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L'attualità della lezione politica di Nino Andreatta – Di M. Bornancin

Il pensiero e l'azione di un uomo della politica e delle istituzioni, esempio di attualità

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Dopo Roma e Bologna, anche Trento ha ospitato la presentazione del lavoro di Enrico Letta e Mariantonietta Colimberti su Nino Andreatta politico.
Una ricerca a tutto campo che ripercorre il profondo pensiero e l'azione di un uomo delle istituzioni, di partito, di fatto, di un uomo che non è facile dimenticare.
Un ministro, una persona convintamente democristiana che ha sempre militato nella sinistra della DC, ma spesso critico, forse anche anticipatore per certi aspetti della crisi, che dopo pochi anni ha toccato gran parte dei partiti storici del patrimonio politico italiano.
Un uomo che alla fine, dopo la scissione in casa democristiana, scelse l'Ulivo di Prodi. Politico preparato, studioso che fondò allora con Martinazzoli il Partito Popolare Italiano.
Era un economista capace ed esperto, spesso punto di riferimento per il Paese e anche per il Trentino, la sua terra natale, le sue radici.
A Trento per «far toccare con mano» il modo di essere di Nino Andretta, i suoi scritti e gli aspetti peculiari della sua vita, racchiusi nel volume presentato oltre che da Letta e Colimberti, anche da Giovanni Bazoli e da Lorenzo Dellai, sollecitati dalle domande di Alberto Faustini.
 
Un incontro di tanti ex democristiani, ma anche di varie persone provenienti oltre che dal Trentino e dal vicino Alto Adige, dal vicentino, dal bresciano e dal veronese, che hanno partecipato a questa iniziativa dell'AREL, editrice del libro.
L'AREL è un' agenzia di ricerche e legislazione, nata nel 1976 da un'intuizione di Nino Andreatta, che allora ha avvertito l'esigenza di un luogo dove approfondire, studiare con nuovi e moderni strumenti d'indagine e analisi i più rilevanti temi economici, istituzionali ed amministrativi, basata sull'organizzazione di convegni, incontri per informare e formare i giovani, che è diventata negli anni una vera scuola di politica sociale, molto utile al Paese.
In concreto questa operosità è sfociata in proposte precise, approdate in Parlamento sotto forma di specifici Disegni di Legge, poi divenute Leggi a tutti gli effetti, su vari temi come la giustizia, l'economia, la scuola, l'università.
Anche per questo Andreatta veniva ascoltato, per la sua visione futura delle cose, per la qualità del suo sapere, per la preparazione, dimostrati sul campo con severità morale e chiarezza delle regole.
 
Queste anche le ragioni della sua costante difficoltà a non cedere alle pressioni esterne, alle logiche di partito o dei poteri economici e bancari.
Il suo agire era un continuo lavorare confrontandosi con le varie idee, di provenienze diverse, ma senza scendere a inconsueti compromessi. Un' azione politica, si direbbe oggi, di altri tempi, ma che è molto attuale.
Una politica di coraggio, che ad esempio ha rappresentato in un rapporto con le banche e gli organismi finanziari, incentrato sull'indipendenza ed autonomia, trasparenza e difesa dei risparmi delle famiglie e delle imprese.
Una linearità di vedute e una corrispondenza nelle azioni, non come oggi dove tra le idee e le azioni spesso vi sono enormi spazi e incoerenti percorsi.
In un periodo di crisi non solo economica, di questi ultimi anni, ma a anche delle forme di fiducia, delle certezze, è quasi impossibile fidarsi di qualche cosa, di qualche progetto.
 
Da qui nasce l'esigenza di riscoprire, come nel caso della presentazione dello studio su Nino Andreatta, non solo la storia della politica italiana, ma soprattutto i protagonisti che hanno lasciato un segno, che hanno costruito una parte di questo futuro che oggi è rappresentato dalla società moderna.
Oggi il mondo è in una fase di transizione, sia a livello delle relazioni di potere tra gli Stati, sia per quanto concerne le Istituzioni che hanno cercato di governare la politica e l'economia europea e globale.
Non sono più i tempi di politici che basano il loro operato solo sulle preferenze ottenute o sulla propria immagine e che non hanno poi un metodo di lavoro, una visione del futuro, una preparazione complessiva, ma è il tempo della politica studiata, approfondita, dialogata, confrontata e poi tradotta in azioni, in progetti, in opere concrete.
Solo così si può ristabilire una certa fiducia negli animi dei cittadini e delle comunità, per superare la transizione e per porre le basi per un futuro di trasparenza, chiarezza d'intenti e laboriosità per le giovani generazioni.
 
Forse anche il Trentino ha la necessità oggi, più di sempre, di avere una AREL in miniatura, per far sì che i giovani, e non solo loro, riescano a capire, a comprendere, a conoscere i mutamenti in corso, ma anche per avere poi le basi per essere dei buoni amministratori locali per una reale crescita della comunità.
 
Daniele Maurizio Bornancin

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