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Un vento chiamato Irene Grandi – Di Sandra Matuella

Ospite del festival «Trentino.live» e della rassegna «Musica d’Autore», Irene Grandi ha presentato a Trento il nuovo album «Un vento senza nome»

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Il doppio appuntamento a Trento con Irene Grandi è iniziato sabato sera, a Palazzo Geremia, per il festival Trentino.live: intervistata dal giornalista Pierluigi Depentori la cantautrice fiorentina ha raccontato i suoi primi vent’anni di carriera, costellati da diverse partecipazioni al festival di Sanremo e, soprattutto, da una lunga lista di collaborazioni importanti, su tutte quelle con Pino Daniele, Vasco Rossi, Gaetano Curreri e Bianconi dei Baustelle.
Il 2010 rappresenta l’anno della svolta nella sua vita: dopo tanti viaggi e tante esperienze, Irene Grandi ha raccontato della necessità di ritrovare sé stessa, lontana dal frastuono del mondo dello spettacolo, grazie a un volontario esilio sull’isola d’Elba.
 

 
In questo stato di isolamento, l’artista ha scoperta non senza dolore e paura, la propria dimensione interiore, a cui è seguita una nuova creatività: con naturalezza e sincerità Irene Grandi ha parlato di questa nuova fase della sua vita, che la vede impegnata in prima persona non solo come interprete appassionata quale è sempre stata, ma anche come autrice a tutto tondo.
Dopo questi anni di ricerca personale, è approdata all’ultimo festival di Sanremo con il singolo «Un vento senza nome», che poi ha dato il titolo a tutto l’album uscito lo scorso febbraio, arricchito dai contributi preziosi di artisti sensibili quali Cristina Donà, Stefano Bollani e Saverio Lanza.
 

 
A giudicare dal concerto di ieri sera all’Auditorium Santa Chiara, questa metamorfosi di Irene Grandi è ampiamente condivisa dal pubblico trentino, che ha accolto i nuovi brani con applausi lunghi e convinti, ad iniziare naturalmente dalla struggente «Un vento senza nome». Al termine del concerto Irene Grandi ha ringraziato dal palco gli spettatori per l’accoglienza suggellata da un lunghissimo applauso.
«Questo applauso caloroso mi parla di voi, delle vostre emozioni ed è il regalo più bello che mi potevate fare per questo mio nuovo percorso.»
 

 
Così, da un album dai toni intimisti ed esistenziali, nel quale ci si possono ritrovare soprattutto le persone che vivono, a loro volta, una fase di cambiamento, ne è risultato un concerto coerente con questa dimensione più profonda della cantautrice, circondata da ottimi musicisti che hanno creato un suono equilibrato ed essenziale, volto a valorizzare la voce come sempre calda e sensuale della Grandi, che oggi è forse un filo più sussurrata e dai toni confidenziali.
L’anima rock, ribelle e trasgressiva, ritorna invece in tutta la sua potenza nei brani di Vasco Rossi, «La tua ragazza sempre», «Prima di partire per un lungo viaggio», ma anche in «Bruci la città» e «La cometa di Halley».
Altro punto interessante del concerto, erano le luci che creavano delle atmosfere evocative dei contenuti delle canzoni e che non tendevano a rubare la scena o a distrarre il pubblico con effetti speciali, come invece succede in molti concerti connotati da disegni di luce puramente spettacolari.
 

 
Con Irene Grandi si è conclusa così, all’insegna della musica di qualità, la stagione Musica d’Autore del Centro Santa Chiara, che ha proposto un cartellone con artisti molto amati, tra cui Francesco Renga, Giovanni Allevi, Fiorella Mannoia, Nina Zilli e la Pfm, accolti con favore da un pubblico sempre numeroso e partecipe.
 
Sandra Matuella – s.matuella@ladigetto.it

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