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Gran tributo ai Pooh con la Cassa Rurale di Trento – Di S. Matuella

La band «Palasport» ha ripercorso i cinquant’anni di grandi successi dei Pooh in un gran gala musicale in Piazza Fiera

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Da Piccola Katy a Pensiero e Uomini soli, fino alla sontuosa Dove comincia il sole: la band «Palasport» ha ripercorso i cinquant’anni di grandi successi dei Pooh, in un gran gala musicale offerto, martedì sera, dalla Cassa Rurale di Trento ai suoi soci.
Questo evento era legato ad una importante iniziativa benefica per i terremotati dell’Ecuador, e proposto, come di consueto in piazza Fiera, nell’ambito delle Feste Vigiliane, in collaborazione con Radio Italia Anni Sessanta: il concerto ha registrato il tutto esaurito con ben 2.700 spettatori.
Ospiti di quest’anno erano i Palasport, la tribute-band ufficiale dei Pooh, che ha partecipato anche a note trasmissioni televisive: in pratica sono i musicisti autorizzati dai Pooh stessi ad interpretare in maniera fedele all’originale, le canzoni, ma anche le luci, gli effetti speciali e i costumi, insomma le atmosfere proprie dei concerti dei Pooh.
 

 
Formato da quattro musicisti pugliesi molto preparati a livello strumentale, e con delle affinità vocali ai Pooh stessi, il gruppo dei Palasport fondato dai fratelli Pier e Claudio Giuffrida, prende il nome dallo storico album dal vivo dei Pooh, realizzato, appunto, in vari palasport italiani.
Questo anno i Pooh festeggiano i loro primi 50 anni di musica, con una grande tournée insieme a Riccardo Fogli (si esibiranno anche all’Arena di Verona), così i Palasport hanno presentato uno spettacolo di taglio teatrale, con sipario interno al palco e colpi di scena, in cui hanno ripercorso tutta l'avventura musicale dell'amata band: il concerto si è aperto con il primo successo dei Pooh, Vieni fuori, presentato in un medley di impatto con Piccola Katy e Pensiero.
Via quindi, con gli anni Settanta di Noi due nel mondo e nell’anima, Tanta voglia di lei, Parsifal, gli anni Ottanta con Chi fermerà la musica, Canterò per te, Non siamo in pericolo.
E poi gli anni Novanta di L’altra donna, La mia donna e Uomini soli, per arrivare così a La donna del mio amico, Amici per sempre, Dimmi di sì, fino a Dove comincia il sole, un energico e intenso abbraccio musicale che ha chiuso il concerto.
Così, alla serata della Cassa Rurale di Trento si sono trascorse due ore di ricordi, emozioni e tanta simpatia, con un pubblico coinvolto, pronto ad intonare i brani più amati; dopo il concerto, tante le foto e gli autografi di rito con i quattro Palasport.
 

 
Questo concerto dal preciso taglio teatrale, rappresenta una operazione piuttosto inedita nel panorama musicale italiano, nel quale le cover-band tendono a riproporre alla loro maniera le canzoni degli altri artisti, senza restituirle in maniera filologica, quindi molto precisa, come invece fanno i Palasport, addirittura con gli strumenti e costumi dell’epoca (un paio di strumenti erano quelli utilizzati dai Pooh stessi).
«Non a caso – spiegano i Palasport, – inizialmente il nostri progetto si chiamava Re-Generation Tour, per far rivivere al pubblico più adulto o per presentare alle generazioni più giovani, non solo i successi musicali, ma anche lo stile stesso che contraddistingue i concerti dei Pooh, e che include i costumi, il logo luminoso, le luci, gli effetti laser, il fuoco: abbiamo iniziato portando in scena, una alla volta, le vecchie tournée.
«Quest’anno invece, c’è il grande compleanno dei Pooh, così abbiamo pensato di proporre lo spettacolo degli spettacoli, per rievocare i cambi sonori, le dinamiche e le atmosfere di cinquant’anni di musica dai primi successi ad oggi.»
 

 
Sul palco voi non solo cantate e suonate come i Pooh, ma vi muovete anche come loro.
«Oltre alla musica, si devono reinterpretare le movenze, le cadenze e le posture perché, come in un copione teatrale, si devono rispettare le parti, non si può improvvisare o metterci del proprio, altrimenti non sarebbe più un tributo, ma un’altra cosa.
«Copiare il lavoro di un artista è studiare a fondo la sua arte, e la nostra soddisfazione non sta nel reinterpretare liberamente, a proprio piacere, ma nell’avvicinarsi il più possibile all’originale e nel riprodurlo fedelmente e con grande rispetto.»
 
A livello musicale, in particolare per gli assoli, come vi siete orientati per un esecuzione stilisticamente corretta?
«Abbiamo dovuto ripercorrere il loro percorso culturale, studiando le musiche, i suoni, gli arrangiamenti e le contaminazioni sonore che i Pooh hanno amato, suonato e che hanno quindi forgiato il loro carattere, e ispirato la loro stessa musica.»
 
Sandra Matuella – s. matuella@ladigetto.it


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