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La teoria di genere in un'impresa trentina gestita da tre sorelle

Martina, Valentina e Romina, tre donne a capo di una nota azienda vinicola al confine con l'Alto Adige – Di Maurizio D. Bornancin

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Martina -Valentina - Romina.
 
Si prosegue con questa intervista, sull'uguaglianza di genere, tema oggi di particolare attualità, con le difficoltà e le conquiste ottenute.
Uno scambio di idee, un ragionare insieme, un rappresentare esperienze di vita aziendale di piccole imprese nella storia del panorama industriale trentino.
Imprenditrici che, con la gestione in questo caso al femminile delle proprie imprese, sono riuscite a lasciare una traccia nell'economia locale, appassionate del proprio lavoro, nel rispetto delle caratteristiche e delle tradizioni trentine.
Quando si parla di pari opportunità tra uomo e donna, scorre una fotografia imperfetta della società, ritrae lotte, conquiste, cambiamenti, progressi.
Dalle timide contestazioni europee degli anni 50 e 60 per l'uguaglianza salariale, si è passati agli anni 70, quando nasce il concetto di pari opportunità che si fonda sulla diversità di genere, anziché sull'identità, con provvedimenti europei sulla previdenza sociale, sui congedi parentali, sulla conciliazione lavoro – famiglia.
Negli ultimi anni si è giunti a concepire l'importanza delle azioni positive che consentono il riequilibrio tra generi negli organi di rappresentanza delle istituzioni e nella società civile.
 
La teoria di genere è diventata quadro di pensiero delle Commissioni europee ispirando i legislatori dei Paesi Europei a creare nuove e varie leggi concernenti i rapporti tra uomo e donna, in nome del concetto di parità.
Sono stati affrontati temi e si promuovono anche oggi convegni, presentazioni di ricerche e di studi sull'uguaglianza di genere nel lavoro, sull'esigenza di conciliare lavoro e famiglia, sulla presenza di donne nelle posizioni decisionali.
I progressi conseguiti in Italia, rappresentano ancora la necessità di raggiungere ulteriori risultati, pur nell'ambito di notevoli progressi effettuati.
Se si osservano i tassi dell'occupazione femminile, questi rimangono ancora bassi, così come è bassa la percentuale di donne in posizioni dirigenziali, sia nel pubblico che nel privato, in particolare in meridione.
Tra i miglioramenti in corso, giova ricordare l'introduzione obbligatoria di rappresentanze femminili nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa già a partire dal 2011 e nelle società appartenenti alla pubblica amministrazione dal 2013.
Un sistema di quote è stato imposto nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società, iniziando prima con il 20% per passare di recente al 33%.
L'ammodernamento inoltre, del Dirittto di Famiglia, riconosce una perfetta parità tra donne e uomini.
 
Si riscontra sempre di più una nuova impostazione complessiva della società, per un sistema di pari opportunità come assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, alla religione, alle condizioni personali, alla razza, all'origine etnica, all'età.
Tutto questo è frutto del cambiamento sociale, in particolare nei Paesi Europei, dove si sono modificate le condizioni di vita, l'incremento dell'istruzione, il sistema del lavoro, i ruoli e i compiti all'interno delle famiglie, l'autonomia e la gestione del tempo libero, sia per le donne che per gli uomini.
Anche per l'orario del lavoro si riscontrano modifiche e sperimentazioni, con criteri di conciliabilità a favore delle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie.
 Si dovrà continuare, con ulteriori passi avanti verso la diffusione della cultura di genere, ma non si può dire che siamo ancora allo stato iniziale, perché grazie a tutte le donne che in passato hanno fatto la storia del mondo, si è giunti alla realtà attuale.
La vera soluzione per migliorare ulteriormente è quella d'impegnarsi a lavorare insieme, uomini e donne, per la difesa delle disposizioni legislative nazionali ed europee esistenti in materia, per la crescita di servizi adeguati e per una maggior valorizzazione del merito.
In tal modo l'equilibrio tra generi diventa un vantaggio per l'intera collettività.

