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Genitori separati e vacanze coi figli – Di G. Maiolo, psicoanalista

Le ferie insieme ai figli sono un’opportunità preziosa per stare insieme e rinforzare il legame come occasione per migliorare la comunicazione

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Se le vacanze con i figli vanno sempre preparate, quelle dei genitori separati soprattutto i non affidatari, hanno ancora di più la necessità di essere pensate e organizzate con attenzione.
Le ferie insieme ai figli oltreché un diritto-dovere, sono innanzitutto un’opportunità preziosa per stare insieme e rinforzare il legame come un’occasione per migliorare la comunicazione.

Capita invece che spesso le vacanze di questo tipo incrementino tensioni e scontri tra i partner, soprattutto quelli che anche dopo la separazione continuano a mantenere alta la loro conflittualità.
Allora la preparazione e la gestione è difficile e la vacanza rischia riempirsi di veleni tossici per tutti, in particolare per i figli.
Un periodo di tempo con il genitore non affidatario, può scatenare emozioni negative o portare in evidenza nel genitore che rimane a casa, sentimenti di esclusione, di abbandono o gelosie.
A volte affiorano fantasie e paure, solo parzialmente motivate, relative al rischio che il figlio possa stare male con la famiglia nuova del partner o con la nuova compagna e che il «bimbo» (anche quando è adolescente) sperimenti modalità educative per lo più scorrette.
Ansie legittime ma forse eccessive che vengono alimentate dai risentimenti ancora in circolo nella coppia genitoriale.

Di solito si tratta di sentimenti espressi sotto forma di lamentele e rimproveri o più ancora come accuse di inaffidabilità rivolte al partner soprattutto per quanto concerne lo stile di vita, l’alimentazione e la sicurezza del figlio.
In genere si tratta di pretesti che non hanno un grande fondamento reale ma rimandano a vecchie questioni non ancora risolte.
Il problema più consistente è che alla fine bersagli e vittime designate di queste devastanti realtà familiari sono sempre i figli, i quali vivono con sensi di colpa scontri e litigi genitoriali.
I più piccoli di solito si attribuiscono la responsabilità della guerra che si fanno da anni i loro genitori oppure, invertendo i ruoli, tentano di trovare soluzioni al posto dei grandi.

Bambini e adolescenti, ad esempio, durante la vacanza non raccontano al genitore distante come vanno le cose o non esprimono entusiasmo per come stanno vivendo le ferie.
In qualche caso mentono dicendo il contrario di quello che avviene, per paura di ferire il genitore lontano.
Invece la vacanza estiva con papà o mamma dovrebbe essere un’occasione positiva e un tempo piacevole in cui divertirsi insieme e vedere che anche i genitori si sforzano di far fare loro un’esperienza costruttiva.
Perché questo avvenga però, è necessario che gli adulti promuovano un clima relazionale sereno e riescano a contenere al minimo i vecchi rancori incrementando almeno una sufficiente condivisione educativa.

L’intenzione autentica da parte della coppia genitoriale di promuovere un tempo piacevole da far passare ai figli, serve a migliorare le relazioni e a contenere i disagi derivanti dalle separazioni.
È fondamentale, così, che il genitore affidatario si sforzi di non giudicare negativamente l’esperienza che il figlio farà con l’ex partner, tantomeno consideri pericoloso il fatto che in vacanza possa vivere in modo diverso dal solito o mangi cose differenti dalle abituali, oppure abbia regole di comportamento diverse.
Ma è anche necessario che l’altro genitore durante le ferie, non rinunci ai compiti educativi e fornisca limiti chiari e precisi capaci però di tener conto che si tratta di un tempo di relax e divertimento.

Buona cosa potrebbe essere che il genitore in vacanza con il proprio figlio eviti nella maniera più assoluta di svalorizzare il partner o lo contraddica vistosamente sulle questioni educative.
Serve piuttosto che sostenga il figlio a tenere i contatti con il genitore rimasto a casa.
Potrebbe anche essere importante sollecitarlo a cercare un regalo o un pensiero da portare al rientro alla mamma o al papà.
Questo è un buon modo per far capire ai figli l’importanza di manifestare con segni tangibili i propri sentimenti ma può servire a trasmettere anche l’intenzione di ridurre la conflittualità e ripristinare una comunicazione più civile dopo tanta guerra.
Cosa non da poco!

Giuseppe Maiolo
Università di Trento
www.officina-benessere.it

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