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Una pericolosa challenge estiva – Di G. Maiolo, psicoanalista

Il «Body Shaming» è la derisione fatta a una persona per il suo aspetto fisico

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Nelle città dei figli, rabbia e aggressioni non smettono. Le incontriamo ovunque sui treni e sulle spiagge stracolme di gente, nelle piazze reali e virtuali, dove le provocazioni e le angherie sono visibili e che, sovente, nessuno segnala o contiene.
Si tratta di molestie a volte verbali, oppure prevaricazioni fisiche e umiliazioni come quelle recenti sul Lago di Garda che colpiscono singoli o gruppetti di ragazze indifese. Azioni offensive che, come sappiamo, esplodono in un attimo senza una precisa ragione e si propagano come un contagio pandemico per il piacere di una qualche prodezza estemporanea.
 
È sempre stato difficile il corpo in adolescenza, perché esperienza di attrazione e paura, luogo di pulsione irrefrenabile e a tratti ancora peccaminosa, ma desiderio che si mescola a fantasie turbolente e al bisogno esibirlo con boria e fierezza o nasconderlo e martoriarlo.
Un luogo di passaggio dell’esistenza per ragazzi e ragazze che con il corpo fanno un’esperienza difficile e vivono attrazione e rifiuto in quanto spazio di un Sé in rapida trasformazione che eccita e fa paura.
Questo è il corpo che può esaltare o vergognare, quello che gli adolescenti criticano, umiliano e offendono in un «gioco» perverso che quasi sempre nasce online e poi dilaga nella vita reale, colpisce e ferisce, anche con colpi mortali.
 
È il noto e diffuso, anzi diffusissimo, «Body Shaming» che vuol dire far vergognare per il corpo e ha come obiettivo la derisione e l’umiliazione.
Un insulto di una violenza verbale incredibile che sembra appartenere al diritto di critica estetica, ma in realtà è piacere che appartiene sempre di più oggi all’intolleranza di chi è diverso o al sadismo delle relazioni.
Lo utilizzano i giovani (ma non solo) che si divertono ai danni dei pari per farsi vedere coraggiosi e ottenere consensi.
È una variante pericolosa e devastante del cyberbullismo in espansione ovunque, dove prevalgono i comportamenti subdoli e inaccettabili che hanno per oggetto qualsiasi caratteristica fisica.
 
Non conta se chi è deriso e umiliato sia maschio o femmina (anche se prevalgono queste ultime) magro o grasso, basso, alto, glabro o con l’acne.
Tutto può essere oggetto di derisione e servire per far vergognare la vittima che alla fine si sente ancora di più sbagliata e inappropriata, brutta e inaccettabile perché fuori dai canoni di bellezza dominanti.
Non a caso sono tanti gli adolescenti che si sentono brutti di aspetto.
 
Al flagello del Body Shaming come offesa e insulto, ora si aggiunge una nuova challenge che dovrebbe trovare spazio su TikTok il «Boiler Summer Cup», cioè una vergognosa gara inventata dai maschi che consiste nel sedurre ragazze «boiler» cioè in sovrappeso o obese.
Vince chi colleziona le «scaldabagno» con più di 90 chili e totalizza il maggior numero di punti andando a incrementare misoginia, grassofobia e violenza del bullismo.
Il rischio già elevato per le vittime di Body Shaming che di solito porta a forme di ansia e depressione grave ma anche a tentativi di suicidio, adesso aumenta a dismisura ed è allarmante come moda estiva perché compromette in forma grave la salute mentale di chi cade nella rete dei bulli.

Una ragione in più, urgente e necessaria per combattere precocemente il bullismo e prevenire la violenza.

Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento - www.iovivobene.it

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