 Gaierhof Srl– Roveré della Luna - Trento 

Impresa appartenente a Confindustria Trento, Confcommercio, Consorzio vini del Trentino.
Attività: produzione di vini.
1976 - 2016 = 40 anni.
Dipendenti: 18 - 11 uomini e 7 donne .
Mercato: Italia, Europa, Sud America, Stati Uniti.
Clienti: enoteche, ristoranti, bar, alberghi, agritur, supermercati, bottiglierie.
Nuovi prodotti: Spumante.

L'imprenditrice di questa nuova conversazione è Martina Togn, che assieme alle sorelle Romina, Valentina e al cognato enologo Goffredo Pasolli, gestisce la nota azienda vinicola Gaierhof S.r.l. di Roverè della Luna (TN), al confine con l'Alto Adige per la produzione vini e di spumanti, che nel 2016 ha raggiunto i 40 anni di attività; infatti nel 1976 il capostipite Luigi Togn fondò l'impresa oggi gestita dalle tre figlie, raro caso questo, nell'imprenditoria trentina.
 
Martina, parliamo della vostra azienda, della sua storia e della Sua esperienza di lavoro insieme alle sorelle?
«La nostra è un'impresa nata nel 1976 quando il papà Luigi la fondò, anche perché proveniva da una radicata famiglia che commercializzava vini già prima del 76.
«In tutti questi anni sono stati fatti notevoli passi avanti, sia nella qualità dei prodotti che nella ricerca di nuovi mercati.
«La nostra cultura di vendita è sempre stata quella di aprirsi a nuovi mercati, basti pensare che il mercato degli Stati Uniti rappresenta circa il 50% della produzione, abbiamo esplorato negli ultimi tempi anche altri mercati, come quello della Russia e dell'Asia.
«Oggi la nostra realtà imprenditoriale è divisa in tre parti: la Gaierhof, la vinicola Valdadige e il Maso Poli, realtà agricola. Quindi, vi sono oltre alla preparazione e vendita di vini, anche la produzione nei vigneti del Maso e in altri terreni nella zona di Roverè.
«IL Papà Luigi ha fatto sì che noi tre sorelle, appena raggiunti i 16/18 anni, durante la pausa estiva dalle frequenze scolastiche, potessimo toccare con mano il lavoro di una realtà vinicola. Ricordo che già alle superiori, durante l'estate, aiutavo a pulire i piazzali e il cortile della cantina, oppure aiutavo i dipendenti in magazzino, o nella vendita allo spaccio aziendale.»
 
«In questo modo – prosegue Martina, – ho potuto capire i vari ruoli del personale, le loro competenze e i vari passaggi nella lavorazione e imbottigliamento dei vini, con la vestizione della bottiglia e il confezionamento pronto per la vendita. Tutte noi sorelle abbiamo imparato da giovani a conoscere le caratteristiche del settore vinicolo e gli impegni, l'attività e le soddisfazioni nel far decollare una azienda.
«Anche nell'assegnazione delle varie competenze abbiamo insieme al papà definito i nostri ruoli, non solo in relazione ai nostri studi, ma anche in base alle nostre attitudini e ai nostri desideri.
«Io ho 34 anni, sono in azienda da 18 e mi occupo di promozione, comunicazione e dell'amministrazione, mia sorella Valentina, perito agrario, ha 41 anni e insieme al marito Goffredo è responsabile della produzione, Romina di 45 anni è responsabile del commerciale e del finanziario.
«Entrambe le mie sorelle fanno parte dell'Associazione delle donne del vino e Romina è delegata regionale, io sono componente del direttivo dei giovani industriali di Confindustria Trento. Siamo una piccola squadra, affiatata e unita, collaudata e pronta anche ad ogni problematica o evenienza si dovessero presentare nel lavoro aziendale.»
 
