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San Valentino è ancora il giorno dell’amore? – Di G. Maiolo

Le risultanze di una ricerca IPSOS commentate dallo psicoanalista Giuseppe Maiolo

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L’ultimo Report di Save the Children «Le ragazze stanno bene?» (https://www.savethechildren.it/) diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social.
Un’indagine realizzata con IPSOS, è una ricerca che in sostanza chiede a un campione di 800 ragazzi tra i 14 e i 18 come si cresce oggi «onlife» e, come viene detto, punta a «esplorare gli stereotipi e la violenza di genere».
Ne esce un quadro inatteso e sorprendente perché avevamo pensato che certi stereotipi di genere degli adulti si fossero modificati nelle nuove generazioni.
Scopriamo invece che sono ancora presenti.
 
C’è un allarmante 52% di adolescenti con una relazione affettiva stabile, che dice di aver sperimentato nella coppia situazioni di violenza, cioè schiaffi, pugni o spinte.
Uno su 10 ammette anche di aver tenuto comportamenti violenti ma è pensabile che il numero sia maggiore.
Sorprende non poco che un terzo dei giovani creda che il modo di vestire di una ragazza possa contribuire provocare la violenza sessuale e meraviglia scoprire che il 24% pensi di una ragazza che non dice un «no» deciso a un rapporto sessuale, possa essere invece disponibile.
Ma allarma quel 43% degli intervistati che ritiene una ragazza sempre in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole.
 
Infine sorprende che il 73% degli intervistati dichiari di aver stretto amicizia con persone sconosciute e scambiato foto intime mentre un 30% di adolescenti ritiene la gelosia un segno d’amore e giusto il controllo del cellulare da parte del partner.
Il report, insomma, ci fa pensare che le campagne di sensibilizzazione sui comportamenti violenti non hanno funzionato e non hanno modificato un granché gli stereotipi di genere o ridimensionato la cultura della violenza.
Forse dovremmo ammettere che le ultime generazioni degli adulti di riferimento siano state piuttosto distratte e frettolose nell’affrontare questi temi fondamentali soprattutto in casa o, peggio ancora, che non abbiano ancora imparato a educare i figli a crescere e i bambini e gli adolescenti a diventare adulti capaci di gestire le relazioni affettive e sessuali e a vivere l’amore.
 
Ci basta molto probabilmente la sensazione che oggi le nuove generazioni abbiano una maggiore libertà sessuale e che le relazioni possano sembrare più autentiche di un tempo, quando invece a livello profondo, la rappresentazione dell’amore di coppia rimane arcaica e si basa ancora su metafore come quelle della metà della mela o del lucchetto che alludono a rapporti simbiotici o chiusi ed esclusivi, quando la realtà è diversa, soprattutto meno poetica e contiene ancora l’idea del controllo e del possesso del maschio.
Questo ci richiede urgentemente di rivedere il progetto educativo degli adolescenti e formare genitori e insegnanti ad educare soprattutto alle relazioni e al rispetto, non solo alla sessualità e pretendere che la scuola pensi a programmi curricolari sul come stare nelle relazioni e non a interventi spot.

Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento - Docente di psicologia delle età della vita
www.iovivobene.it

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