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Una startup in agricoltura – Di Daniele M. Bornancin

Una novità nel settore agricolo trentino: una startup già avviata con buone prospettive per il futuro

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In un settore tradizionale come l’agricoltura, esistono spazi per l’innovazione e per la sperimentazione di nuove tecnologie.
È il caso della Baolfly, azienda giovanissima in un campo di attività tutto da scoprire.
Una piccola impresa nata in Terre d’Adige, precisamente a Zambana, con imminente apertura del laboratorio a Lavis.
Una startup innovativa tutta al femminile, tutta giovanile e tutta trentina per produrre fonti proteiche derivanti da insetti da destinare alle industrie di produzione di mangimi e alle aziende zootecniche. Una novità in assoluto.
 
Baolfly è una società agricola che opera in un settore inesplorato, da un’idea di un gruppo di giovani, con ampie conoscenze del sistema agricolo, degli allevamenti di animali, dediti costantemente a ricerche e studi sfociati in questo progetto.
Protagonista di questa invenzione è la ricercatrice Elena Marcolla che ho incontrato per meglio comprendere quest’avventura, che ha richiesto molto impegno, dove da uno studio si è creata una realtà imprenditoriale particolare.
 
Prima di entrare nel merito di quest’operazione e per sgomberare il campo da facili dubbi, si tratta dell’introduzione d’insetti trasformati in farine, nelle filiere agroalimentari.

Non d’insetti commestibili per il consumo umano, ma per l’integrazione nei mangimi. Lo scopo di tutto questo che può creare scalpore è di sostituire ingredienti che hanno un elevato impatto ambientale, con scelte meno dannose.
Una nuova esperienza condotta dalla nostra ricercatrice con la supervisione della Fondazione Edmund Mach (IST. Agrario S. Michele) e con la partnership di Uova di montagna altra azienda trentina.
 
Un avvio di bio economia circolare che coinvolge altre realtà della filiera agro alimentare.
L’Unione Europea nel 2017 ha autorizzato l’utilizzo d’insetti per l’alimentazione animale.
Di conseguenza si è sviluppata l’esplorazione in questo campo con una prima traduzione nella costituzione dell’impresa agricola Baolfy di Elena, giovane trentatreenne, che con molta passione, conoscenza e costante studio oltre a tanto rischio si è cimentata in questa sperimentazione che parla e apre le porte a un futuro migliore.
 
Prima di riportare l’intervista, ecco due parole per descrivere l’operazione.

 
 
Fondatrice e CEO di Baolfly SRL, Elena Marcolla è una persona molto ambiziosa ma allo stesso tempo è in grado di prendere decisioni in modo preciso e determinato. La sua carriera si è sviluppata inizialmente in diversi piccoli progetti agricoli.
Nel 2018 ha ottenuto il ruolo di CEO in un'azienda vivaistica: questa esperienza le ha permesso di conoscere e gestire tutti gli aspetti coinvolti in un sistema aziendale.
 
La sua crescita professionale è proseguita svolgendo il ruolo di Responsabile di Produzione e Assistente di Direzione in una delle più importanti aziende italiane di produzione di piante.
Oggi ha consolidato le sue competenze sia in ambito produttivo sia gestionale e ha sviluppato capacità relazionali e commerciali lavorando con clienti e fornitori nazionali e internazionali.
 
BAOLFLY SRL – SOCIETA’ AGRICOLA – SOCIETA’ BENEFIT
Baolfly sviluppa una filiera locale di recupero dei sottoprodotti alimentari per produrre, mediante l’allevamento d’insetti, nuove fonti di proteine alternative a basso impatto ambientale da destinare alle industrie mangimistiche e alle aziende zootecniche.
 
