni mai provate e nuove esperienze.
Tra queste l’eros nascente e le relazioni che infiammano il corpo e declinano con forza avventure e trasgressioni.
Quel corpo rinchiuso, tenuto distante dal mondo e dai contatti, ora si Infuoca, e non solo per la calura.
L’estate facilita la vicinanza e, più che in ogni altra stagione della vita, apre la porta all’eros e agli innamoramenti che esplodono inattesi e con colori violenti.
 
Le ebbrezze dei primi baci travolgono e le cotte improvvise sembrano passioni assolute anche quando non durano che il tempo della vacanza o lo spazio effimero di un giorno o di una notte.
A questa età, l’eros che fisiologicamente dilaga, è sempre prova e provocazione, scoperta e sfida.
Per poterlo vivere i teenager chiedono agli adulti uno luogo privato e quella lontananza familiare che serve per crescere.
Ma domandano maggiore libertà per provare il distacco e una distanza scomparsa negli ultimi tempi.
Gli adolescenti reclamano l’assenza di sguardi indiscreti per incontrarsi tra di loro sotto le stelle e un tempo notturno dilatato che accompagni, con la musica a megadecibel, quelle sconosciute sensazioni che affollano le notti agostane fino al primo albeggiare del giorno.
 
Sono prove, si sa. Passaggi che servono per attraversa il guado che separa l’infanzia dall’età adulta, necessari per allargare l’orizzonte della vita.
Diventare adulti, in fondo, vuol dire attraversare confini ed esplorare lande mai viste realmente, e poi verificare quanto si è finalmente capaci di muoversi da soli e come ci si orienta nell’oscurità che una volta faceva paura.
Ma significa anche essere riconosciuti come non più bambini ed essere pensati in modo diverso.
Per questo motivo in estate gli adolescenti cominciano a vivere al calar del sole, quando i fratelli più piccoli, invece, devono andare a dormire.
Desiderano, in ogni caso, provare il loro cuore e quella nuova anima che palpita a dispetto di tutti.
 
Ma mentre i giovani si infuocano, i genitori tremano. Entrano in fibrillazione perché non sanno da che parte andare. E meno ancora cosa dire.
Ma è un rito che si ripete, costante, generazione dopo generazione. Perché, strano a dirsi, l’amore ogni volta che compare sulla scena, imbarazza chiunque lo scopra e sconvolge quei grandi che hanno poca memoria della propria adolescenza e di quelle turbolente emozioni che hanno agitato la crescita di tutti.
Che fare allora? Accettare la sfida e ammettere a se stessi che i figli sono ormai in procinto di salpare per il mare aperto, o negare l’evidenza e continuare a trattenerli legati al nostro molo con le cime poderose delle nostre paure? Dubbi frequenti e a volte sforzi enormi.
 
Ma proviamo a pensare: se per un lungo tempo sono stati preparati gli aquiloni ora è arrivato il momento di farli volare!
Una prova generale quella dell’estate? Sicuramente.
Forse una sfida alla pazienza genitoriale ma di certo la verifica di quello che gli adulti sono riusciti a fare con quei figli, ormai diversi e non più bambini.

Giuseppe Maiolo - Docente di Psicologia delle età della vita
Università di Trento - www.iovivobene.it

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