Ha riscontrato qualche difficoltà a lavorare ed inserirsi operativamente in azienda?
«Noi siamo tre femmine, a parte il papà, nella nostra famiglia non vi sono maschi, pertanto anche per questo non è stato difficile inserirsi, ognuna con compiti diversi, nella normale gestione aziendale.
«Non vi sono mai state difficoltà nel rapporto con il personale maschile, anche perché, essendo una piccola impresa, è più facile rapportarsi con le persone e perché abbiamo basato la nostra vita quotidiana, sul dialogo aperto e sullo scambio di idee e proposte in modo semplice con linguaggio chiaro nel rispetto delle competenze, delle esperienze e delle professionalità di ogni collaboratore.
«Oggi lavoriamo tutti insieme valorizzando il personale attraverso il criterio della meritocrazia e dando fiducia a tutti.
«Agli incontri annuali del personale, partecipano tutti i lavoratori che hanno lavorato nella nostra azienda, dai pensionati a quelli che hanno optato per altri impieghi, sia nel pubblico che nel privato, compresi i giovani che vengono inseriti nel nostro contesto operativo solo per la stagione della vendemmia o per il periodo estivo.
«Tra poco festeggeremo i 50 anni della Valdadige, e inviteremo tutto il personale che negli anni ha collaborato in questa realtà aziendale, compresi i lavoratori che sono entrati nel contesto lavorativo da giovani e sono andati in pensione con noi, in altri termini hanno sempre lavorato nella nostra aziende.»
 
Nel caso di lavoratori con bambini, o di dipendenti che devono accudire qualche familiare ammalato avete modificato gli orari di lavoro?
«Concediamo permessi e congedi, sia per le mamme, che per i papà per accompagnare i bambini alle visite mediche o per altre esigenze particolari del dipendente o dei familiari. Spesso coordiniamo l'attività in base alle richieste del dipendente.
«Noi tre sorelle comunque, avendo vissuto in azienda per molto tempo, riusciamo a sostituire anche i lavoratori assenti durante i vari periodi e nei vari ruoli a loro assegnati.
«Facciamo i lavori anche manuali che necessitano all' azienda, siamo tra di noi interscambiabili e così anche con i dipendenti.
«Tutti i lavoratori nelle tre realtà imprenditoriali sono con contratto a tempo indeterminato e anche per questo, riteniamo che devono essere corresponsabili nello sviluppo e nelle difficoltà aziendali e devono sposare con noi imprenditrici gli obiettivi e le strategie che man mano vengono impostate e realizzate. L'azienda è una barca a remi, si deve remare tutti assieme. Una persona, che sia dipendente o imprenditore non può remare da sola, non gioverebbe a nessuno.
«Per noi il dipendente da sempre è considerato un valore, quindi possiamo dire che siamo insieme una famiglia allargata.»
 
Come giovane imprenditrice come vede il Trentino?
«Il Trentino non ha ancora ricevuto una bella sveglia, vi è troppa gente che vive sugli allori e aspetta di trovare lavoro o impegnarsi in qualche attività sempre dopo.
«Più di qualcuno, soprattutto i giovani, vanno via dal Trentino sia per migliorare la loro conoscenza delle lingue ed avere nuove esperienze di formazione, ma anche, in certi casi perché c'è la pancia piena, c'è un certo benesse e tutti sono abituati a questo status, quindi cercano altrove questa agiatezza.
«Varie imprese hanno cessato l'attività a causa della crisi che ha interessato gli ultimi anni, ma in alcuni casi oltre alla crisi vi era una diffidenza verso il nuovo e anche in direzione della ricerca di nuovi mercati o verso l'impostazione di progetti per un miglioramento del processo produttivo o la nascita di nuovi prodotti, sia nell'agro alimentare che nel manifatturiero in genere.
«Si sono riscontrati casi dove i giovani, nelle imprese trentine e in altre strutture produttive o di servizi, non sono stati ascoltati e quindi hanno preferito trasferirsi nei paesi esteri dove possono essere meglio valorizzati per i loro meriti e anche più retribuiti.
«Credo che il futuro del Trentino sia dei giovani, ecco che allora è necessario ovunque un passaggio generazionale basato sul confronto, sulla collegialità e sulla chiarezza degli obiettivi e delle azioni conseguenti in un clima di tranquillità.
«Il futuro del Trentino deve basarsi su un'apertura complessiva, sia nel pubblico che nel privato e su uno spirito di grande condivisione.
«Lo sforzo oggi necessario è quello di una maggior collaborazione tra organizzazioni sociali, categorie, e altri soggetti.
«In altri termini solo lavorando insieme si può raggiungere l'obiettivo di un vero e reale rilancio del Trentino, anche perché le potenzialità ci sono tutte.»
 
Marina, grazie e buona conclusione della vendemmia.
 
Maurizio Daniele Bornancin

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