SUPPORTO ALLA DIDATTICA
•    Dipartimento di Economia e Management nell'a.a. 2022/23, Start-up lab
•    Membro della giuria Business Design
Programma della School of Innovation dell’Università di Trento e Fondazione HIT
•    Responsabile di produzione – Assistente alla direzione
Planta SS, Bressanone (BZ)
•    IAP – AD
Societa’ agricola Tuttoverde srl - Impresa Sociale
 
ISTRUZIONE
•    Business School 24Ore - Università Cattolica di Milano
Master in «Direzione e Strategia d’Impresa»
•    Università degli Studi di Padova
Laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie
 
PREMI E RICONOSCIMENTI
▪    Vincitrice del 3° premio del Programma di Trentino Startup Valley - Trentino Sviluppo (TN)
▪    Vincitrice del 3° premio Donna e Lavoro – 10ª Edizione Eurointerim Agenzia per il lavoro - Concorso nazionale
▪    Vincitrice del premio Oscar Green Trentino per la categoria «Energie per il futuro e sostenibilità»
▪    Intervento al TEDxMestre: VISIONI - TED Circles Nuovi Cibi per il Pianeta 09.07.22
 

 
Ecco come ha risposto Elena Marcolla alle domande che le ho posto.

Riguardo alle sue esperienze e alla sua visione del sistema produttivo cosa può dire della nuova Startup?
«La startup è un’azienda allo stadio iniziale con prospettive per raggiungere produzione e fatturato di buone entità. Questo può attirare e interessare investitori anche al di fuori del sistema aziendale, rispetto a quello che accade normalmente nelle industrie.
«La Baolfly è un’entità certamente giovane con prospettive di crescita e che si può collocare tra le piccole e medie imprese agricole.
«Grazie all’invenzione realizzata rientra nella categoria di azienda innovativa con tecnologie d’avanguardia come trend sul mercato.
«Un’importante novità nel campo agricolo. Il nostro obiettivo è di arrivare a una produzione sostenibile gestendo le risorse a disposizione e connettendo le diverse realtà del settore agricolo, zootecnico e agro alimentare, in una filiera che possa promuovere lo sviluppo del nostro territorio e la creazione di prodotti particolarmente innovativi.
«Baolfly è capofila del progetto di ricerca con Win4Faed, con lo scopo di sviluppare prodotti in grado di rispondere al meglio alle esigenze nutrizionali degli animali: l’uso dell’esuvia (strato superficiale di alcuni insetti che è eliminato periodicamente con la Muta) e del l’insetto adulto come apporto di chitina (carboidrato simile alla cellulosa che si trova nella corazza esterna degli insetti) per i pesci e l’uso della larva come sostituto della soia ai mangimi e nelle diete delle galline ovaiole.»
 
In che cosa consiste il progetto Baolfly e il processo produttivo (insetto e mosca)?
«Alleviamo mosche-soldato, partiamo dagli scarti organici e li utilizziamo per la crescita delle larve con l’obiettivo di ottenere due prodotti: la larva stessa per la nutrizione di animali onnivori: galline, pesci ecc. Voglio ricordare che in passato ma anche ora, gli animali da cortile allevati a terra e non negli allevamenti a grande intensità produttiva, si nutrivano con gli insetti presenti nei terreni e nei prati.
«Questo processo fa scaturire un residuo organico che è usato come fertilizzante per il terreno agricolo e questo è, di fatto, il secondo prodotto.»
 
Come si realizza il tutto?
«La nostra unità aziendale è stata inserita nel settore delle aziende agricole per la produzione d’insetti.
«Ora cerco di descrivere il percorso di produzione e di lavorazione nella sua completezza.
«Allevare in un’ottica di economia circolare che è quello che facciamo, significa promuovere un processo di trasformazione che consenta di ripensare, rinnovare, rigenerare e riutilizzare prodotti come scarti alimentari, residui organici e sottoprodotti vegetali per generare un prodotto nuovo e altamente innovativo.
«Si parte dallo scarto industriale delle realtà agro alimentari, si utilizzano gli scarti per l’allevamento delle larve dell’insetto (larva di mosca soldato nero).
«Al termine del processo si separa la larva allevata dallo scarto organico, la parte rimanente diventa fertilizzante per terreni agricoli. La larva separata, può essere essiccata e venduta come larva secca. Le larve essiccate non possono diventare cibo per la nutrizione delle persone.
«La larva in sé ha le caratteristiche nutrizionali di buona qualità e nel nostro caso è usata, una volta trasformata, come integratore nella composizione di sostanze quali i mangimi per gli animali. Non è strano somministrarla agli animali, perché l’animale in natura si nutre d’insetti; pensiamo ai passerotti, ai merli, ad altri volatili, alle galline e altri animali da cortile, ai pesci. Di cosa si nutrono?
«L’allevamento avviene in verticale, si usa poco spazio e si sviluppa in altezza, si risparmiano suolo, acqua e si determina una diminuzione di emissione di CO2 (trasporto del prodotto dai campi agli allevamenti) rispetto ad altri sistemi di produzione.
«Uno degli altri obiettivi della Start - up è di limitare l’uso della soia per ridurre la sterilità del suolo; questo accade se una coltivazione sia prodotta in grande quantità di piantagioni e con sistemi agricoli intensivi.
Attualmente l’80% della soia è destinato al consumo animale, mentre solo il 20% a quello umano; inoltre il principale produttore al mondo di questo legume è il Brasile, area, dove sono ampiamente diffuse le coltivazioni intensive spesso derivate dalla deforestazione delle aree della foresta amazzonica.»

A che punto siete?
«La produzione è iniziata e tra poche settimane sarà spostato il laboratorio e l’allevamento, quindi tutta l’attività aziendale in un nuovo spazio nella zona produttiva di Lavis.
«Questo è il punto di arrivo degli studi effettuati e di partenza della nostra Start – up ossia di una piccola impresa con tecnologie all’avanguardia che tiene conto nel proprio sistema produttivo, di un’ottica basata sul risparmio energetico, sostenibilità ambientale e su una visione moderna del futuro.
«Sul lungo periodo, il nostro progetto prevede di allargare l’utilizzo di prodotti derivati dagli insetti allevati, anche nei settori delle bioplastiche, dell’industria farmaceutica/veterinaria (salute degli animali) e della cosmesi. Questo è il futuro del settore.
«È per ora una micro impresa a conduzione famigliare o meglio gestita da soli giovani.
«In altri termini, convertiamo gli scarti in prodotti proteici e di alta qualità. Tutte le risorse recuperate, ripensate e riutilizzate, concorrono in maniera efficiente alla produzione di un prodotto finale sicuro, bilanciato e completo.
«Attualmente i prodotti destinati alla nutrizione e alla dieta degli animali, o meglio l’area del PET – FOOD corrisponde al 2,4% dell’intera produzione mangimistica globale che si aggira intorno ai 30 milioni di tonnellate. In breve sarà brevettato sia il processo produttivo che i prodotti derivati di Baolfly.
«Tutto questo per meglio inserirci nel mercato dove vi sono importanti spazi anche per una piccola azienda come la nostra.»
 
In conclusione cosa può aggiungere?
«Vorrei aggiungere che, oltre alle novità produttive, si tratta di una realtà imprenditoriale che ha basato tutto sulla totale condivisione, e di una forte impronta femminile e giovanile.
«Certamente i nostri docenti, le ricerche e i continui studi e aggiornamenti nel campo, ci hanno spinto a creare qualcosa di realmente nuovo per il Trentino ma anche per altre zone del territorio italiano e per il patrimonio agricolo e ambientale.
Siamo convinti delle potenzialità di questo progetto e dai primi passi effettuati stiamo riscuotendo un forte interesse e un desiderio di provare il nostro prodotto, da parte degli agricoltori, degli allevatori e dei mangimifici.
«Da parte nostra saremo costantemente vigili sulle ricadute delle sperimentazioni e disponibili a intraprendere nuovi progetti di ricerca tecnologica, per rimanere così al passo con i tempi.
«Tutto questo per rispondere in qualche maniera alle sfide del futuro sulla sostenibilità.»
 
Elena, complimenti per questa importante iniziativa, buona continuazione e auguri per nuovi e altri traguardi, ma soprattutto per una crescita scientifica e aziendale.
Da parte mia, devo riconoscere che oggi più di sempre è meglio credere di più nei giovani, nelle loro capacità e preparazione che si spendono con coraggio come in questo caso, per la qualificazione anche della nostra terra trentina. Questo esempio ne è una reale dimostrazione.

A cura di Daniele Maurizio Bornancin – d.m.bornancin@ladigetto.it

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